Andavo
per la città
quasi di
fretta.
Nascosto
tra le pieghe del paltò
ti ho
riconosciuto
da quello
sguardo che va diritto al cuore
all’amuleto
che porti
annodato
sul taschino
perché
odi il mondo
e la tua
vita rottamata.
Ti vedo
come in un ritorno
in uno
spazio colmo di ricordi
e mi fa
male restarci senza te.
Ricordo
testardo e forte
colorato
come le giostre d’una volta:
c’era il
gioco degli specchi,
il
tirassegno, i cerchi roboanti.
(Nessuna
gioia c’indovina e
rende il
pensiero meno atroce!)
Mi resta
una voglia sulle labbra,
un
balsamo d’aria dentro il corpo
Il mio
pensiero ti farebbe da casa.