Riporta
l’aria immota dell’aurora,
Dio, il
tuo stupendo creato,
il pianto
della natura.
I solchi
della sofferenza,
con il
tuo manto, avvolgono
il viso
di ogni madre.
Anche tu,
mio Dio,
con il
tuo manto celeste avvolgi
di perle
il creato.
La terra
non sembra più vivere.
Tutto
fuori è tempesta
e qui
nell’animo mio.
Sono
abbandonata al mio destino.
Notte di
plenilunio, notte fitta,
ognuno è
intento al suo sogno.
Un bel
raggio di luna
mi prende
per mano, mi dona
voglia di
tornare fanciulla.
M’arrampico
sopra quel raggio.
Forse
domani sarò placata
e l’eco
dell’anima che grida
si
perderà nella silente quiete.