N° 3 - Marzo 2019
I nostri ragazzi
  Commento ad un filmato
di I nostri ragazzi


Pensiero sul Filmato

Venerdì 25 gennaio io e i miei compagni di classe assieme alla maestra Marina siamo andati a vedere un film in mensa.
Il film parlava della seconda guerra mondiale, dei campi di concentramento in particolare di due sorelle. Erano due bambine ebree separate dalla madre e spaventate per quello che succedeva.
In questo film ci sono anche dei momenti in cui mostrano una classe superiore che va a visitare i campi di concentramento. In questa classe c’era un ragazzo che veniva bullizzato da un compagno e due osservatori che lo incoraggiavano come se lui fosse al centro dell’universo.
Tornando al passato, le bambine erano state separate da tutti I loro parenti, ma a volte, quando riusciva, la mamma andava a salutarle. La signora che accudiva I piccoli non era così cattiva come dimostrava, anzi aiutò le bambine a non morire. Il cibo era poco e la fame dei bambini aumentava, potevano giocare solo con cose che trovavano a terra, come I sassi. A volte nelle baracche arrivava un signore col camice bianco che chiedeva chi volesse rivedere la madre, ma la signora che accudiva I bambini aveva messo in guardia le due sorelle che era una trappola, infatti chi se ne andava non ritornava più.
Intanto nel presente il bullo si chiedeva se tutto ciò fosse accaduto veramente, lui non ne era sicuro nonostante tutte le testimonianze viste e sentite. Dopo questa visita però capì che non era bello fare il bullo così smise.
Nel passato gli anni scorrevano e finalmente gli Americani arrivarono a salvare quelli sopravvissuti nei campi di concentramento, per fortuna qualcuno ebbe il coraggio di andare in Germania e di liberarli.
Le bambine furono portate in un istituto dove passarono un po’ di tempo prima che arrivasse una lettera con una foto dei loro genitori. Presero un treno ed arrivati a destinazione una folla di genitori che cercavano i loro figli accorse intorno a loro. Le due bambine erano state molto fortunate a sopravvivere e finalmente ritrovarono la madre e il padre e tutto tornò alla normalità.

Tornando al presente, la professoressa portò i ragazzi dalle due sorelle le quali fecero vedere loro i numeri che gli avevano disegnato sulle braccia durante la guerra.

Così il bullo capì che tutto era vero e smise di fare il bullo…questo sì che è un finale con i fiocchi!

 

Pensierino: La shoah

Il 27 gennaio si celebra la giornata della memoria per non dimenticare le vittime della shoah. Per questa occasione le maestre ci hanno fatto vedere un filmato su questa ricorrenza. Il film era molto bello ma triste. A me è piaciuto tantissimo, mi ha fatto emozionare e alla fine mi è rimasta nel cuore un po’ di malinconia.

 

Pensierino: I campi di concentramento

I campi di concentramento sono stati solo esclusivamente per lo sterminio di milioni di Ebrei. A capo di questo tragico evento c’era un pazzo fuorilegge: Adolf Hitler messo al comando dalla popolazione.
In uno di questi campi si sviluppo la storia di due bambine, separate dalla madre mentre il padre era in guerra. Si salvarono grazie all’aiuto di una donna che suggerì loro di rispondere “NO” alla domanda se volevano rivedere la propria mamma. Tutti gli altri rispondevano di “SI”, sono stati portati all’interno di laboratori scientifici per adoperarli come cavie umane. Tutte queste persone venivano marchiate nell’avambraccio con un determinato numero che ne sostituiva il nome. Venivano spogliati dei loro indumenti, rasati togliendo loro l’identità. All’arrivo degli Americani le bambine vengono portate in una struttura insieme ad altri bimbi che fortunatamente si erano salvati, riuscendo così a mangiare e a giocare. Anche i genitori delle bimbe si erano salvati e contattando questa struttura riuscirono a riunirsi.
La cosa bella di questa storia è la sua verità. Questo racconto parla di violenze di molti anni fa, una di queste ai giorni nostri si chiama bullismo, azione che un ragazzo usa ripetutamente su un suo compagno di classe. Ma andando avanti si rende conto di fare la cosa sbagliata.

 

Pensiero: La stella di Andra e Tati

Venerdì mattina la mia classe è andata in mensa per vedere un film: La stella di Andra e Tati, in occasione del giorno della memoria. Questo film parla di due sorelle ebree che nel marzo del 1944 sono state portate via con la loro famiglia, dai tedeschi. Sono dovute salire su un treno diretto al campo di concentramento; arrivate erano infreddolite, affamate, impaurite e non potevano immaginare cosa gli stesse per accadere. Le donne e i bambini furono portati in una stanza, le incisero sul braccio un numero e da allora vennero chiamate con quel numero. Hanno tagliato i capelli alle donne e le hanno separate dai loro bambini. Andra e Tati erano molto spaventate e avevano molta fame, perché mangiavano una volta al giorno. Dopo un anno gli Ebrei furono liberati dagli Americani. Andra e Tati riuscirono a rivedere la propria mamma e il proprio papà.
Questo film è stato molto bello e mi sono anche emozionata. Mi ha fatto capire che quella povera gente è stata disprezzata, uccisa, insultata, non avendo colpa di niente!



Il giorno del ricordo

Il 27 gennaio ricorre il giorno della memoria per ricordare le persone morte nei campi di concentramento. La maestra quindi ci ha fatto vedere un cartone su questo argomento, intitolato “Le stelle di Andra e Tati”. Io e i miei compagni ci siamo recati in mensa dove era stato allestito un telone per poter guardare questo filmato: sembrava di essere al cinema! Questa storia racconta di due sorelle, di quattro e sei anni, Andra e Tati; queste bambine sono state prese con la mamma, la nonna, la zia e il cuginetto Sergio e sono state portate in un campo di concentramento.
Appena arrivati alcune guardie tedesche gli avevano tatuato un numero sul braccio.
Andra, Tati e Sergio soffrivano molto perché gli davano da mangiare cibo disgustoso e soprattutto perché erano stati divisi dalle loro mamme. I bambini nonostante fossero tristi ogni tanto riuscivano a trovare dei modi per giocare e divertirsi tutti insieme. Alla fine della guerra delle guardie molto brave erano andate a liberare la gente che era sopravvissuta nei campi di concentramento. Andra e Tati erano state portate in Inghilterra in un centro di accoglienza dove c’erano molti giochi e loro erano contentissime, anche se sentivano la mancanza dei loro genitori.
Nel frattempo la mamma, sopravvissuta, aveva ritrovato il marito che era ritornato dalla guerra. Insieme andarono a cercare le bambine. Al termine del cartone i genitori riuscirono a ritrovare Andria e Tati.
Questa sera è piaciuta moltissimo a noi bambini di quinta, anche se in certi momenti ci ha fatto un po’commuovere

(Adele)

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