|
|
|
IL CIRCOLO DELLE DONNE NEL VANGELO
di Don Domenico Lavaggi
IL CIRCOLO DELLE DONNE NEL
VANGELO
“ La vedova di Nain”
- Comprensione
e Amore -
Due cortei si muovono, uno
verso l’altro : nel primo vi è Gesù con i discepoli ed una grande folla; nel
secondo vi è un morto portato alla sepoltura e seguìto dalla madre e dalla
gente della città. Gesù si avvicina e conforta la
donna dicendole di non piangere quindi si accosta alla bara, prende il ragazzo
defunto per mano e lo consegna alla madre. Tutti si meravigliano ed esclamano :
“ Dio ha visitato il Suo popolo!” In questo avvenimento Gesù è
l’immagine della compassione e dell’amore di Dio. Ora, caro Sentiero, ecco un
chiarimento necessario per tutti i tuoi lettori: con il battesimo noi siamo
diventati una “comunità Chiesa” (profetica e sacerdotale). Profetica perché con il
battesimo anche noi, come Gesù, dobbiamo essere testimoni della compassione e
dell’amore di Dio (piangere con chi piange, soffrire con chi soffre e sorridere
con chi sorride). Cosa significa comunità
sacerdotale? : Offrire a Dio la terra che nutre tutte le creature viventi : le
piante, gli animali e gli esseri umani e ringraziare Dio per i doni che la
terra ci offre e quindi offrire a Dio la preghiera.
“ Marta e Maria, le sorelle di
Betania”
- Salute e Vita - Gesù arriva a Betania quando
il loro fratello Lazzaro, morto da quattro giorni, giace nel sepolcro. Per prima cosa si
avvicina alle sorelle, confortandole quindi con loro si avvia verso la tomba.
Gesù piange e tutti i presenti partecipano al Suo amore per Lazzaro e le
sorelle. Egli dimostra ancora
compassione e l’amore di Dio e questa, per noi, è una lezione da imparare.
“Marco e Luca raccontano”
-
Gesù Risana e dà Vita - Un capo di sinagoga, di nome Giairo, che
viveva in una città della Galilea, aveva una figlia seriamente ammalata; venne
a sapere di Gesù e mandò un amico a dirGli di venire a casa sua per guarire la
figlia. L'amico andò da Gesù il quale, saputo del fatto, si avviò per andare
alla casa di Giairo, seguìto da molta gente. Una donna, che soffriva di perdite
di sangue (forse dovute al suo ciclo irregolare), vide passare Gesù con la
folla e uscì di casa unendosi a loro per poter parlare con Lui. (A questo punto
Marco e Luca danno una versione diversa : Marco dice che la donna aveva
consultato molti medici e speso molti soldi inutilmente – lo dice con una punta
di malizia-. Luca invece lo tace poiché nella vita civile era medico e non
voleva offendere la categoria dei suoi colleghi. Questo lo dico per dimostrare
che gli Apostoli e Evangelisti erano uomini con tutte le nostre debolezze). Piano piano la donna si fece
strada fino ad arrivare vicino a Gesù, ma non voleva confessare la sua
condizione in pubblico e così pensò che se fosse riuscita a toccare la Sua
veste sarebbe guarita; si avvicinò dunque, e toccò l'orlo della veste di Gesù
ed il flusso di sangue si arrestò. Si rialzò felice e in quel momento Gesù,
rivolgendosi a Pietro, disse :”Chi mi ha toccato? E Pietro rispose : “C'è tanta
folla e tu mi chiedi chi ti ha toccato?” Ma Gesù rispose di aver sentito uscire
dal proprio corpo una forza particolare che risanava qualcuno.Allora la donna
si presentò dicendo la sua condizione e Gesù le rispose :”Donna, il tuo
coraggio e la tua fede sono grandi, torna a casa guarita e vivi felice”. Mentre si svolgeva questa
scena, venne un servo di Giairo a dire a Gesù :” Non serve che Tu venga a casa del mio
padrone, perchè la sua bambina è morta”. Ma Gesù continuò il Suo cammino e
giunse alla casa di Giairo; nel cortile vi era un gruppo di persone che si
lamentavano esprimendo così il dolore per la morte della bambina. Allora Gesù disse loro : “
Perchè piangete? La bimba non è morta, sta dormendo”. Tutti risero. Gesù entrò
in casa, vide la bimba sul letto, si avvicinò, la prese per mano e disse :
“Talità Kum (fanciulla svegliati), la tua mamma ha preparato la cena e tu devi
mangiare perchè hai fatto un lungo viaggio”.
La donna anonima
“Elogio alla Madre” Gesù stava parlando alla folla
quando una donna anonima alzò la voce e disse:” beato il grembo che ti ha
custodito e il seno che ti ha nutrito”. La donna elogiava così la Madre di
Gesù: anche lei avrebbe voluto avere un figlio come Gesù. Ma Egli fa un elogio
migliore alla Propria madre, perché risponde alla donna dicendo : “ Beati
coloro che ascoltano la parola di Dio e la vivono “. Gesù sa che Sua madre ha
ascoltato la parola di Dio e l'ha vissuta fino alla fine. A Betlemme, nella stalla, quando i pastori commentavano ciò che avevano ascoltato
e visto, Maria custodiva le loro parole nel proprio cuore e le meditava. Quando al Tempio Simeone pronunciò le parole per Gesù, presentato al Tempio,
Maria custodiva quelle parole e le meditava. Quando, a dodici anni, Giuseppe e Maria portarono Gesù a Gerusalemme per la
Pasqua, e Lui si nascose nel Tempio senza seguire i genitori che tornavano a
Nazareth, quando lo ritrovarono Maria disse a Gesù : “Tuo padre ed io ti
abbiamo ansiosamente cercato” Lui rispose : “ Perché mi avete cercato? Non
sapete che io devo occuparmi del Padre mio?” Mentre Giuseppe forse pensava
“cosa ci faccio io qui”, Maria custodiva quelle parole nel Suo cuore e le
meditava. Gesù dunque vuol trasmettere alla donna anonima un grande elogio alla propria
Madre. La donna pensava al grembo e al seno e Gesù pensava alla mente e al
cuore.
Maria di Magdala
“Accoglienza e Amore” Ero stato tutto il pomeriggio
insieme ai ragazzi diversamente abili del Gisal e, quando loro si accingevano a
tornare a casa, anch'io decisi di rientrare per la cena. Uscendo incontrai il
medico che si occupava dei ragazzi ed era consigliere dell'Associazione, il
quale mi disse: “sono stato dalla moglie di Dino, mi sembra che sia alla fine
della vita e la famiglia mi ha fatto capire che gradirebbe una tua visita”. Per
la verità la loro casa non era nella mia parrocchia ma siccome ero in amicizia
con loro e le loro figlie erano studentesse del liceo scientifico dove io
insegnavo religione, sono andato. La donna era da poco spirata. Dopo i saluti,
le condoglianze e gli abbracci siamo passati nella camera dove giaceva la donna
ed abbiamo recitato una preghiera per lei e per noi. Poco dopo le due figlie
hanno iniziato a truccare il volto della loro madre defunta affinché non si
potesse vedere la devastazione che il male aveva provocato in lei. Questo mi
risvegliò alla mente un ricordo antico: pensai al Vangelo di Giovanni che dice:
“la mattina del giorno dopo, il sabato all'alba, Maria di Magdala salì alla
collina per recarsi alla tomba portando unguenti e profumi per onorare il corpo
di Gesù”, estremo atto d'amore per colui che anni prima l'aveva salvata dalla
disperazione. Luca dice che Maria di Magdala conobbe Gesù in un momento
difficile della propria vita in quanto ripudiata dal marito con l'accusa di
essere sterile, derubandola dell'eredità paterna e cioè la casa, gli uliveti,
il vigneto e quant'altro possedeva. Luca dice anche che Gesù, quando l'accolse,
la liberò da sette demoni. Quali erano i sette demoni che la possedevano?
Disperazione, desiderio di vendetta, rancore, odio per l'uomo che l'aveva
ripudiata, desiderio di suicidio, delusione e malessere. Salendo alla tomba con unguenti e profumi voleva non soltanto onorare il corpo
di Gesù ma dire a Lui quanto lo amava. Arrivata presso la tomba vide che la
pietra del sepolcro era volata via come una foglia secca trasportata dal vento.
Si avvicinò e si accorse che il corpo di Gesù non c'era più ma sentì una voce
che diceva: “Donna, perché piangi?” Voltandosi vide un uomo che scambiò per
l'ortolano (ma era Gesù risorto). Alla domanda rispose: “Se lo hai preso tu
dimmi dove lo hai portato affinché possa riprenderlo per profumarne il corpo.
Allora sentì la Sua voce pronunciare il proprio nome: “Maria” e capì che era
Gesù vivo ed avvicinandosi a Lui, gli abbracciò le ginocchia in segno d'amore e
di umiltà. Ma Gesù le disse: “Non mi trattenere, ma va dai miei fratelli e dì
loro che salgo dal Padre mio e Padre vostro, e dì loro che vadano in Galilea e
là mi vedranno”. Questo è l'estremo atto d'amore di Gesù per Maria di Magdala, affidandole il
messaggio più importante della fede cristiana : La Resurrezione di Cristo.
Caro Sentiero, ti devo una spiegazione: in un primo articolo avevo detto ai
tuoi lettori che verginità non significava integrità fisica ma fedeltà; ora ti
preciso che sterilità non significa soltanto incapacità di procreare, ma
capacità di amare.
|
|
|
|
|
|
|
13 MAGGIO: Ascensione
di La Redazione
13 MAGGIO: Ascensione, 1° apparizione di
Maria a Fatima,
52^ GM delle Comunicazioni
sociali
La Chiesa non può rimanere in
silenzio, pertanto offre il suo contributo al dibattito sull’uso distorto
dell’informazione ( Fake news ), invitando ad una seria
riflessione sulle cause e le conseguenze della disinformazione, specie se
operata scientemente per fini poco nobili. Propone un giornalismo professionale
nella forma e nei contenuti che cerchi sempre e comunque la verità, che
favorisca il dialogo e la comprensione tra le persone, quindi un clima di pace. Su La
Domenica del 13 maggio Tarcisio Cesarato, esperto di Comunicazione, così si esprime: “Papa Francesco nell’odierna giornata delle
comunicazioni ci esorta ad essere noi
cristiani i primi media capaci di
verità e di un annuncio efficace di bene. Una notizia falsa è sempre
“cattiva”, perché intacca la relazione tra le persone, violando la dignità
delle stesse e talvolta di interi popoli. Il cristiano invece non scinde mai il vero dal bene. Proprio come ha fatto Gesù
di Nazareth che afferma: la verità vi farà liberi.”
La Redazione
|
|
|
|
|
|
|
Dagli APPUNTI DI UN PELLEGRINO
di Gualtiero Sollazzi
PER
UN PIATTO DI LENTICCHIE
Così Esaù è passato alla
storia. Era affamato, ma non badare alla differenza fra le lenticchie e la
primogenitura è stata grossa.
Vengono in mente, oggi, i ‘corsi e ricorsi storici’ del Vico. Siamo ai nuovi
Esaù. Sì, pur di arrivare, ci si adatta a tutto.
Quanta gente in ginocchio per un posto. Si tratti di “ospitate” in Tv, di
carriere in politica, economia, università.
Per il “lesso” dicevano vecchi giornalisti, si fanno pazzie. Con tanti saluti
alla dignità. Del corpo, del cervello, della persona.
Così si striscia davanti al potente, Fantozzi docet, ci si mette in fila per l’applauso ruffiano. Don
Mazzolari parlava di “schiena diritta” in ogni occasione. Anche nella Chiesa.
Lei pure rischia di essere lambita dalla moda dello sgomitare per le
lenticchie… “Fumo di Satana” diceva allarmato Paolo VI° su questo e altri temi.
Whitman è lapidario: “Niente resiste, tranne le qualità della persona”.
LO SPECCHIO
Hemingway sosteneva che è
assai difficile scrivere con onestà sugli esseri umani. Ma ancor più difficile,
per non dire impossibile, “scrivere una prosa assolutamente onesta su se
stessi.” Qualche ragione c’è.
Per essere “onesti con se stessi” occorre scavarci dentro. Non ci sono
scappatoie. In una società dove l’apparenza regna sovrana, si preferisce soprassedere.
Siamo presi dalla sindrome di Narciso, l’amore per sé; dalla voglia di dare la
colpa agli altri, una della litanie più recitate; di cercare pretesti per non
darci mai torto. Si usa dire: guardati allo specchio se ne hai il coraggio. E
se il “coraggio” lo trovassimo per noi?
Scrive saggiamente una donna: “Proviamo a guardarci allo specchio non per
condannarci, ma per osservarci e giudicarci.”
E’ quello che i maestri di spirito chiamano “esame di coscienza.
Ancora di piena attualità. Se utilizzato, si
“scriverebbe” nei nostri giorni, qualche riga di “prosa onesta.”
|
|
|
|
|
|
|
Torniamo con gioia insieme a cantare l'alleluia
di Don Carlo
L'alleluia è il canto del
trionfo e della gioia, è canto del passaggio dalla morte alla vita, dalla
schiavitù alla libertà.
Noi sappiamo bene che il più importante di tutti i misteri cristiani è il
mistero pasquale. Ed è giusto perché la risurrezione ci colloca nel vero centro
della vita soprannaturale.
Grazie al suo trionfo, il Cristo glorioso si è fatto vicino ad ogni uomo: Signore
del Regno dei viventi, autore della vita.
La verità è questa: la pietra angolare, il centro, il tutto della nuova
economia della Salvezza è il Cristo, il Risorto...
Nella contemplazione della vita di Gesù siamo tentati tante volte di riflettere
soltanto sul mistero del suo dolore...
Certo, non voglio dire, neppure lontanamente che si possa ignorare la croce e
le sofferenze del Nostro Salvatore, ma la Croce, senza gli splendori della
Risurrezione, ci renderebbe più miserabili tra gli uomini e farebbe del Cristo
il più colpevole degli impostori. L'alleluia deve dirci tutto questo.
La Croce è preludio di speranza, è inizio del giorno senza tramonto...
Noi tutti, dal più piccolo al più grande, siamo invitati a cantare questo canto
di gioia, riconoscendo nei nostri volti e nelle nostre storie, il volto di
Cristo che cammina con noi, che spezza il pane per noi, offrendoci per amore la
salvezza e la speranza.
Mi rivolgo a te, papà, mamma, figlio e amico, insieme lasciamoci riconciliare
dall'amore del Padre.
Rivolgiamo a Lui presente nella nostra vita, quella bellissima preghiera dei
due discepoli di Emmaus:” Signore, rimani con noi sempre, specialmente in quei
momenti dove cala la sera, la notte sulla nostra vita...”
Abbandoniamo ogni incomprensione, ogni tristezza, dimentichiamoci di ogni male
ricevuto, chiediamo perdono del male che abbiamo fatto e viviamo il grido di
speranza offertoci in questa nuova Pasqua.
Facciamo risuonare nei nostri cuori il canto di gioia, offriamolo a chi ci sta
vicino e proponiamolo ad ogni uomo che passa accanto alla nostra vita:
“Alleluia! Cristo è risorto!”
|
|
|
|
<-Indietro |
|
|
|