Mio buon
amico, dalla faccia stanca
e dalla
pelle di luna.
Ultimo
burattinaio nostalgico
che
insegui inutili avventure,
ho
rispetto del tuo dolore.
T’ho
sorpreso all’alba
nella
piazza del paese.
Raccontavi
alle panche, tue amiche,
le
meraviglie che hai saputo regalarci.
(
Rincuorandoti forse
d’aver
tutto sbagliato? )
Avverto
il profumo del tempo
che passò
nelle tue mani.
Siamo
cresciuti tra le quinte,
fili
tesi, le teste di legno,
masticando
liquirizia e torrone.
Ci
mettevi in riga
e siamo
stati spettatori.
Poi siamo
divenuti grandi,
( ma non
per questo saggi ).
Abbiamo
barattato il colore delle rose
al prezzo
di spine. Invertito i ruoli:
burattini
noi, dai fili sempre più
ingarbugliati
e loro ….. spettatori.