N° 5 - Maggio 2018
Spiritualità
  Pietro e Giuda
di Domenico Lavaggi (prete e vostro conterraneo)



Cos'hanno in comune questi due Apostoli di Gesù? Prima di tutto sono stati scelti da Gesù a far parte dei dodici che dovevano stare sempre con Lui ed ai quali avrebbe affidato il compito di diffondere il Vangelo nel mondo.Pietro c'è riuscito, Giuda no perché si è ucciso.
Chi è Pietro? Un pescatore forte e coraggioso che affrontava il lago di Galilea sbattuto dal vento e dalle onde ed era soggetto a slanci sublimi ed a cadute rovinose, come ogni uomo forte e coraggioso.

Ha incontrato Gesù proprio mentre tornava dalla pesca insieme al fratello Andrea e al padre; vide un giovane, che poi scoprì essere Gesù, seguito da una folla. Gesù si accostò alla barca e chiese a Pietro di salirvi sopra con Lui mentre la gente stava seduta sulla riva del lago. Gesù, sedutosi a prua, iniziò a parlare alla gente.

Pietro non aveva mai udito parole simili nella sinagoga o nel Tempio. Gesù parlava come uno che sapeva quel che diceva e parlava di Dio e del sentiero che conduceva a Dio. Quindi, finito di parlare, disse a Pietro ed agli altri due: "Prendete il largo e gettate la rete". Pietro Gli rispose che avevano pescato tutta la notte senza prendere nulla, ma "se tu dici così, io getto la rete”. Quando la ritirarono videro che era piena di pesci tanto che chiamarono Giacomo e Giovanni nell'altra barca affinché venissero ad aiutarli.

Quindi Gesù disse loro: "Venite con me e sarete pescatori di uomini
".
Così Pietro Lo ha conosciuto; in seguito Gesù, camminando per le strade di Galilea, disse agli Apostoli: "La gente cosa dice di me?"

Alcuni risposero: "la gente dice che tu sei un Profeta mandato da Dio". Ma Egli chiese ancora: "Voi cosa dite di me?" Allora rispose Pietro: "Tu sei il Figlio del Dio vivente" e Gesù disse a Pietro: "Sei Beato perché questo te lo ha rivelato il Padre mio che è nei Cieli e io ti dico "tu sei Pietro e su di te io fonderò la mia Chiesa". Da quel momento Pietro diventò il primo degli Apostoli, ma Gesù era nato per la salvezza umana e per sconfiggere il serpente infernale nemico di Dio e dell'uomo e per questo avrebbe dovuto sacrificare la propria vita.

Pietro non sapeva quello che Paolo avrebbe scritto nella lettera alla comunità cristiana di Filippi (città della Macedonia): "Cristo Gesù, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la Sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso fino alla morte di croce e per questo Dio lo ha esaltato  e Gli ha dato un nome al di sopra di ogni altro nome perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, nei cieli, sulla terra e sottoterra, ed ogni lingua proclami che Gesù è il Signore a gloria di Dio Padre".

Ma, nonostante tutto, Pietro si rese colpevole di una rovinosa caduta perché nel momento in cui Gesù veniva giudicato dal consiglio dei sacerdoti, per tre volte disse di non conoscerlo. Questo non solo perché avesse paura di fare la fine di Gesù, ma anche perché sperava che Egli ripetesse il gesto fatto quando, sulla sua barca, nel lago di Galilea adagiato tra le colline del Golan, un vento impetuoso sollevò le acque che minacciavano la barca e Gesù seduto a poppa dormiva. Allora Pietro lo svegliò dicendogli:

"Non vedi che stiamo tutti per morire? " e Gesù si alzò e disse al vento ed alle onde: "Calmatevi, fate silenzio!". Quindi Pietro sperava che Gesù dicesse le stesse parole ai sacerdoti e così si salvasse.

Caro lettore, ti devo dire una mia esperienza: sette giorni prima di essere ordinato prete stavo con i miei compagni a Monterosso, nella casa di Padre Semeria, per un corso di preparazione all'evento. Stavo attraversando una crisi vocazionale mai avuta prima. Non sapendo con chi confidarmi scrissi a mia zia Evelina che viveva a New York, dicendole tutto. Il mese dopo ricevetti la sua risposta, Diceva così: "Ricordi quando Gesù dormiva sulla barca con Pietro e gli altri e la bufera minacciava di capovolgerla e Pietro impaurito lo svegliò? Quando siamo in difficoltà non abbiamo bisogno di svegliarlo perché Lui è sempre con noi, presente e ci guarda".
Così sono andato a rileggermi il Vangelo ed ho scoperto che Gesù faceva della strada, del lago e dei campi il Suo tempio, perché là trovava la gente; così ho capito che la mia vita di prete doveva essere sulla strada e nei luoghi dove si trova la gente: E l'ho fatto per tutta la vita.


  PREGARE
di Antonio Ratti


                                      

Riflettendo su Ora et Labora, pregare :

·       E’ attivare il laboratorio mentale per dare sostanza, in sintonia con Dio, al percorso da realizzare.

·       E’ un progetto concreto che si rende operativo nella quotidianità di ciascuno.

·       E’ un valore, per ogni pensante, inscindibile dall’agire, che conferisce uno stile di vita.

·       E’ un pensiero che sa cogliere il suo contenuto di felicità.

·       E’ la voglia impellente di procurarsi il proprio fabbisogno di eternità.

                                    ( Feb.2007 )                                                          

  DOMENICA 2 MARZO 2014
di Doretto



Dal Diario personale  durante una sua degenza in ospedale.
Eccomi qui!
All’ora della Messa e al momento di ricevere l’Eucarestia, sono a celebrare, invece, la mia messa!!!
Gesù sia fatta la tua volontà, ma  - come ho detto a don Bernardo – questa volontà va amata!
E io….. L’amo!
Fai di me quello che tu hai stabilito fin dal principio dei tempi….
Ci riuscirò?  Aiutami, perché è dura.
Sono riuscito ad andare a trovare Manuela, ricoverata nello stesso reparto.
Però,…  Gesù quanta sofferenza!  Non ti chiedo perché……. Lo so!
Nel pomeriggio è venuto a trovarmi Walter, mio carissimo amico.
Spesso mi porta conforto e compagnia.
Verso sera arriva la Gianna con don Andrea che mi porta la Comunione. Chi è più beato di me?
Poi….la notizia!  Domani si torna a casa….. Grazie dott. Diurno.
Evviva, non sono ancora morto!

                                                                              

  LA PIETRA D’ANGOLO
di Stefania



“Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo “At4”
Questa frase detta da Pietro, colmato di spirito Santo,  era già stata profetizzata nei salmi, quindi prima della venuta del nostro Dio sulla terra,  attraverso Gesù e la leggiamo nel nuovo testamento,  attraverso gli atti degli apostoli (At4,11), quindi in quella parte del Vangelo dove la parola di Dio ci dà la testimonianza di quello che hanno fatto gli apostoli,  dopo la resurrezione di Gesù,  e dopo che è  salito al cielo, avendoli prima Donato e lasciato il suo Santo spirito,  il giorno della Pentecoste,  come Gesù gli aveva promesso “Non vi lascerò orfani tornerò da voi….”Gu14,18. Il solito spirito Santo, che continua ad esserci donato anche a noi, attraverso il sacramento del battesimo, e che abbiamo arricchito e confermato noi stessi il giorno che abbiamo ricevuto il sacramento della cresima. Ma Gesù che è la pietra più importante per poter costruire, non è stato riconosciuto, ed è stato scartato. È stato predetto e così è successo.  E noi oggi come ci stiamo comportando?? Cosa ne abbiamo fatto dei nostri sacramenti che abbiamo ricevuto?? Diceva S. Leone Magno: “Ricordati o Cristiano che ricevendo il battesimo sei diventato Tempio dello spirito Santo, non scacciare l'ospite divino con il peccato.” Ahimè quello che successe agli uomini di allora, si ripresenta anche oggi, l’abbiamo eliminato il nostro Dio, dalla nostra vita terrena, vita che lui, ce l'ha donata e per poter vivere con lui…. non abbiamo osservato il suo primo comandamento,  e poi oggi gli altri….”non avrai altro Dio al di fuori di me”….Al suo posto,  abbiamo preferito scegliere di metterci altri idoli (ognuno di noi ci ha messo i suoi…), e questo spesso senza neppure rendersene conto,  e questi ci hanno resi loro schiavi e non liberi a scapito di quello che veramente è essenziale nella nostra vita terrena e che ci rende liberi e ci porterà alla nostra vita eterna…Gesù… Non possiamo più permettercelo di sbagliare strade  di non metterlo al centro della nostra vita,  e quindi di conseguenza di buttare via del tempo prezioso per la nostra vita e per le generazioni future e non possiamo essere realisti e dimenticarci che Dio attraverso la sua parola ci dice: “Gesù Cristo e nessun altro può darci la salvezza “ (At11,12). Senza Dio nella nostra vita terrena quotidiana, possiamo solo arrivare al mondo in cui tutti ci siamo dentro e ne abbiamo la prova nel nostro vivere quotidiano.  Questo non è il mondo che Dio ha creato per noi, sue creature, e che lui vuole per noi e che il nostro creatore ci ha donato per vivere dentro, camminando quotidianamente assieme a lui, e che ciascuno di noi “dovrebbe” custodire e migliorare facendo buon uso di quei doni che lui ad ognuno di noi ha donato, per poterci aiutare reciprocamente vivendo già qui sulla terra nella pace, nell’amore e nella giustizia, attraverso, mi ripeto le nostre sane relazioni reciproche.  Gesù è venuto tra noi per dirci:” se osserverete i miei comandamenti, riavrete nel mio amore” (Gu15,10). Quindi vivendo ciascuno il nostro quotidiano, non staccato dalla realtà,  sappiamo che è pieno di sofferenze,  di regole non rispettate, di tante parole e non di fatti, di ingiustizia,  di disperazione e anche di tante indifferenza, quindi non possiamo assolutamente affermare che ci siamo impegnati,  quotidianamente a concretizzare il comandamento dell'amore che ci ha donato e portato Gesù, E che sintetizza i dieci comandamenti, Mc1230,31: “ amerà il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima,  con tutta la tua mente e con tutta la tua forza.  Il secondo è questo amerai il tuo prossimo come te stesso “. È come ci dice papà Francesco: “i dieci comandamenti ci indicano una strada da percorrere è costituiscono anche una sorta di codice etico per la costruzione di società giusta a misura dell'uomo “. E quanto, non rispetto abbiamo anche avuto con la nostra natura…. Che come dice Papa Francesco:” la natura non perdona i nostri sbagli. Ma Dio ci perdona, se lo vogliamo “Dio non ha mandato suo figlio per condannarci ma per salvarci, dice il più importante manuale al mondo di comportamento, il Vangelo.  Le palme sono passate e così anche la Pasqua in quelle domeniche vedendo tanti di noi cristiani a messa, riflettevo e facevo dentro di me delle considerazioni: meno male che almeno in queste domeniche “alcuni cristiani “ che non frequentano la Chiesa hanno accolto l'invito da fare festa con il festeggiato,  con Gesù,  ma quanti,  purtroppo pur festeggiando la Santa Pasqua non hanno trovato neppure queste domeniche il tempo , per accogliere l'invito… Ma ahimè anch'io ho fatto così purtroppo per un periodo della mia vita cristiana (pur avendo fatto il catechismo e avendo anche frequentato l'oratorio  nella mia fanciullezza e preadolescenza ) non accogliendo a volte l'invito,  o andando a messa solo per Natale e quelle domeniche delle palme e di Pasqua,  ma le altre domeniche ?? Dove finiva la mia cristianità?? Il mio credere in Dio dove finiva?? E al mio spirito Santo, quanto calcare mettevo attorno?? E meno male che circa una ventina di anni fa attraverso l'iscrizione al catechismo di nostro figlio, abbiamo ricevuto come genitori, l’opportunità di riprendere il nostro cammino Cristiano, anche se in maniera non proprio consapevole, cammino Cristiano che purtroppo sempre inconsapevolmente si stava fermando.  Ma ahimè, ricordo benissimo, anche perché l'errore è stato ripetuto per ogni anno; quando terminava l'anno catechistico, puntualmente terminavamo di andare a messa, e si riprendeva con l'autunno,  che assurdità  che differenza c'era tra quelle domeniche che si erano frequentate , e quelle nell'estate.  E poi che esempio davano a nostro figlio?? Gesù era sempre lì ad aspettarci… e quanto avevano ragione quei sacerdoti,  che a turno ogni anno,  attraverso il sacramento del perdono,  la confessione,  ci dicevano ad ognuno,  che Gesù non va in vacanza,  quanto ero superficiale….e mi ricordo anche che in quel momento pentita,  mi riproponevo  nell'estate futura di non ripetere più quello sbaglio , ma ahimè rimane solo un proposito…….meno male che Gesù è anche misericordioso e che ha tanta pazienza,  perché per dire basta alla mia superficialità,  ahimè c'è voluto un po'……e quanto,  l'altra mattina ho dato veridicità alle parole apprese dall'omelia  di padre Enrico che ci diceva:” a che cosa giova,  avere lo spirito Santo dentro di noi,  se lo teniamo imprigionato nella nostra ignoranza e non ci fermiamo nella chiesa di Dio? E poi ha concluso non soffochiamolo spirito Santo “. Ricordo a chi volesse partecipare che il 19 maggio nella nostra Luni, con il vescovo Giovanni, c’è la veglia di Pentecoste, per rivivere il dono dello spirito Santo e della nostra mamma celeste che il mese di maggio è a lei dedicato possa sostenerci e aiutarci a non soffocare lo spirito Santo che è in noi. Buon cammino quotidiano di conversione e se rimaniamo uniti alla chiesa non possiamo perderci.


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