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DIARIO DI UN PELLEGRINO
di Gualtiero Sollazzi
DEFICIT DI GIOIA
La gioia è tema rifiutato.
La situazione economica è tale, da far dire con Benigni e Troisi, “Non ci resta
che piangere”. Gli studi degli psicologi sono intasati di depressi; in tante
case si sente l’odore della povertà. Eppure per il cristiano c’è un invito, non
legato alle vicende contingenti: gioire. Un gioire che non chiude gli occhi
“alle tristezze e angosce degli uomini”, non vincolato alle cose se vanno bene:
si tratta di un gioire profetico.
Impressiona un’antifona del Venerdì Santo: “Dal legno della Croce è venuta la
gioia in tutto il mondo”. Un giornalista, Paolo Giuntella, ha scritto in
occasione della morte di un amico: “La questione è se restare come citrulli
repressi ai piedi della croce anche dopo la Resurrezione, o se invece prendere
la via di Emmaus e andare a festeggiare la rivincita sulla morte e l’apertura
della strada verso la felicità.” Forse, la vera gioia è ancora da scoprire. Ci
dà una mano Paolo, quando afferma: “Sovrabbondo di gioia nelle mie afflizioni”.
Quest’uomo non vuol farsi del male da solo: scommette nella fede, sulla
speranza e sull’amore. Nella Veglia pasquale, viene cantato l’Exultet, testo
stupendo della vittoria del Crocefisso che rischiara ogni tenebra di sofferenza
e di morte. Si dice, con note bellissime: “E la notte sarà mia luce e mia
gioia.” Una bella spinta per cancellare un deficit pericoloso.
CORRUZIONE
“Se non combatti per porre
termine alla corruzione e al marciume, finirai col farne parte” cantava Joan
Baez. In Italia pare che si combatta poco, visto che siamo al 69° posto per
trasparenza e considerati fra i paesi più corrotti d’Europa. Tristissimo. Oltretutto,
c’è una rassegnazione diffusa, di fronte a una corruzione nauseante. Fra i
“rassegnati”, anche i cristiani, purtroppo.
Conviene avere presente l’insegnamento di Honoré de Balzac: “ La rassegnazione
è un suicidio quotidiano.” E’ amaro “L’’apologo sull’onestà nel paese dei
corrotti” di Italo Calvino. “In quel paese di gente che si sentiva sempre con
la coscienza a posto loro erano i soli a farsi sempre degli scrupoli, a
chiedersi ogni momento cosa avrebbero dovuto fare. Così la controsocietà degli
onesti forse sarebbe riuscita a persistere ancora, senza altra pretesa che di
vivere la propria diversità, e a questo modo, magari, avrebbe finito per
significare qualcosa d’essenziale per tutti.” Cosa si arriva a fare, invece,
per una sistemazione non meritata. Sarebbe l’ora che in politica, per esempio,
i cattolici testimoniassero l’onestà: alla De Gasperi. Sarebbe bello che i
cristiani gridassero: “Non è lecito! “senza paura di pestare i piedi.
Che i giovani, il nostro futuro, si incendiassero al fuoco delle parole di don
Tonino Bello: “ Non barattate mai l’onestà con un pugno di lenticchie.”
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LA BELLA NOTIZIA
di Giuliana Rossini
Mi piace
molto partecipare, nel periodo di Quaresima, alla Via Crucis.
Meditare, attraverso la passione di Gesù, su tutto l'amore che Egli ha
riversato sull'umanità, fino a dare la sua vita per tutti, liberandoci dalle
nostre colpe alla conversione, amandoci per primo, benchè noi fossimo ancora
nel peccato.
Quest'amore ci interpella e ci chiama alla conversione. Gesù prende su di sé la
croce, modello luminoso per tutti, e ci appare come un agnello innocente, come
pecora muta difronte ai suoi tosatori (cfr. Isaia, 53,7): anche noi dobbiamo,
per quanto ci è possibile, accogliere la nostra sofferenza con pazienza ed
umiltà.
I nostri peccati, che Egli si è addossato, però, sono troppo grandi: odi e
violenze che sfociano in guerre assurde con migliaia e migliaia di vittime, tra
cui innumerevoli bambini uccisi, torturati, senza cibo né acqua.
Privo di forze, Gesù si accascia sotto il peso della croce. Solo il Suo grande
amore per noi ed il dolore della Madre Sua, che lo segue col cuore schiantato,
lo aiutano a rialzarsi.
E tuttavia le nostre colpe sono troppo grandi. E se ieri i sacerdoti e gli
scribi non hanno accolto Gesù come Figlio di Dio, oggi, in pratica, lo abbiamo
sloggiato dalla nostra vita, credendoci, a nostra volta, simili a dei:
riteniamo di avere potere di vita e di morte, travisiamo i concetti di bene e
male e, in nome di una falsa libertà, pensiamo che tutto ci sia permesso. E
così Egli, l'incolpevole, piagato, schernito e offeso, cade per la seconda
volta.
Non che non sia circondato dalla pietà di alcune pie donne, come la Veronica,
ma il dolore per la nostra indifferenza ed il nostro distacco, nonostante i
doni che ci ha elargito, oggi come allora, è troppo grande; perfino gli
apostoli lo hanno abbandonato. Ed Egli stramazza al suolo per la terza volta.
Spogliato delle sue vesti, inchiodato alla croce, vive l'ultimo e più terribile
abbandono. Nel buio che precede la morte, si sente abbandonato persino dal
Padre:” Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt. 27,46)
È in questo preciso momento che il Figlio accoglie su di sé tutti i nostri
peccati, i nostri rifiuti, le nostre sofferenze, le nostre brutture... ma li
supera affidandosi al Padre, che ora non chiama più Dio, ma Abbà (Padre) e
nelle cui mani consegna il proprio spirito. Muore e morendo vince la morte.
Le donne che, il primo giorno dopo il sabato, si recano al sepolcro con aromi e
oli profumati con cui ungere il corpo di Gesù, trovano la tomba vuota. Due
giovani uomini in abiti sfolgoranti dicono loro che Gesù è risorto.” Perché
cercate tra i morti Colui che è vivo?” (Lc. 24,5)
La Quaresima ci ha condotto verso una mèta sicura: la Pasqua di Resurrezione!
Grazie Gesù per essere morto e risorto per me! Tu sai che gli avvenimenti di
questi tempi, che hanno avuto una grande risonanza su tutti i media, mi hanno
riempito il cuore di grande amarezza, ma Tu sei risorto!
E risorgendo hai rimesso ogni cosa al proprio posto: fai risplendere il bene,
anche se hai misericordia per chi non è in grado di riconoscerlo e ci mostri
che ogni vita è preziosissima e degna di essere vissuta. Non solo, ma ci
innalzi alla dignità altissima di figli di Dio, in grado di accoglierti e di
uniformare la nostra vita alla tua.
E questa è la bella notizia! Ci apre le porte del regno e cambi radicalmente la
nostra storia, se solo vogliamo seguirti, perchè il Padre Celeste agisce per il
nostro bene ed ha un piano d'amore per ciascuno di noi.
Noi che, prima, eravamo tristi e sfiduciati, come i discepoli di Emmaus, perchè
non ci accorgevamo che Tu ci camminavi a fianco, spiegandoci il senso delle
cose: ora abbiamo la certezza che sei risorto, vivo in mezzo a noi, e possiamo
percorrere il nostro cammino, sorretti da Te, lungo tutta la nostra vita. Più
ti cerchiamo e più siamo sicuri di incontrarTi.
Ma ci chiedi di accogliere il dolore (proprio come hai fatto Tu): non possiamo
scansare le piaghe presenti in noi e nei nostri fratelli. Ci proponi come
modello il Cireneo che si è addossato la Tua croce, condividendo le tue pene e
ci esorti ad amarci gli uni gli altri nella misura in cui hai amato Tu, fino a
dare la vita. Solo così possiamo sperimentare l'unità, la comunione e la
fratellanza tra tutti.
Pasqua è credere in modo evangelico, cambiare il nostro comportamento,
uniformandolo alla Parola di Dio e testimoniando Gesù con la nostra vita.
BUONA
PASQUA!!
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