N° 1 - Gennaio 2018
Spiritualità
  La parola a Don Carlo-Natale. Una nuova vita.
di Don Carlo


“Il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce, su coloro che abitavano l’ombra della morte, una luce rifulse.” (Isaia). Le parole del Profeta sembrerebbero essere in sintonia con le nostre città, le nostre piazze, le nostre case illuminate a festa. Le nostre strade appaiono come fiumi in piena di luci variopinte che inondano tutto quello che incontrano sul loro cammino. Desidero riflettere, pensare; ma è proprio vero che l’uomo in questo tempo vive una gioia così grande, la luce artificiale che abbellisce il nostro ambiente, corrisponde alla luce del nostro cuore?
Mentre rifletto su questo grande mistero, scorgo un titolo molto interessante sul giornale cattolico “Avvenire”, scritto da Ravasi: “Il pianto di Dio”. Subito penso a Gesù Bambino nella mangiatoia che si offre nella sua sorprendente semplicità e innocenza a noi uomini.

Le lacrime di un semplice bambino che è nato manifestano la tenerezza di Dio che ascolta l’invocazione di aiuto che sale da un mondo così immerso nel dubbio, nel terrore, nell’insicurezza. Dio nel suo figlio Gesù Cristo prova per la prima volta il sapore amaro delle lacrime, mentre l’uomo sperimenta la gioia perfetta nel fratello Gesù. E’ questo il mistero dell’incarnazione, il cuore del Natale e della fede cristiana.
E’ lì la sorgente della nostra speranza, verso quella grotta muoviamo i nostri passi, alziamo le mani infiacchite e solleviamo il nostro sguardo e guardiamo stupiti e meravigliati alla grandezza dell’amore di Dio, in un bambino Cristo Gesù che solleva le sue deboli braccia per ricordarci che qualcuno ci ama. In questo tempo di grazia abbiamo assistito all’annuncio degli Angeli che indicavano in quella mangiatoia il punto di riferimento di ogni uomo, alla testimonianza dei pastori che fidandosi scoprirono la luce della vita e diventarono portatori della grande gioia: Oggi nella città di Davide è nato il Salvatore”. Anche i sapienti cercano Lui, la salvezza. Lo cercano nel firmamento, ma anche nel loro cuore; nel silenzio ma anche nelle domande che pongono agli uomini, compresi gli Ebrei e le loro Sacre Scritture. Vedono una stella levarsi nel firmamento in un modo insolito, ed ecco, per una dolce condiscendenza di Dio, la loro scienza astrologica diviene il solo modo per rispondere all’attesa del loro cuore innocente. Il cuore avrà certamente tremato un po’ quando la loro scienza unendosi all’idea vaga diffusasi intorno a loro che gli Ebrei attendevano un salvatore, prendeva l’aspetto di una esigenza pratica, quella di un viaggio molto concreto da intraprendere. Si saranno spaventati della loro stessa audacia: non era forse peccare di mancanza di realismo e di senso pratico l’aver preso così seriamente le nobili conclusioni della ragione teorica? Ma no, sono forti e animati da un santo coraggio. Si inchinano e partono.
Ecco, appena hanno abbandonato le loro case e si sono fidati di Dio, il loro cuore si fa subito più leggero. Affrontano percorsi difficili e misteriosi, ma, agli occhi di Dio quello è proprio il solo itinerario che conduce a Lui poiché lo cercano con confidenza. La stella luminosa della Verità li conduce nei sentieri del tempo e della storia e illumina le loro menti e il loro cuore, e finalmente si ferma, indicando il luogo dove è nata la vita. Stupiti e meravigliati di questo grandissimo evento si prostrano in silenzio e in adorazione, consapevoli di aver trovato la Risposta solenne all’inquietudine della storia umana e diventano annunciatori di questa grande salvezza.
Accettiamo anche noi questo annuncio di speranza e facciamo diventare la nostra vita il cammino verso l’Eternità, anche per noi si leverà la stella luminosa che diventerà compagna inseparabile della nostra vita.

Buon cammino


  “DIO SI E’FATTO COME NOI PER FARCI COME LUI”
di Stefania


  


 (ovvero, il senso dell’appartenenza )

Quante volte nel corso della mia vita ho cantato questa semplice, ma tanto evangelica, canzone durante la S. Messa nel periodo dell’Avvento e del S. Natale, unendomi al coro come tutti i partecipanti al rito sacro! Insieme ad altri motivi religiosi l’ho cantata fin dalla mia preadolescenza, quando facevo parte del coro della parrocchia di “Maria Ausiliatrice”. Ma, ahimè, mi univo agli altri solo attraverso il canto, senza dare il giusto valore alle parole e ai vari momenti, e così mi comportavo per quasi tutta la partecipazione alla S. Messa. Ciò mi impediva, senza ovviamente averne la consapevolezza, di vivere con intensità il sacro rito. La S. Messa è il mezzo per conoscere Gesù sempre più, per incontrarlo sempre più nella S. Eucarestia e uscire di chiesa come veri cristiani, sempre più vogliosi di migliorarci, per poi vivere reciprocamente le nostre relazioni quotidiane.
Infatti, come mi ha reso consapevole il mio padre spirituale, ogni S. Messa è per ciascuno di noi peccatori, nessuno escluso, l’opportunità, l’occasione di guarigione della nostra anima, è uno stile di vita, un ritorno e un riavvicinamento a Colui che ci ha creato e che ci ama così tanto da mandarci Gesù per farsi conoscere e aiutarci a diventare come Lui ( se lo vogliamo. Libero arbitrio). “Si entra per amare Dio e si esce per amare il prossimo”
( così è scritto nella nostra chiesa di Luni ). Ma perché mi sembrava di uscire dalla S. Messa senza averla vissuta e partecipata, ma solo ascoltata e frequentata, trasformandola da bisogno primario qual è in un dovere o in un’abitudine, buona quanto si vuole, ma pur sempre un’abitudine? Perché non avevo mai letto il libro più importante al mondo, che è il nostro manuale di comportamento, Il Vangelo, che, come ho ascoltato in un’omelia, mi migliora, ci migliora e migliora la società. Essendo la parola di Dio, ci permette di entrare direttamente in relazione con la persona più importante al mondo indicandoci “la via, la verità e la vita.” Oltre alla mancata lettura del Vangelo, non mi ero ancora preoccupata di conoscere e approfondire il significato e il valore dei gesti fatti durante la S. Messa, che, di conseguenza, facevo meccanicamente, senza unire la mia mente al cuore, altrettanto facevo con le preghiere come il Gloria, il Credo, la nostra professione di fede, il Padre Nostro o la Salve Regina, che spesso viene detta al termine del rito.
Mi erano sconosciuti persino il valore e il significato delle varie parti in cui si distingue la Messa, sebbene ben evidenziate nel foglietto  che ciascuno di noi tiene in mano ogni domenica. Né ero a conoscenza che la Chiesa siamo noi battezzati, cioè noi appartenenti alla nostra comunità, perché con il Battesimo si diventa cristiani, quindi appartenenti a Cristo, e, come sottolineava in una sua recente omelia don Carlo, ogni giorno dobbiamo impegnarci a percorrere la via santa che inizia dalla fonte battesimale e giunge alla santa Gerusalemme.
Ha detto Gesù a suor Josefa Menendez ( dal libro ‘ Invito all’amore’ ): “ Se cercate la ricchezza , io sono la ricchezza senza fine; se bramate la pace, io sono la pace, io sono la misericordia e l’amore. Voglio essere il vostro Re”. (Queste sono le parole di Gesù, ma ci pensiamo?)

Ora, dopo tanto tempo e tante incertezze, non ho più dubbi; le mie manchevolezze erano dovute anche alla mancanza di adeguate basi catechistiche. Sebbene credente, e spesso anche praticante, dimenticavo troppe volte chi è il vero protagonista del S. Natale e quindi non riflettevo perché Dio si è fatto uomo come noi nella sua prima venuta attraverso Gesù; quindi non mi rendevo conto della necessità di doverci preparare, per mezzo della nostra quotidiana conversione, all’incontro con Gesù, quando tornerà nella potenza e nella gloria regale, per giudicare definitivamente i vivi e i morti, come ripetiamo nella professione di fede ( il Credo ). Quello sarà un giorno tremendo o glorioso, come ricorda il sacerdote durante la Messa. 
Ma, allora, viviamolo ogni giorno il S. Natale, in modo gioioso e pieni di speranza, perché Gesù è venuto per salvarci, se lo vogliamo, e non per condannarci. Sappiamo bene: “Dio si è fatto come noi, per farci come Lui; “Vieni Gesù resta con noi”; “Viene dal grembo di una donna, la Vergine Maria”; “Tutta la storia lo aspettava”; “Egli era un uomo come noi e ci ha chiamati amici”; ci ha dato la sua vita insieme a questo Pane; noi che mangiamo questo Pane saremo tutti amici; noi che crediamo nel suo amore vedremo la sua gloria.
Buon Anno a tutti noi nella speranza che l’anno nuovo possa portarci tanto rispetto reciproco, libertà vera, pace vera e tanta consapevolezza di responsabilità e di giustizia anche in coloro che guidano le nazioni. E ancora, armonia e amore, un grande senso di appartenenza nelle nostre famiglie, nel nostro ambiente di lavoro, nelle nostre associazioni di volontariato e nella nostra unica Chiesa. Buon cammino quotidiano di conversione e di fede per ciascuno di noi, perché, come mi dice il padre spirituale, se siamo uniti tra noi, in sintonia con la nostra Chiesa, non possiamo perderci.


<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti