N° 3 - Marzo 2018
La Redazione
  Don Felice Viani
di La Redazione


Il mese scorso si ricordava il 40° anniversario dalla morte di don Felice Viani, parroco nella nostra comunità che ha profuso impegno ed energie per l’edificazione della nuova chiesa di Caffaggiola.

Riportiamo qui di seguito un tema da lui svolto in giovane età sulle differenze sociali.

   TEMA

DIFFERENZE SOCIALI

          Sel da l’opra gagliarda,

          Dal lavoro che sana e che redime

          E riconduce a Dio, franchigia avrai;

          Questo è il tuo fato. (Anzoletti)

 

L’uomo fu sapientemente creato per unirsi in società: ciò dimostra il di lui linguaggio con cui manifesta agli altri il proprio pensiero, la impotenza a procurarsi da se stesso il necessario per la conservazione della vita, a discernere le cose utili dalle nocive, al perfezionamento suo morale ed intellettuale. Ma questo naturalmente importa disuguaglianza fra gli uomini.
La società è paragonata al vostro corpo organico-. Ora se tutte le parti di tal corpo fossero l’occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse l’odorato, tatto e via di seguito, dove sarebbe la varietà degli organi, armonicamente regolati?
Ci piacerebbe che tutti gli uomini fossero uguali? Che tutti gli alberi fossero precisi l’uno all’altro? No certamente: ci vuole un po' di tutto al mondo: è bello perché è vario. Così può dirsi dell’umanità: la disparità di condizioni fa sì che gli uni abbiano bisogno degli altri, che i ricchi si accostino ai poveri, che il debole si appoggi al più forte…. Solo in tal modo si sviluppano le virtù, si attua l’armonia sociale. Il ripudiare le differenze sociali sarebbe un ripudiare senza accorgersene il progresso civile da cui dipendono arrestando l’umanità alla condizione degli animali, e, tutto al più, di quei selvaggi che avanzando con moto lentissimo e quasi impercettibile paiono rimanere sempre gli stessi.
Senza classi dirigenti sia nel pensiero che nel comando, non si può concepire ordine e vita sociale; senza classi economiche distribuite secondo le diverse funzioni, distribuite per mestiere secondo le capacità di ognuno, non è possibile alcun incivilimento. Essendovi fra gli uomini delle disuguaglianze di salute, di forza, di ingegno, di volontà, è assurdo e ridicolo il sostenere che ogni individuo debba occuparsi della sua medesima, e tutti debbano quindi possedere allo stesso modo. È necessario l’artista, lo scienziato, l’uomo d’armi, l’uomo di preghiera, il dottore, l’artigiano, il ricco e il povero, tutti insomma devono vivere con diversità di carriere e di mestieri. Chi ci procura i piaceri dello spirito, chi gli agi di cui tanto oggi godiamo, chi dà la pace, la tranquillità alle anime v’è chi ridona l’energia alle nostre forze fisiche, chi ci difende e, vinti, ci libera dalle mani del vincitore, chi facilita e rende piacevole la vita, mettendo a disposizione degli altri una infinità di mezzi: vi sono finalmente coloro che, disponendo di maggiori ricchezze, possono all’uopo soccorrere i bisognosi, i quali a loro volta servono per placare l’ira di colui la cui vita è coi servi. Il possidente deve offrire al mercato quello che ha: il proprietario di terreni e case; il capitalista, capitali; l’imprenditore prodotti dell’officina; e chi non ha né terre né capitali offra lavoro; certo uno lavora di più uno di meno, meglio o peggio così alcuni ottengono frutti maggiori altri minori, altri uguali; chi fa più leva va più innanzi, chi ne manca rimane indietro: donde fosse di là l’esuberanza, di qua il difetto, lo sfarzo dell’opulenza e il doloroso contrasto della miseria. È un male sicuramente: ma peggio sarebbe il mantenere tutti pari, sarebbe tanto di perduto per gli uni e nulla di guadagnato per gli altri, con detrimento di tutti, restando impediti i migliori. Ma tutti però operano col braccio o col pensiero, colle potenze fisiche o morali, recando il loro piccolo contributo al miglioramento sociale.
Il lavoro tutto può, fu detto e nulla si può senza il lavoro; è un dovere verso Dio e gli uomini, una nostra necessità, a tutto si deve: è il più efficace educatore del carattere, è indispensabile per la nostra felicità. Sol dall’opra gagliarda noi godremo perfetta salute, giacché il cervello che non pensa e non lavora mai s’impigrisce e a poco a poco s’atrofizza al pari di minuscoli che non si muovono. Applicandosi di continuo potremo migliorare le condizioni in cui veniamo, diverremo più liberi, più forti, benemeriti della società, cari a Dio. Siamo paghi del nostro fato che ci addita un vasto campo di lavoro, e se alle volte ci è dato osservare delle sorti che ci paiono eccessivamente più belle delle nostre non desideriamole, senza curarci di loro guardiamole con occhi compassionevole. Ecco un potente personaggio che abita in sontuoso palazzo, riverito da tutta la moltitudine e forse temuto, che bieco guardando attraversa la città in carrozza con lungo seguito di camerieri in alta livrea.
Sembrerebbe l’uomo più felice: parrebbe che costui, senza pensieri e preoccupazioni, sprezzatore d’ogni legge e d’ogni divinità, cerchi solo sfamare le sue voglie in gozzoviglie, condurre a fine i suoi tristi disegni, ponendo il misero sgabello ai suoi piedi. Eppure questa felicità è spesso più apparente che reale; chissà quante volte il ricco invidia la tranquilla rassegnazione del povero; l’artigiano che la sera posa contento le ruvide mani per il maneggio della pialla, sulla testolina del sorridente viso del suo bimbo caro; il villano che trascorsa la giornata ai dardi infuocati del sole, lieto della copiosa messe, torna, al suono di squilla lontana all’umile casetta, per consumare nella quiete della famiglia il frutto delle sue fatiche. Mira invece i penetrali del dovizioso padrone e l’addentra; inabile al lavoro e quindi timoroso di cadere nella più abietta miseria se tarlo o ladro lo priva dei suoi tesori; la sua vita è un susseguirsi di sospetti, di ansie mortali. Quel viso spesso così allegro e spensierato, dissimila un cuore in cui cova rancore, delitto brutale, fiacco inquieto scontento di tutto e di tutti. Non vi è dubbio in quelle sale sfarzosamente addobbate di luci e damaschi a foggia principesca, in cui sogliono convenire liete brigate di giovani e donzelle, s’aggira più sovente la falce di sua maestà la morte, su di esse pendono più terribili le sciagure più tristi i destini. Oh sì! Tu sei il più felice! Reietto dal tuo simile, vai a volte ramingo cercando pane a fusto a fusto; tu che forse alla fatica lagrime e sangue mesci vivendo nel sudore di tua fronte. Fu Dio che pose tali disuguaglianze fra gli uomini di condizioni, di ceto, di mestieri, e ciò nell’abisso del Suo consiglio fece non senza alcun bene. Non stimare la tua vita misera, o lavoratore: il Figlio di Dio, piccolo artigiano, è per te luminoso esempio, poderoso incitamento.

Don Felice Viani

16/3/1927


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  Sightsavers
di Michela Ledi


La lettera di ringraziamento ricevuta dalla Sig^ Carla Beggi per l’iniziativa messa in opera e per la generosa sottoscrizione ricevuta.

Michela Ledi

Responsabile raccolta fondi

Sightsavers Italia onlus

  Pellegrinaggio Mariano mensile
di La Redazione


CHIESA DELLA SPEZIA - SARZANA - BRUGNATO

Pellegrinaggio Mariano mensile

presieduto da S.E. Mons. Luigi Ernesto Palletti

 

SABATO 1° marzo 2018

MONASTERO CARMELITANE SCALZE

Via E. Tori, La Spezia

 

Il pullman partirà da Ortonovo (Piazza del Municipio) alle ore 7:00, quindi via Isola,

Caffaggiola, Luni Mare, Fiumaretta.

Per prenotazioni od informazioni rivolgersi ad Agostino Cavirani

(Tel. 0187 660918 - 335 7455727).

  Santa Maria Ausiliatrice
di La Redazione


Santa Maria Ausiliatrice, Isola

Sabato 24 marzo ore 17 Benedizione delle Palme e Santa Messa

Domenica 25 marzo ore 11:30 Benedizione delle Palme e Santa Messa

Giovedì Santo 29 marzo ore 18:30 Santa Messa in Caena Domini

Venerdì Santo 30 marzo ore 18:30 funzione della Croce

Ore 21 VIA CRUCIS dalla chiesa di Isola alla chiesa di Caffaggiola

Sabato Santo 31 marzo ore 21 Veglia Pasquale

  SS. Filippo e Giacomo, Nicola
di La Redazione


SS. Filippo e Giacomo, Nicola

Giovedì Santo 29 marzo ore 16 S. Messa in Caena Domini

                                              Venerdì Santo 30 marzo h 16 Adorazione della Croce
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