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Caro Sentiero
di Domenico Lavaggi (prete e vostro conterraneo)
Ho saputo che ad agosto andrai
in ferie, forse ci vedremo a settembre, ma intanto ti ringrazio per avermi
ospitato.
Uno dei Comandamenti che Dio ha dato a Mosè dice “Non nominare il nome di Dio”.
Non soltanto perché il nome era formato da quattro consonanti (JHWH), ma perché
Dio voleva che Israele, dopo quattro generazioni di schiavitù in Egitto e dove
aveva conosciuto il nome delle loro divinità, quali Amon,Ra, Iside, il toro
Api, voleva che Israele pensasse a Dio come il mistero invisibile e
inconoscibile, tanto che molti salmi si esprimono così : “guarda Signore Dio
Onnipotente” oppure “Ricordati Signore Dio degli eserciti”. Quali sono gli
eserciti di Dio? Il sole, la luna, il vento, le nuvole cariche di pioggia che
irrora la terra per produrne i frutti. Come al solito ora faccio un salto nel
Nuovo Testamento. Nel Vangelo la parola Signore è riferita a Gesù nell’episodio
della resurrezione quando Maria di Magdala, davanti al sepolcro vuoto, piange e
sente una voce di uomo che chiede: “donna perché piangi” ed alla quale lei risponde:
“hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno messo”; poi la voce
riprende chiamandola per nome “Maria” ed essa, riconoscendo che la voce era
quella di Gesù, si avvicina a Lui e lo abbraccia alle ginocchia in segno di
umiltà e amore. Quindi Gesù le dice: “Va dai miei fratelli e dì loro di andare
in Galilea, là mi vedranno”. Maria corre in città e sale nella stanza dove si
trovavano gli Apostoli raccolti con Pietro e dice loro: “ho visto il Signore”.
Mentre alcuni chiedono a Maria una spiegazione di ciò che ha visto al Sepolcro,
Pietro, stanco di essere chiuso in quella stanza dice: “io vado a pescare”. Ma
a Gerusalemme non c’è un lago, allora si recano in Galilea sul lago di
Tiberiade. (Il lago prendeva il nome dalla città che Erode aveva fatto
costruire in nome di Tiberio Cesare). Arrivati a Cafarnao, dove Pietro aveva
residenza, presero la barca e si accinsero a pescare. In tutta la notte non
pescarono neppure un pesciolino. Verso l’alba, un giovane, che stava sulla
riva, disse loro di gettare la rete dalla parte destra della barca. Mentre
alcuni tra di loro commentavano “non sa come si pesca”, Pietro prese la rete e
la gettò nella parte destra della barca, come gli era stato suggerito, quindi,
aiutato dagli altri, la ritirò piena di pesci. Nel frattempo Giovanni, il più
piccolo degli Apostoli, stava fissando il giovane sulla riva del lago e, quando
vide i pesci rovesciati nella barca, disse: “E’ il Signore”. Pietro allora,
vestito com’era, si gettò nel lago per andare incontro a Gesù, mentre gli altri
portavano la barca, colma di pesci, a riva. Quando sbarcarono notarono un fuoco
sul quale stava cuocendo un pesce ed a fianco di esso, un pane. Uno degli
uomini allora prese qualche altro pesce e lo pose sul fuoco. Questa era la
seconda volta, dopo la cena pasquale, che gli Apostoli mangiavano con Gesù, e
l’episodio del pesce sul fuoco che li aveva accolti, rimase sempre vivo nella
loro mente.
Perché dico questo? Il motivo è semplice:
pesce nella lingua greca è detto Jktùs. Se noi ne analizziamo le lettere,
scopriamo una verità fondamenta della fede cristiana, in quanto le lettere
significano “ Jesùs Kristòs Theù Uiòs Sotèr” che significa “ Gesù Cristo Figlio
di Dio Salvatore. Dopo aver mangiato con loro, Gesù ascese al cielo dicendo
agli undici “andate nel mondo a dire a tutti che Dio è Padre che ama tutte le
sue creature, piante animali e uomini, e che Gesù è stata l’immagine visibile
del Dio Mistero Invisibile e Innominabile, non come alcuni cristiani che
decidono di nominare Dio con il nome di Jhavè o Geova, come dicono “i
testimoni”. Questo vale anche per ogni cristiano che fonda la propria fede in
Gesù Salvatore ed in Dio Mistero Invisibile e Innominabile.
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La nostra Madonnina DEL ROSARIO
di Mila
Nella nostra piccola chiesa,
come ormai la chiamiamo, c’è una statua della Madonna del Rosario. Non so come
sia capitata da noi, forse la portò don Angelo de Mattei, il tanto compianto e
ricordato don Angelo, circa quaranta anni fa, quando iniziò la vita della
nostra “piccola chiesa”. Non è una statua di grandi dimensioni e per questo la
chiamiamo Madonnina, senza alcun riferimento a quella di Milano. E’ posta su di
una mensola di marmo a circa due metri da terra, ha le mani giunte con la
corona del rosario e i suoi occhi ci guardano come per dire:” Coraggio, non
abbiate paura sono qui io.”
L’abito è bianco e il manto azzurro, il tutto tempestato di stelline e i suoi
piedi schiacciano la testa del serpente maligno. La sua testa è circondata da
una corona di stelle che anni fa le fu regalata da Paola, colonna della nostra
chiesa. Quando ci riuniamo per dire il rosario noi siamo proprio ai suoi piedi,
alziamo gli occhi e la guardiamo, eccola è lì “FONTE DELLA NOSTRA SALVEZZA”.
Bella e splendente come non mai. Dico come non mai perché ultimamente i colori
della nostra madonnina erano un po' sbiaditi.
L’azzurro del manto se ne era andato e quelle che erano state delle stelle
erano diventate delle brutte macchie marron e poi il viso! Era diventato tutto
bianco come se avesse uno strato di cerone di gesso, del resto è una statua di
gesso che aveva perso tutto il suo colore. Un giorno Giulia dice:” No! No! Non
mi piace! Mi fa venire in mente il trucco degli attori del teatro giapponese;
io ho un’amica che è pittrice e restauratrice, è bravissima, gliene voglio
parlare!”
….. e ci ha portato l’artista sig.ra Graziella Giromini in arte Girò. La sig.ra
Giromini è riuscita a coordinare il suo lavoro di infermiera e i doveri famigliari
con il suo amore per l’arte, del resto aveva anche studiato per questo. Si è
fatta subito valere sia come pittrice che come restauratrice. So che ha
restaurato con molto successo anche un antico stendardo a Portovenere. Comunque
Giulia ha portato la sua amica a parlare con don Alessandro ed ecco la nostra
Madonnina ritornata bellissima. Non solo, ma Girò ci ha restaurato anche la
statua del Sacro Cuore di Gesù, che è situata subito dopo la porta d’ingresso,
e che, a parte i colori, ormai si stava sgretolando. So che quello è stato un
restauro difficile date le condizioni nelle quali si trovava la statua, ma c’è
riuscita benissimo.
Adesso abbiamo le nostre due statue ritornate agli antichi splendori. Grazie
signora Graziella e grazie anche a te Giulia che ce l’hai fatta conoscere. Ci
sono ancora tante cose da fare per mettere in ordine la nostra piccola chiesa
ma con l’aiuto della nostra Madonnina e di don Alessandro speriamo di
riuscirci. Bisogna che il nostro gruppo riesca a ricompattarsi tagliando fuori
le beghe interne e esterne e ad avere un unico obiettivo: IL BENE DELLA NOSTRA
PARROCCHIA.
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