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Pellegrinaggio Mariano mensile
di Enzo Mazzini
Alcuni parrocchiani partecipano al consueto Pellegrinaggio
Mariano mensile, guidati dal diacono Agostino Cavirani. Purtroppo i problemi di
salute, legati al periodo influenzale, impediscono a molti la partecipazione a
questo bellissimo appuntamento mensile.
Noi raggiungiamo in perfetto orario la sede convenuta del ritrovo che è fissato
per le ore 8, presso la Chiesa parrocchiale del Cuore Immacolato di Maria al
Favaro. Qui il nostro Vescovo, S.E. Mons.Luigi Ernesto Palletti, dà inizio alla
bellissima cerimonia, con la seguente esortazione: "Carissimi, ci stiamo
incamminando verso un luogo che ci parla della presenza del cristianesimo nel
nostro territorio: una presenza plurisecolare! Anche se sono pietre ci parlano
di fede e ci interrogano: di questo patrimonio cosa ne abbiamo fatto? Come lo
viviamo? È un qualcosa che è ridotto ad una sfera puramente
artistico-culturale, relegandolo in un passato o è qualcosa che è attuale, che
incide sulle nostre scelte quotidiane, parole da noi pronunciate, atteggiamenti
che assumiamo? È una risposta che ciascuno di noi deve darsi, nella
consapevolezza che abbiamo una responsabilità di fronte a Dio, alla nostra
coscienza, alle nuove generazioni che ci guardano. Nessuno di noi può
trincerarsi dietro alla secolarizzazione , ma prendendo coscienza di questo
occorre altresì dirci che a noi spetta il compito di vivere la Fede dentro
questo tempo che il Signore ci fa vivere. Questo deve spingere a chiedere al
Signore, per intercessione di Maria SS., il dono di sante vocazioni e la santità
del clero, nella consapevolezza che nell'ordinarietà, le vocazioni nascono da
comunità che vivono la fede e che sanno trasmetterla con una vita trasformata.
Se oggi noi chiediamo con fiducia il dono di sante vocazioni, chiediamo anche
che ci faccia crescere nella fede, perché quel seme che il Signore getta, a
piene mani, venga accolto da cuori disponibili.Andiamo in pace".
Quindi inizia la recita del S.Rosario e, dopo la prima decina, i pellegrini
partono, in processione, alla volta della bellissima e storica Pieve di
S.Venerio dove è stata celebrata una
commovente S.Messa da parte del nostro Vescovo, coadiuvato da moltissimi
sacerdoti e diaconi.
Molto profonda, come sempre, l'omelia del Vescovo, che di seguito riporto:
"Abbiamo ascoltato,insieme, la parola di Dio e oggi, in modo particolare,
vogliamo venerare Maria come Madre della Chiesa. I nostri sabati sono sempre
dei sabati Mariani perché vogliamo affidare a Lei proprio l'intercessione delle vocazioni e dunque,
prima di tutto, proprio quella della vocazione sacerdotale.
Cosa ci ha detto oggi la parola di Dio? Intanto, nella prima Lettura, ci ha
parlato di un dramma, un dramma profondo, un dramma che ha colpito l'umanità
all'inizio, ma quella ferita l'ha risentita tutta l'umanità: quella disobbedienza
iniziale che ha incrinato il rapporto con Dio e di cui noi facciamo esperienza.
Facciamo esperienza, sia perché la ereditiamo come colpa d'origine e facciamo
anche esperienza perché spesso la ratifichiamo con i nostri atteggiamenti. È
vero che nel Battesimo è stata cancellata questa colpa, però è anche vero che
poi, dopo, i peccati purtroppo si ripresentano nella nostra vita. E allora ci
viene ricordato, che cosa? Che Dio non abbandona l'uomo. Anche di fronte
all'uomo che si allontana da Dio e pretende, nella sua autosufficienza, di fare
a meno di Lui, di decidere il bene e il male, di possedere in sé il dono della
vita, l'uomo che si allontana da Dio non vede Dio allontanarsi da lui, anzi Dio
lo va a cercare e lo cerca riportandolo innanzitutto alla coscienza di quello
che lui è: una creatura fragile che poteva essere veramente una creatura che,
nella sua fragilità, avrebbe raggiunto la bellezza della gloria, invece ha
fatto anche esperienza della frattura di questa fragilità. Però Dio non lo
abbandona. Subito, dal primo momento, Dio è fedele al Suo progetto e promette
una riparazione profonda, una ricostruzione, promette un Redentore e lo fa
attraverso la figura della Donna che poi noi, nella fede, leggiamo ormai in una
maturazione piena degli eventi, nella Vergine Maria la quale darà alla luce il
Salvatore. Però, d'altra parte, abbiamo anche sentito il Vangelo, il Vangelo
che in un certo qual modo ci riporta molto nel tempo di Natale, anche se quel
tempo ormai l'abbiamo chiuso liturgicamente, però è anche vero che domani
celebreremo la presentazione di Gesù al Tempio e dunque siamo ancora, in un certo
qual modo, in quel clima.
Anche qui, Colui che deve venire, Colui che sta venendo, Colui che è nato, non
è accolto: deve fuggire, deve scappare. Si ripete ancora nella storia il
dramma: l'uomo che pretende di dare misura, legge a sé stesso, lontano da un
Redentore; eppure anche qui la Provvidenza, quella mano provvidenziale che
permetterà non solo alla Santa Famiglia
di potersi spostare e salvare sé
stessa e soprattutto il Signore Gesù, ma permetterà poi di ritornare a
Nazareth, ovvero di ritornare in quel paesino dove tutto aveva avuto inizio. Lì
Maria aveva detto: "Ecco, sono la serva del Signore" e in quel
paesino vivere quegli anni silenziosi, tanti anni silenziosi, la maggior parte
della vita di Gesù è vissuta nel silenzio, eppure così fecondi perché lì sta
veramente germogliando una vita nuova, fino a giungere alla pienezza, che poi
giungerà fino a compiersi nel Mistero Pasquale. Ecco, certo questo ha il cuore
nel Signore Gesù, ha la radice nell'amore del Padre, però riceve l'umanità dal
grembo di Maria e, siccome Maria genera il Capo che è Cristo, sappiamo anche
che, generando il capo, si genera tutto il corpo e questo avverrà poi
soprattutto sotto la Croce dove addirittura Le verrà affidata la figura del
Discepolo come figlio ed al Discepolo verrà affidata Maria come Madre. Ecco,
allora venerare Maria come Madre della Chiesa non è semplicemente una devozione
cara, bella, certamente molto calda, che il nostro cuore vuole riservare alla
mamma di Gesù: è invece affermare una verità profonda. Dio ha costruito quel
progetto. Dio non si è fermato di fronte al peccato dell'uomo. Dio ha riaperto
la speranza in ognuno di noi e lo ha fatto in quella concretezza di
quell'umanità che Lui non ha mai rinnegato. Anche se l'uomo l'ha incrinata, Lui
non l'ha mai rinnegata ed allora ha voluto che il Figlio potesse diventare uomo
come noi, nel grembo della Vergine Maria, ha voluto che a noi quella salvezza
eterna del Padre giungesse attraverso l'umanità di questa Donna.Maria è
veramente madre di Cristo e madre della Chiesa! Così La vogliamo venerare e
vogliamo affidare a Lei la preghiera di intercessione perché innanzitutto
provveda a far diventare santi tutti noi, tutti gli uomini. Cristo è morto per
la nostra salvezza. Ma, in modo particolare, oggi provveda a mandare santi
pastori in mezzo al Suo popolo, in modo che il popolo non rimanga mai
disorientato, abbia sempre una guida sicura, possa ricevere i Sacramenti della salvezza,
udire la Parola che dà vita e camminare insieme, sulla via di quella meta che
il Signore veramente ha acquistato ed ha donato ad ognuno di noi, la vita
eterna nella comunione eterna col Padre.
Ecco, l'affidiamo alla Vergine Maria e innalziamo insieme la nostra
preghiera".
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