Quando
vedo i gabbiani
lasciare
la marina, ed involarsi
all'
interno a gruppi
radendo
con greve volo
le chiare
acque del Magra,
penso che
il mare cambi umore.
Si posano
sui ciottoli coperti
di
muschio essicato a sghimbescio,
come
sembrar pedine su dama.
Loro
sentono il monito del vento
che
cambia la sua rosa.
Vedono le
acque cambiar colore
alle
fondamenta, sentono i loro
ventri
vuoti, perché le creature
marine,
prima di loro hanno sentito
e
rifugiate sono negli anfratti.
Il balenar
di lampi illumina
a tratti il cielo, come se dormiente
alzasse
palpebre a vivida luce.
A tempo,
il mare sfoga la sua ira.
E
prim'ancora che la natura plachi,
i
gabbiani senza mostrar fretta
lasciano
il greto. Per quel giorno
ed altri
a venire, spazieranno
il vasto
torbido, finché sazi
ritorneranno
agli abituali lidi.