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Dal Santuario
di P. Mario Villafuerte, rettore.
Carissimi, vi giunga come
sempre il mio più caro augurio di pace e bene nel Signore!
Mi trovo ancora in terre centroamericane, da qui ho colto, insieme a padre
Carlos, la triste notizia del decesso di Walter, anche se eravamo consapevoli
dell’avanzamento della malattia comunque la notizia ci ha colti impreparati,
anche perché il giorno prima avevamo parlato telefonicamente con lui e la sua
voce dava segni di speranza, di qualche piccolo miglioramento.
Gli ultimi giorni della vita terrena di Walter, come sapete, sono coincisi con
i giorni del Capitolo generale della nostra Fraternità, e così durante la messa
di ogni giorno abbiamo pregato per lui affinché il suo passaggio non fosse più
doloroso di quello che già ne era e poi, appena saputa la notizia della sua
morte, abbiamo offerto la Santa Messa in suo suffragio e lo stesso padre
Fabian, ex Generale della Fraternità, volle essere vicino alla famiglia di
Walter e alla comunità di Ortonovo con il messaggio che è stato inviato a nome
di tutti i padri Capitolari.
Ringrazio la famiglia di Walter per invitarmi a scrivere un pensiero di lui in
questo giornale a cui, come tutti sapete, teneva tanto e per il quale ha
lavorato fino all’ultimo giorno della sua vita terrena; queste non sono parole
di circostanza, lo testimonia il fatto che abbia curato l’ultimo numero
addirittura dal suo letto di malattia!
Posso dire che è questa l’immagine che mi rimane di lui: una persona tenace,
perseverante fino all’ultimo anche se fosse quasi l’unico a credere in alcune
iniziative; penso al pellegrinaggio mariano mensile, all’adorazione eucaristica
in seminario o quella interparrocchiale e, certamente, a questo stesso
giornale.
In ogni caso era molto “sanguigno”, cioè credeva fino in fondo, con anima e
cuore, e cercava di trascinare gli altri, a volte, purtroppo, con poca
risposta; per questo talvolta rimaneva male, ma poi ripartiva alla carica
consapevole che era questa la sua
missione: contagiare gli altri di quell’ardore che sperimentava nel suo cuore
per Gesù Cristo e per la sua Chiesa, così come anche per il Santuario del Mirteto
dove saliva ogni sabato mattina per unirsi a noi sacerdoti nella preghiera del
mattino e poi partecipare alla Santa Messa in onore a Maria Santissima. Era in
quei pochi minuti prima della Messa, che spesso rimanevamo io e lui in
sacrestia che parlavamo un po’,di tante cose ed è stato proprio lì che mi ha
confidato i nuovi problemi di salute che doveva affrontare, ma lo ha fatto come
sempre con parole di fede, infatti mi ha detto a grandi linee così: “Devo
affrontare un altro pezzo del mio Calvario personale, ma non sono preoccupato
per me, io accolgo quello che Dio vuole da me, mi preoccupa la mia famiglia, ho
paura che non reagiscano bene”. Infatti ha scritto nel libro del pellegrino del
Santuario e ha chiesto al Signore e alla Madonna aiuto e sostegno per lui e per
i suoi.
Sicuramente ci sono tanti ricordi su Walter e tanti di voi ne avranno molti più
di me, ma io ho voluto ricordarlo in questo modo e ringrazio il Signore per
avermi permesso di trascorrere un pezzo
della mia vita e del mio ministero sacerdotale insieme a lui.
Ora che gode già della visione beata di Dio e del sorriso materno della
Madonna, possa essere intercessore tenace presso Dio per la crescita spirituale
di questo suo caro Ortonovo!
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E’ l’attesa la misura di tutte le cose
di Romano Parodi
Dopo la morte di mia moglie,
andai a trovare la Anna d’ Gidio, madre di Walter, da tempo inferma. Mi
abbracciò, le chiesi come stava, mi rispose: “Sono in attesa, la Rosanna si è
tolta il pensiero”.
Tanto tempo fa, ho avuto un orologio da taschino, che da mio nonno è arrivato a
mio padre e poi a me: una “cipolla”. Lo aprivo in continuazione.
Volevo sincronizzarmi con il tempo che passava inesorabile. Mi faceva meditare.
C’è più tempo che vita. Il tempo non finisce mai, mentre la vita, ogni suo
atto, è legato allo scorrere dell’orologio. All’attesa anche dell’inevitabile.
Una persona importante per te che viene ricoverata. La lunga attesa di qualcosa
che non vogliamo immaginare, di cui non possiamo parlare, il momento nel quale
lei diventerà per sempre inafferrabile, e saremo irraggiungibili l’uno per
l’altro. Cinque anni fa, dopo un’allucinante attesa, mia moglie si spegneva nel
suo letto, fra le mie braccia. La malattia l’aveva spolpata, come un cane fa
con un osso. Ha combattuto fin che ha potuto, “come un leone”, dirà il prof.
Spinelli, poi si è arresa, perché la lotta era impari. Ma… “Se saprete
ricordarmi io sarò sempre con voi”. E noi ti ricordiamo sempre Rosi. Tuttavia,
nonostante il dolore, il senso di smarrimento, i grandi o piccoli sensi di
colpa che ci devastano l’anima, la vita intorno a noi non si ferma un solo
istante. E, anche se viene a mancare il punto di riferimento, a non fermarsi
non è solo la vita degli altri, ma anche la nostra.
E gli anni continuano a passare inesorabili. Siamo oramai sentinelle avanzate
su un terreno incognito. Assistiamo sempre più dolenti alla scomparsa di tanti
amici.
Walter, Walter, quanti ricordi ci hai lasciato. Quella colonna bianca parla più
di cento articoli. “Scusatemi tutti voi, cari lettori, se non sono riuscito a
portare termine a questo mio diario”, così finiva la tua vita terrena. Il
giorno dopo ci lasciavi. Stanne certo caro Walter, quella pagina la riempirà la
nostra Madonna del Mirteto. Lei conosce bene, dalla nascita alla morte, la
trama della tua vita. Nel suo grembo materno ha raccolto tutte le opere tue e
le consegnerà al suo figlio Gesù.
Novembre è il mese dei morti. Le foglie cadute dagli alberi, sospinte dal vento
ai margini della strada, raccontano a tutti la fragilità e la transitorietà
della vita vissuta sulla terra. Sapevo, attendevo, ma non riuscivo a crederci…
come Doré. Quando mi telefonasti la sua morte, rimasi annichilito, eppure lo
sapevo, e così anche la tua mi è giunta come un pugno nello stomaco.
Eppure Gianni mi aveva messo in attesa.
Come ha detto don Andrea, per la nostra comunità la tua presenza non sarà
facile da sostituire (Luciano Muracchioli, mi ha riferito che lo ha detto anche
il vescovo), ma in cielo, ne sono sicuro, suoneranno a festa, lieti di averti
in mezzo a loro. Ma più che il dolore e la profonda nostalgia di te, ti rende
vivo e presente a tutti noi la fede in Cristo Gesù, sulle cui tracce tu, non ti
stancasti mai di camminare. “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me
non vedrà la morte in eterno”. Tu dunque sei.
Non avviciniamoci alla sua tomba piangendo. Non c’è. Non dorme lì. La
morte non ha trionfato sulla sua persona ma solo sul suo corpo.
“Quando non ci saremo più, non cercateci dietro il freddo marmo di una tomba;
cercateci fra le cose che amavamo e che curavamo di più, perché solo lì ci
troverete”, così, insieme, ragionammo un
giorno. Li sopravvive la sua anima, e un giorno sarà ancora a Lui ricongiunta
nella gloria di Dio immortale. Tu caro Walter, vivi ancora per la fede in
Cristo da te lealmente professata. Dio, un giorno, soffierà sulla tua polvere
dispersa e dirà: “Alzati e cammina, la mia Chiesa ha ancora bisogno di te”. E
da questo cimitero sorgerà tutta una legione di amici e fratelli. Perciò noi
oggi, non addio ti diciamo, ma arrivederci. Tu intanto veglia sulla tua
meravigliosa famiglia, affranta, sui tuoi cinque splendidi nipotini. Veglia su
di noi perché continuiamo il tuo cammino, fatto di volontariato e di fede:
sempre al servizio della Tua Chiesa. Aiutaci ad avanzare ogni giorno di più
lungo la strada che tu ci hai tracciato. Prega anche tu per noi, come noi ora
preghiamo per te.
Amen
Fiorenza, Laura, Elena, dice sant’Agostino che Walter non è sparito, è solo
invisibile, e continuerà a tenere i suoi occhi pieni di luce, fissi nei vostri
pieni di lacrime: sempre, sino a
quell’Alba che mai avrà tramonto.
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Caro Walter,
di La comunità di Luni mare
La chiesa di San Lorenzo, il
piazzale, la collina erano gremiti attorno a te, che ci lasci e ti riunisci a
Colui che per anni hai reso reale e vivente con la tua azione semplice,
sorridente ed efficace.
Da Luni Mare eravamo almeno in cinque o più, perché tu ci hai fatto partecipi
della testimonianza cristiana, che rende saporita la realtà, la vita,
l’ambiente.
Se il nostro dolore è sentito, quanto più grande quello dei tuoi cari e del tuo
mondo, che tu hai sempre arricchito mettendo in pratica la parola di Gesù.
A Gesù ho chiesto di lasciarti pregare per i tuoi cari e per tutti, mentre noi
ti sentiremo presente e vigile, perché non sempre siamo così pronti e attenti
come sei stato tu.
Dobbiamo farcela, dobbiamo continuare la via che tu hai concretizzato. Ora con
Doretto, testimone di fede, restiamo vigili e non lasciamoci sopraffare dalla
facile via del lasciar perdere, tanto è così che va. Ma non è così che va,
infatti testimoniando la luce che Dio mette in noi, rendiamo migliore la
famiglia, l’ambiente, il paese, la vita.
Ora Walter, ti ringraziamo con tutto il cuore, ricordando la tua presenza, il
tuo rendere vivo anche la chiesa San Pietro e noi che andiamo contro corrente.
Ti pensiamo sereno nella luce di Dio mentre non perdi i tuoi cari e tutti noi.
Ci auguriamo di rivederti quando Dio ci chiamerà …..ed ora…..avanti con fede!
La comunità di Luni Mare
1 ottobre, 2016
Santa Teresa di Gesù Bambino
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Mio fratello
di Giuseppe
Mi è stato chiesto di
ricordare mio fratello Walter, su questa pagina del Sentiero, utilizzando
quanto ho detto in chiesa il giorno del suo funerale. Quelle parole mi
sembravano poca cosa già dette così, a voce e non credo che la forma scritta
possa migliorarle ma le riporto come le ricordo e in quella forma perché a
voler aggiustare qualcosa, spesso non si fa che peggiorarla.
Mi capita spesso, quando devo dire di qualcuno o qualcosa, di rimanere, dopo,
con l’amaro in bocca per non avere saputo esprimere non soltanto l’essenziale
di quella persona o di quella pagina, per esempio, ma neppure l’essenziale di
quanto mi stava a cuore di dire.
Una delle rare volte che questo non è successo è stato, per fortuna, a
proposito di Walter. Eravamo insieme ad un convegno a Sarzana, organizzato da
Paola Gari e alcuni suoi amici per ricordare la figura di padre Damarco e, tra
gli altri, erano stati chiamati a intervenire padre Giovanni Cereti il cui
libro “Per un Rinnovamento della Chiesa” (Marcianum Press, Venezia, 2015) è
stato l’ultimo che Walter ha letto con entusiasmo e che ha cercato di
diffondere. Da quel libro Walter ha
tratto il brano che è stato letto da padre Milton e che ci ha lasciato come un
ultimo saluto e conforto nel numero del Sentiero di settembre. Insieme a
Giovanni Cereti è intervenuto il professor Gaettano Lettieri, titolare della
cattedra di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all’Università La Sapienza
di Roma. Con il professor Lettieri avevo passato la serata del giorno prima del
convegno e parte della mattinata seguente.
A seguito delle conversazioni con lui, il professore mi attribuiva una
competenza sulla scrittura sacra del tutto immotivata e lasciamo stare. In ogni
caso, quel giorno Lettieri aveva fatto un bellissimo intervento che non poteva
non trattare anche della parola, quella che “era in principio ed era presso Dio
ed era Dio” e avendo la possibilità di fargli incontrare una persona che mi
stava tanto a cuore, ne ho approfittato per presentargli Walter e l’ho fatto
con queste parole: “Vede, professore, io non sono tuttalpiù che un glossatore
della parola ma mio fratello Walter vive la parola, vive nella parola”.
Ecco in quell’occasione e senza prepararmi, credo di essere riuscito a
esprimere non soltanto quello che mi stava a cuore di dire di Walter ma anche
la sua essenza di credente e praticante.
Don Andrea e Enzo Mazzini hanno già detto tanto e tanto bene di Walter e
altrettanto potrebbero fare molti qui presenti, della corale, degli amici del
Sentiero così come dei volontari dell’AVIS ma meglio di tutti potrebbero dire i
nipotini di Walter, perché mio fratello non era soltanto il miglior nonno del
mondo ma soprattutto il nonno preferito dai suoi nipoti che facevano a gara per
stare con lui e sedersi sulle sue ginocchia. In un’ipotetica prova del nonno,
con rispetto per gli altri nonni, per Walter non ci sarebbe stata partita.
Ho detto di Walter credente e nonno e per dirne più in generale, basterebbe
ricordare, a chi ha conosciuto mio padre, che di tutti i suoi sei figli, quello
che assomigliava di più a Olimpio era proprio lui. Walter gli somigliava tanto
oltre che nella forza fisica, anche nella fortezza morale e lo ha dimostrato
soprattutto nella sopportazione della malattia sempre e particolarmente durante
gli ultimi giorni. I giorni della pena e della coscienza quando cadono tutte le
scorie e il superfluo e dell’individuo rimane, quando c’è e nella misura in cui
c’è, un nucleo incandescente e luminoso che rimarrà nella memoria dei cari per
sempre. Walter, come trentaquattro anni fa mio padre, ha mostrato, nei giorni
che hanno preceduto la sua morte, la capacità di mantenere intatti tutta la
fortezza, l’altruismo e tutta la sua mitezza, la virtù a me e, credo, a lui,
più cara e più cara a Norberto Bobbio che dedica ad essa un libretto
meraviglioso.
Durante i giorni della malattia e dell’agonia di mio padre ho avuto il
privilegio di avere tanto tempo per stargli vicino e in quell’occasione tutto è
stato reso più straziante e nello stesso tempo più denso e prezioso dalla
conoscenza, fatta da poco, di Camillo Sbarbaro che da allora è diventato non
soltanto il poeta a me più caro ma anche una vera presenza come lo sono Dante e
mio padre, Piero e Pascoli e d’ora in avanti, Walter per fin che campo.
Di Sbarbaro si può leggere, nelle pagine
centrali di questo numero del Sentiero la poesia “Padre che muori tutti i
giorni un poco” di cui, in chiesa, ho letto alcuni versi, immaginandoli
pronunciati dalle sue figlie.
Infine devo ringraziare tutti i presenti qui in chiesa e chi gli è stato vicino
durante quest’ultimo periodo e sempre e devo ringraziare in particolare Gianni,
Elena e Laura che mercoledì hanno assecondato il folle proposito di Walter di
attingere all’ultima riserva delle poche energie che aveva, per scendere a
Casano, mettersi alla macchina e curare l’edizione del numero del Sentiero di
ottobre di cui ha potuto tenere tra le
mani la prima copia e che costituisce una sorta di suo testamento spirituale.
Infine un grazie tutto particolare a Fiorenza che, come un vero angelo custode,
gli è rimasta a fianco durante questi ventitré anni a lottare contro
quell’altro angelo che soltanto dopo tutto questo tempo e nei limiti che gli
sono propri, ha potuto imporre a Walter la morte corporale. Da parte mia e di
tutta la mia famiglia un grazie di cuore a Fiorenza, per tutta la vita.
Giuseppe
P.S. Approfitto di questo spazio per ricordare
ancora Piero; le parole sulla generosità e l’altruismo che ho usato per Walter
e mio padre valgono anche per lui così come valgono per Marcella, quelle sulla
dignità dimostrata fino all’ultimo nella sopportazione della malattia.
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Fraternidad Misionera de María
di I reverendi padri Capitolari
Fraternidad Misionera de María
Instituto Superior de Estudios
Misioneros “Pablo VI”
9ª calle 1-91, Zona 3 Mixco,
Guatemala
24320292, 24320575
I reverendi padri Capitolari
della Fraternita Missionaria di Maria si uniscono al dolore della famiglia
Pedroni per la perdita del caro Walter, al tempo stesso, rivolgono la loro
preghiera al Dio della vita affinché accolga l’anima del fratello Walter e doni
a Lui il premio dei giusti quale
compensa per aver portato con fede e con pazienza il dolore e la sofferenza
fisica, lasciando a tutti noi un esempio di vita cristiana e di fedeltà al Vangelo
fino all’ultimo momento.
Il fratello Walter fin da subito si è sentito identificato con i sacerdoti
della Fraternita, collaborando fin da subito con i padri del santuario,
manifestando pure il suo desiderio di approfondire la spiritualità della
fraternita fino a consacrare, insieme ad altri tre, a Maria aiuto dei cristiani
e dando vita cosi alla seconda fraternita laicale presente in Italia.
La spiritualità della Fraternita ha tra i suoi pilastri l’adorazione
eucaristica e la devozione a Maria, ecco perché è molto significativo che il
Signore abbia chiamato Walter alla sua presenza di giovedì, giorno della adorazione eucaristica alla
quale Walter partecipava devotamente ; e’ altrettanto significativo che le sue
esequie vengano celebrate di sabato, giorno che la chiesa dedica a Maria e
giorno nel quale Walter saliva puntualmente al Santuario per pregare insieme ai
padri e altri fedeli.
Caro Walter, ora che sei al cospetto di Dio e lo adori in spirito e verita, ora
che la cara Madonna ti accoglie tra i suoi figli prediletti, ti chiediamo di
continuare insieme a noi il cammino cristiano accompagnandoci con la tua
preghiera e il tuo incoraggiamento a non perdere la speranza e a scoprire,
nelle piccole cose della vita, la presenza di un Dio che ci vuole bene. Amen.
I padri dell’ottavo Capitolo Generale della Fraternita Missionaria di Maria.
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Walter è…
di Anna
Walter è una persona speciale.
Uso il presente perché lui continua a vivere negli occhi di chi gli vuole bene, di conseguenza, quando
mi guardo allo specchio, riesco a rintracciarne un frammento…
Walter è presente in ogni gesto caritatevole ed affettuoso, in una stretta di
mano, in un orecchio in ascolto, in un’attenta risposta, in un consiglio mai
negato, in due braccia sempre aperte…
Walter è una voce mai alterata, in un sorriso sincero, in una spalla su cui
appoggiarsi, in un favore reso ancor prima di esser chiesto, nella gioia delle
piccole cose, nella speranza, nella fede…
Il suo amore verso il prossimo è racchiuso in ogni gesto che compie, in ogni
sorriso che regala a chiunque sia triste, in una parola buona in un momento di
sconforto…
Chiunque si ritrovi a compiere anche solo una di queste semplici e nobili
azioni, possiede il potere di mantenerlo in vita, quindi diamoci da fare!!
Per lui “la morte non è una luce che si spegne, è mettere fuori la lampada
perché è arrivata l’alba”.
Ovunque tu sia, sono convinta che userai la lampada per far luce su di noi.
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Grazie Walter
di I professori dell'istituto comprensivo di Ortonovo
Io sono il pane vivo disceso dal cielo“. Se vuoi mangia questo pane, vivrà in
eterno…” (Gv 6,51)
Grazie Walter, per tutto
quello che hai dato alla nostra scuola in questi anni; grazie per l’esempio di
umiltà e moralità che hai donato ai nostri ragazzi, con amore e generosità,
come solo chi è molto vicino a Dio può fare.
In questo momento di dolore immenso, siamo vicini con tutto il nostro affetto
alla tua famiglia, che tu tanto amavi e che il Signore ricolmerà di
benedizioni.
Con gratitudine, sarai sempre nei nostri cuori.
Prof.ssa F. Bassani, Prof.ssa
A. Barion, Prof. G. Guiso
Istituto
Comprensivo di Ortonovo
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Ciao Walter,
di Stefania
Ciao Walter,
è stampata, dentro di me , la
tua voce e il momento quando mi telefonasti prima di tornare da Milano, perché
tu sapendo che la mia lettera l’avrei consegnata all'ultimo momento , con tanta
delicatezza ed amore mi hai informato che la stampa del Sentiero sarebbe
avvenuta prima.
Non avendo ancora scritto nulla ti ho ringraziato del tuo gesto premuroso e ti ho promesso di
consegnarti per tempo la lettera per il mese successivo. Il 16 di settembre
anche per mantenere la promessa fatta e per evitare di scrivere come sempre
all'ultimo momento , il giorno del compleanno di mio nonno la scrissi; il tema
era la Festa dei nonni. Ed io ho raccontato del mio nonno e del grande tesoro che mi ha lasciato;
l’amore, il sentirmi amata ... e tu Walter che grande nonno che sei stato e lo
sei sempre da lassù; quanto amore lasci a tua moglie, alle tue figlie e l'amore
non muore ma vive.
L'Amore di chi si dà e che ritorna quando ci si dona gratuitamente agli altri
senza avere il pensiero di ricevere qualcosa in cambio.
Terminata la lettera ti ho telefonato
Walter, ma mi ha risposto Fiorenza che purtroppo mi ha avvisato che la malattia
era precipitata, che stavi dormendo e che purtroppo eri alla fine della tua
vita terrena: quanto ci manchi, e quanto ci mancherai Walter ma mi ripeto
quanto amore hai lasciato a ciascuno di noi, alla tua famiglia, quale padre ,
marito , nonno, fratello, cognato e figlio che ognuno desidererebbe avere
accanto.
Quanto amore hai lasciato anche al nostro Sentiero, quanto tempo hai speso per
questo bollettino interparrocchiale, forze che hai consumato fino all'ultimo
adoperandoti con tutta la tua volontà per farlo uscire anche questo mese. Il numero del tuo Sentiero, di
cui noi di Ortonovo dobbiamo andare fieri, cercando di farlo continuare, perché
non sono tanti i luoghi in cui le parrocchie si uniscono facendo qualcosa
assieme, aprendo una luce sul nostro primo annuncio di credibilità del nostro
Vangelo, la vera unità; lo sappiamo tutti: tante sono le parrocchie ma sappiamo
anche che solo una è la Chiesa e se anche tu Walter tenevi al "tuo"
Santuario e a San Lorenzo ma tanto tenevi anche, attraverso questo bollettino,
a diffondere questo messaggio di unità tra parrocchie e quindi tra di noi.
Grazie Walter per averci donato un pezzo della tua eredità, di un valore
immenso, indistruttibile e che soprattutto
non divide ma ci unisce : l'Amore.
Grazie Walter arrivederci tutti assieme quando anche noi ritorneremo da dove
siamo partiti, chiudendo il nostro cerchio alla casa del nostro unico Padre Dio
dell'Amore. Grazie e arrivederci
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Una carezza
di Marta
La portiera dell’ auto,
che si chiudeva, un fischiettare molto tenue, a modo tuo; annunciavi la tua
visita.
Doretto, riconosceva subito chi fosse e gli brillavano gli occhi, come ad un
bambino, a cui portavano un dono. Impaziente di vederti, già cominciava a
parlarti dalla camera, ancor prima che vi giungessi. Presa dalle mie faccende,
mi recavo in cucina e da lì… sentivo il vostro parlottare, soprattutto le
risate di Doretto, che amava scherzare e scommettere su ogni cosa, curioso di
sapere come andavano a finire i suoi pronostici.
Sai Walter? Sono certa che, quando vi siete incontrati lassù nel cielo, lui ti
ha detto: “Ecco! Tu, caro Walter ce l’hai fatta a morire nel tuo letto, con
tutta la tua famiglia attorno, amato e coccolato. Con la Madonna che ti
sorrideva, proprio come avrei desiderato io, ma…
Queste visite portavano letizia nel suo cuore e Doretto mi ripeteva sempre:
“Che grande amico è Walter, sento che mi vuole bene”. Portavi conforto a tutti
coloro che andavi a trovare, ti stimavano anche per questo tuo modo di renderti
utile; lo facevi discretamente, in punta di piedi.
Ricordo sempre come ti sei preso a cuore il nostro caro amico Ferruccio. L’hai
preso per mano e accompagnato nel percorso critico, ospitandolo in casa tua
assieme alla tua famiglia, assistito con affetto e calore, restandogli vicino
fino alla fine.
Nel sociale ti sei reso presente in tutte le manifestazioni che ti vedevano
impegnatissimo nei molteplici interessi. Incarico AVIS, per citarne uno, ma… il
giornalino interparrocchiale “Il Sentiero” che seguivi con un piacere speciale…
che poi hai onorato fino alla resa del tuo corpo al Signore.
Hai sempre donato la tua disponibilità al tuo prossimo, senza mai una
imprecazione negativa né un lamento emotivo.
Grazie Walter, così diceva sempre anche Dorè, quando gli portavi il giornalino
appena stampato. Anche questa volta, ne è uscito un buon numero.
Grazie Amico Walter, per il tempo che hai trascorso con noi.
Grazie per aver continuato anche dopo… nelle tue visite alla nostra famiglia
per informarti di come andassero le cose.
Grazie amico Walter per il bene che ci hai voluto.
Anche questa è una carezza del Signore.
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Da Luni mare
di Paola Vitale
E’ morto Walter- questo Santo
Rosario è dunque tutto per lui”. Così si è concluso in grande mestizia un
pomeriggio sereno, in visita Maria S.S. di Montenero in Livorno . E’ l’ultimo
giovedì di settembre, penultimo giorno del mese. E’ l’ultimo giovedì di settembre,
penultimo giorno del mese.
Personalmente mi sento in colpa. Non gli avevo più telefonato perché, come una
bambina, ero un po’ imbronciata dopo il suo richiamo a Milano, per verifiche e
cure. “Walter, coraggio, tutti vogliamo che stai bene”, così lo avevo salutato.
Lo avevo visto sereno e giovane, con la piccola nipotina in braccio, su in
Ortonovo, sotto lo storico torrione. Ora se chiudo gli occhi lo rivedo così,
sorridente e sereno. Arrivata a casa mi ha aperto mio figlio Davide dicendo:
“Purtroppo mamma c’è una brutta notizia;
è morto Walter”.
“Lo so”, ho risposto io e ne sono molto addolorata; e vedo che ne siete
addolorati pure voi”. Ci ha dato molto Walter ed il vuoto che lascia è grande.
Penso al dolore e sgomento dei familiari. Penso alla sua presenza al Santuario,
per la preghiera, per il coro. Penso al suo diario del mese su “Il Sentiero”
che tanto lo ha impegnato, proprio da una dei “pochi ma buoni”.
Ora in cuor mio, spero che tutto l’impegno di lui risorga, con tanto amore per
la sua persona.
Penso che continueremo a volergli molto bene, a sentirlo e ad accompagnarlo
presso il Signore con la nostra preghiera, insistenti come lo sono state le
sue, per tutti i familiari e per il bene della chiesa.
Ora mi stringo ai suoi cari e neanche loro potrò dimenticare nella preghiera. Con
tutto il mondo che consegna perdite su perdite, rialziamo il capo e la nostra
vita, per dire grazie a chi ci è stato di esempio generoso e fedele, per
Ortonovo e per tutti, anche qua a Luni mare.
Con affetto e dolore grande, la famiglia e Paola Vitale
I Santi Arcangeli Michele Gabriele e Raffaele
29 settembre 2016
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Ortonovo:una festa contadina nel segno dei bambini
di il fratello Gianni
Nella due giorni della festa
contadina del 12 e 13 agosto hanno vinto
i bambini. Sono stati i veri protagonisti di una maratona che ha avuto il
merito di riportare alla memoria usi e costumi di un secolo come il 900 ancora
così vicino per molti e lontanissimo agli occhi dei piccoli.
Come i grandi, i bimbi indossano vestiti del secolo scorso, pantaloncini,
calzettoni e fazzoletto in testa o cappellino in paglia, fieri, sorridenti,
calati in un mondo fiabesco e divertente, una sorta di paese dei balocchi dove
per due giorni si gioca, si tira tardi e si balla.
Attorno a loro i grandi; genitori e
nonni impegnati con fatica a cambiare
volto al paese, spostando il tempo e
pronti a farci vivere un'altra storia, un tuffo nel passato.
Hanno accolto la gente offrendo il meglio della nostra cucina e delle nostre
tradizioni.
Mi trovavo alla piazzetta, nella bella terrazza
di Fiammetta e Marco; Enry
serviva i taglierini ai fagioli, buonissimi -
ascoltavo curioso le impressioni
di alcuni Massesi ; erano stupiti
per la bellezza della festa, e di come
fosse così ben organizzata. Poco importa se per arrivare hanno dovuto tribolare
–dicono- non si sarebbero mai aspettati una roba così!
Bello sentire questi apprezzamenti, bello rivedere un paese unito anche nella
gioia, bello sarebbe che tutti possano
sentirsi utili.
Alle associazioni della Proloco e dell’ANSPI
tutti i nostri ringraziamenti, quelli veri e sentiti. Hanno lavorato
come matti, ripulito vecchie cantine e stalle, recuperando antichi ricordi,
dagli attrezzi da lavoro dei campi sino ad antiche fotografie, un lavoro
davvero straordinario.
Un pensiero infine personale, un ricordo di quella serata che mi porterò sempre
nel cuore che mi porta a Walter, alla sua felicità nel vedere il suo paese in
festa, con i bambini Elia, Adele, Gianma , Emma e la piccola Anita incollata
alle spalle di Laura o sul collo di Gabriele,
uno sguardo ad Elena sempre di corsa con i volontari della festa con il
suo Gabri che c’è sempre anche se si nasconde, la Fiò che dall’uscio non lo
perde un secondo di vista e lui ricambia con occhiate che dicono più di molte
parole… e poi noi, con Giuseppe a finire un buona birra seduti sulla panchina a
raccontarci le cose che possono raccontarsi tutti i fratelli del mondo.
Ci manchi tanto
il fratello Gianni
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Gruppo amici di Padre Damarco
di Paola Gari
Mi commuove far parte del grupamicpo di amici che si raccolgono attorno a Walter per testimoniare la sua vita
generosa, discreta e totalmente disponibile.
E non so immaginare una “celebrazione” più adatta di quella espressa da “Il
Sentiero”, per il quale si è speso sino all’ultimo giorno della sua vita.
Io vorrei ricordare gli ultimi mesi di un’amicizia tessuta di tanti incontri...
Due giornate sono state particolarmente significative: il convegno
dell’11giugno scorso dedicato, in Sarzana, a“Dignità della persona e apertura
agli altri”, per la riedizione del libro “Commento ai Vangeli” di padre
Vincenzo Damarco, “sacerdote del Concilio Vaticano II morto nel 1974; e
l’incontro ecumenico dell’11 settembre presso il Santuario di Ortonovo.
Nella prima giornata Walter ha potuto confrontarsi con il teologo don Giovanni
Cereti, del quale aveva apprezzato il libro “ Per un rinnovamento della Chiesa”
libro che farà poi circolare fra tutti gli amici.
Nella giornata di incontro ecumenico, l’ultima passata nel "suo"
Santuario, era stato particolarmente coinvolto e partecipe di quel clima di
comunione e pace interiore.
Poi le sue condizioni di salute si sono molto aggravate, ma questo non gli ha
impedito di dedicarsi con passione alla redazione del Sentiero.
In quel periodo mi chiese di interessarmi per la stesura di un articolo, da
parte dell’amico Egidio Banti, sull’attività del gruppo “amici padre Damarco”
rivolta ad attualizzare il suo pensiero profetico sul tema cruciale dei
migranti.
Ed Egidio ha subito risposto, con grande soddisfazione di Walter.
Negli ultimi giorni mi ha ricordato spesso la necessità, secondo le continue
indicazioni di papa Francesco, di aprire il suo paese, la parrocchia, il
Santuario all' accoglienza di una famiglia di profughi.
E' bello, ci conforta, ricordare la sua grande apertura verso gli altri,
soprattutto verso i più piccoli e indifesi, sempre attento ai loro bisogni; e
il suo ricordo ci sarà di sostegno nel cammino che, come "gruppo amici
padre Damarco", abbiamo intrapreso per la difesa dei nostri fratelli più
deboli, spesso senza voce.
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La tua valigia, Walter era pronta…
di Giuliana Rossini
Quel giorno io non c’ero. Non
c’ero, caro Walter, a darti l’ultimo saluto, perché ero su, a Bruxelles, dai
miei.
E’ stato per me un grande dolore. Mi hanno detto che la chiesa era gremitissima
(e come avrebbe potuto essere altrimenti) e che tutt’intorno aleggiava un’aria
che sapeva di soprannaturale, che quasi si poteva toccare con mano, un anticipo
di paradiso. Una cara amica mi ha confidato che, nel corso della cerimonia
funebre, ha avuto come la certezza che si stesse facendo una grande festa in
cielo per il tuo arrivo.
Sì, Walter, perché la tua valigia era pronta da tempo, piena della tua lunga
sofferenza sopportata con una dignità, un coraggio, un abbandono alla volontà
di Dio che non facevano trapelare nulla e di tanti atti d’amore, perché tu ti
preoccupavi di donarti agli altri.
Non ti faceva paura la fatica, eri sempre presente nelle più importanti
manifestazioni religiose e non della nostra vallata e della nostra diocesi e,
anzi, ti facevi cura di organizzare un trasporto efficiente perché tutti
potessero parteciparvi.
Già gravemente malato, l’otto settembre, hai voluto andare a salutare
personalmente la Madonna che amavi tanto. Mi hanno riferito che, giunto con
grande fatica sul piazzale del Santuario, avendo saputo che una persona era in
difficoltà per tornare giù al piano, ti sei prodigato, come hai potuto, per
aiutarla.
E che dire del tuo prodigarti in favore dell’AVIS a cui hai dedicato tempo ed
energia, coinvolgendo in una gara di generosità tantissime altre persone?
Nella tua valigia, però, campeggia il tuo capolavoro, il tuo fiore
all’occhiello: l’impegno che hai profuso per portar avanti e rendere sempre più
interessante e piacevole il nostro giornalino interparrocchiale, “Il
Sentiero”.All’inizio, forse, neanche tu pensavi ad una attività così
coinvolgente. Poi, piano piano, sei cresciuto alla scuola del nostro caro
preside, il professor Franciosi, dal quale (dicevi) avevi imparato tutto,
cosicché, al momento opportuno, avevi potuto assumere la direzione del nostro
bollettino. Sono stati tanti la dedizione e l’entusiasmo che gli hai dedicato
da poter affermare, senza timore di essere smentiti, che “Il Sentiero” eri tu
!! mi piaceva chiamarti redattore- capo (te l’ho mai detto?) e, in realtà, lo
eri veramente, perché seguivi la realizzazione di ogni numero del giornalino
dall’inizio alla fine.
Ti preoccupavi di contattare noi, tuoi collaboratori, per sapere se quel mese
avremmo scritto qualcosa in modo da lasciare gli spazi necessari, ci
incoraggiavi se eravamo un po’ titubanti, passavi a ritirare gli articoli
scritti a mano (gli altri ti venivano inoltrati via e-mail), li stampavi, li
impaginavi, li assemblavi (si dice così?) e… infine il giornalino compariva in
tutte le parrocchie fresco di stampa e prezioso per l’impegno di tutti.
Trovavi anche il tempo di redigere la rubrica ‘Il diario di un parrocchiano’
(adeguatamente ereditata dal prof. Franciosi) in cui riferivi e commentavi gli
avvenimenti religiosi più importanti del mese.
Mi commuove leggere l’ultimo tuo articolo, dove chiedi scusa per non essere
stato in grado di terminarlo!! Ma,
insieme, mi consola sapere che Gesù ti è sempre stato vicino nelle persone dei
sacerdoti che, illuminati dallo Spirito Santo, sanno trovare le parole che
giungono fino al cuore, donandoti Gesù stesso che tu hai ricevuto con tanta
solennità ed emozione.
Caro Walter, credo che tu abbia saputo aderire e realizzare nel modo migliore,
con semplicità e modestia, il Disegno che il Padre Celeste aveva su di te e
cioè di contribuire a far conoscere la bellezza e l’attualità del Vangelo e,
nello stesso tempo, dar vita ad una grande famiglia dove ognuno poteva trovare
il proprio posto e avere voce, valorizzando e incoraggiando le capacità di
ciascuno.
Spero che un giorno ci si possa incontrare in Paradiso e chissà che, tutti
insieme, non si riesca ad imbastire un “Sentiero” anche lassù!
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Il “Sentiero” di Walter
di Rosa Lorenzini
Non è
facile salutare un amico,
doverlo salutare per sempre,
accettare di perderlo per sempre e nello stesso tempo volerlo per sempre
ricordare.
E’ quel “per sempre”, che frena ogni tua scelta, fino al
punto di pensare che ogni tua
iniziativa, per non fare si che il “per sempre” si
trasformi in definitivamente, risulti inopportuna, insufficiente e arrivi a soffocare ogni tua volontà’.
Così è successo a me ……..
ho pensato che ogni cosa avessi
fatto non avrei potuto cambiare ciò che era successo……
Impossibilitata a modificare il mio scoraggiamento ho pensato di fare quello
che a Walter piacerebbe:
scrivere una pagina da inserire nel SENTIERO per condividere con gli altri il mio stato d’animo, i miei
pensieri ……..
Quindi eccomi ……..
a scrivere, come sempre, quando Walter me lo chiedeva, con quel
suo sorriso fraterno che riuscivo
a visualizzare anche ascoltandolo
al telefono;
con la sua dolcezza “paesana” impastata di
saggezza ed umiltà mi convinceva
ad accettare sempre le sue richieste per fare
in modo che il bollettino uscisse ogni mese con “qualcosa” che valesse la pena di condividere con i lettori, verso i quali Walter aveva un rispetto reverenziale e per i
quali, secondo lui, gli impegni profusi
non sarebbero sicuramente mai stati né
’vani né sufficienti.
La sicurezza di Walter, alimentata dalla sua fede granitica, abbracciava
chi collaborava con lui, nel servire “Il Sentiero”, fino a sentirsi
protetti, per tutto il tempo che si
dedicava alla creazione del
bollettino, da un abbraccio
unico e speciale:
l’abbraccio di Maria, Madre
del Servizio.
Tutto ciò è stato
possibile grazie al sentiero che Walter percorreva quotidianamente, al
richiamo delle campane del mattino,
salendo verso il suo santuario
per abbracciare con la preghiera tutta la nostra comunità interparrocchiale e
metterla sotto la protezione di Maria,
Madre della Chiesa, nostra Madre per
sempre ….. e tutto ciò continua ancora ……
la “Grazia” si ripete proprio ora
mentre sto scrivendo per il bollettino…… Walter
sorridendo mi gratifica e mi rincuora confermandomi che con la fede il “per sempre” non è definitivamente negativo
ma eternamente positivo …….
ciao Walter…..
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ARRIVEDERCI
di Tonino Ratti
Quale parola o aggettivo
possono dare la misura esatta di Walter?
Quale espressione può dare conforto al dolore della sua grande e splendida
famiglia?
Un improvviso terremoto ha sconvolto la quotidianità serena di un microcosmo
speciale: la sua famiglia e la sua operosità nei tanti impegni rivolti sempre
verso gli altri con disponibilità e mitezza.
Ho perso l’amico, il confidente, l’esempio inarrivabile.
Nel nome della fede che ci ha accumunato tanti anni addietro, quando Il
Sentiero (sempre lui !) ci ha fatto incontrare per caso e poi camminare
insieme, arrivederci Walter.
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Quella mezza pagina bianca, l’ultimo regalo di Walter
di Egidio Banti
Oggi, come ogni prima domenica
del mese, in tutte le parrocchie di Ortonovo viene distribuito “Il sentiero”,
giornalino realizzato da molti anni a livello interparrocchiale e coordinato da
Walter Pedroni.
C’è però una particolarità; l’ultima mezza pagina è bianca. Walter, chiudendo
il suo solito “Diario” nell’altra mezza pagina, si è scusato di questo
inconveniente.
Oggi, alla messa, lui non ci sarà; stroncato dal male, ha chiuso gli occhi a
questa vita giovedì scorso.
Prima però, benché già fortemente provato, aveva voluto farsi portare in
redazione, a Casano, per finire il giornale, e stamparlo; la scadenza di oggi
non poteva essere mancata.
Tornato a casa dopo poche ore si è spento sereno circondato dall’affetto dei
familiari.
Nella sua vita, sempre illuminata dalla luce di una grande fede, tutto ha
sempre avuto un posto preciso; e in questo tutto, un ruolo molto importante lo
aveva “Il sentiero”.
Walter, con il buon senso di ogni autentico testimone cristiano, ha sempre
creduto nella forza pastorale, formativa e informativa, del giornale ”comune”
delle parrocchie, esempio tuttora unico in diocesi.
Non bastava “per lui” predicare bene, bisognava rimboccarsi le maniche e
realizzare in concreto, con umiltà, quello che il Papa, i vescovi e gli esperti
indicano come un dovere. E così ha fatti sinché ha potuto, davvero sino in
fondo. Un esempio grande per tutti noi che operiamo nei “mass media” e per
quanti ne fruiscono.
Quella mezza pagina diventa così un invito, a che ora siano altri a scriverla e
ad essere testimoni, a Ortonovo, come altrove nel segno della speranza
cristiana.
Alla moglie Fiorenza, alle figlie e ai familiari tutti, le nostre più sentite
condoglianze.
Da Avvenire SP 7
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ULTIM’ORA
di La Redazione
Dopo aver impaginato e
assistito, il giorno 28, con immensa sofferenza fisica, ma grande
determinazione, alla stampa de IL SENTIERO di Ottobre, nel pomeriggio del
giorno 29 Walter ha chiuso la sua intensa vita terrena, lasciando un vuoto
incolmabile nella sua bella famiglia ed uno immenso nell’intera comunità di Ortonovo.
Il Sentiero, la sua creatura prediletta,
lo ricorda con affetto e lancia un appello forte, forte, perché, nel nome di
Walter, tutti i lettori ed amici si sentano impegnati, nel modo a ciascuno più
congegnale, a sostenere la voce della comunità: è il modo migliore e più
gradito per fare ogni mese memoria di Walter e del prof. Franciosi, senza i
quali Il Sentiero non sarebbe mai diventato un punto di riferimento mensile per
molti, sia nella versione cartacea, che in quella web.
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Ricordo di Walter
di Egidio Banti
Walter era legato in modo
indissolubile ad Ortonovo, che per lui rappresentava un’unica grande comunità.
Il suo impegno per il “Sentiero”, come tante altre attività, spesso condivise
con i familiari, ne danno una testimonianza davvero molto bella. Il suo però
non era, non è mai stato un “campanilismo”, per lo meno nel senso deteriore del
termine. La visione di Walter – spesso ispirata, come per tanti altri amici,
dall’esperienza di Chiara Lubich e del movimento dei Focolari – era una visione
profonda di unità.
Le divisioni, di qualunque genere, non le comprendeva e non le approvava.
Unità in famiglia, prima di tutto, e profonda. Unità nell’ambiente di lavoro.
Unità in parrocchia. Unità nel Comune ortonovese. Unità, e poi mi fermo ma si
potrebbe andare oltre, a livello diocesano. Per questo, Walter non solo
partecipava e faceva partecipare alle diverse iniziative diocesane, dalle
celebrazioni con il vescovo ai pellegrinaggi mariani del primo sabato del mese,
ma credeva davvero nell’unità della diocesi: una unità, per lui, senza centro
né periferie, e che considerasse, in una visione armonica come di un corpo
umano composto dalle varie membra, tutte le diverse componenti, parrocchie,
movimenti e così via. Ci sono due episodi abbastanza recenti che mi piace raccontare
qui, perché siano anche di esempio. Se c’è un “giornale” nel senso più completo
del termine, questo è il “Sentiero”. Ma nessun responsabile del “Sentiero” era
stato mai chiamato a partecipare all’incontro che ogni anno il vescovo
diocesano – sin dai tempi di monsignor Silvestri – tiene con i giornalisti
delle diverse testate spezzine a fine gennaio, in occasione della festa di san
Francesco di Sales, patrono appunto dei giornalisti. Avendo letto l’ennesimo
resoconto di tale incontro su “Spezia 7”, la pagina diocesana di “Avvenire”,
Walter, forse un po’ amareggiato, mi fece presente questa incongruenza. Gliene
spiegai il motivo: i giornalisti del “Sentiero” lo sono in tutti gli aspetti,
tranne uno, l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Ma aggiunsi che ritenevo
fondata la sua osservazione e che l’avrei trasmessa al segretario del vescovo,
il quale, a sua volta, la condivise.
Così, nel gennaio scorso, Walter in persona poté rappresentare tutti i
collaboratori del “Sentiero” alla Messa ed al successivo incontro del vescovo
con gli operatori della comunicazione. Al di là del suo carattere schivo, era
palpabile la sua gioia: non per sé, ovviamente, ma per la testimonianza che
quel gesto dava all’esperienza del “Sentiero” e, quindi, ad una sempre più
completa “unità” diocesana, anche a livello di mass media. Secondo episodio.
L’11 giugno scorso, a Sarzana, è stata presentata la ristampa dei “Commenti ai
Vangeli” del religioso vincenziano padre Vincenzo Damarco.
Nell’occasione, il gruppo degli amici di padre Damarco aveva invitato come
relatore don Giovanni Cereti, illustre teologo romano, di origine genovese.
Tra i presenti c’era Walter, che appunto era sempre molto attento ad ogni
testimonianza che, partendo dal Vangelo, potesse rappresentare un arricchimento
per tutti, credenti e non credenti. Nell’intervallo di quella giornata aveva
avvicinato don Cereti per scambiare con lui alcune riflessioni, mostrandosi
molto interessato all’esperienza della fraternità degli Anawim, un gruppo
romano di spiritualità che si richiama agli “umili” della Bibbia, che vivevano
incarnando le Beatitudini . Anche nelle settimane seguenti, mentre purtroppo il
male stava cominciando l’offensiva finale, era tornato sull’argomento, e
sull’impegno che gli amici di Damarco avevano ricavato da quella giornata, sul
tema così urgente e “strategico” dell’accoglienza ai migranti, nelle case,
nelle parrocchie, nei santuari. Come si vede, un ulteriore impegno di unità e
per l’unità, anche tra popoli diversi: unità delle persone, in primo luogo, credenti
e non credenti, e dunque anche per l’unità dei credenti in Cristo. Per lui
erano inconcepibili le divisioni, le gelosie, le chiusure preconcette. Una
testimonianza, la sua, che merita davvero di essere considerata e non
dimenticata ….
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Caro Walter,
di Marene
ti scrivo come se fossi
partito per un lungo viaggio, per parlarti come non ho potuto fare prima perché
non sono mai stata brava con le parole, e ho sempre preferito scrivere.
Ti scrivo per raccontarti il vuoto che hai lasciato, pur sapendo che questo non
ti riporterà tra noi.
Vorrei vedessi la disperazione delle tue ragazze, le lacrime di Laura che non
si rassegna, la solitudine di Fiorenza che ti vede in ogni angolo, la forza di Elena
che cerca di fare coraggio a tutti anche quando non ne ha.
Ognuno reagisce secondo il proprio carattere e secondo i propri mezzi, ma
saresti fiero di loro nel vedere la forza che hanno dimostrato, prima quando
eri malato ed oggi che non ci sei più. Quando ci si dedica anima e corpo ad una
persona cara succede che, quando questa viene a mancare, ci si senta inutili e
senza più uno scopo.
E’ come se la vita si fosse fermata con lei, ed andare avanti sembra assurdo ed
impossibile.
Vorrei raccontarti di Gianni, di quanta paura aveva di accompagnarti
quell’ultima giornata alla sede del Sentiero, anche se non ti reggevi in piedi,
solo per farti contento, fingendo che tutto fosse normale e che non fossi agli
ultimi istanti della tua vita; con quanta ostinazione hai programmato questo
viaggio! Un compito da terminare e consegnare ad altre mani.
Saresti contento di sapere che Elena se ne è fatta carico, e che tutta la tua
famiglia sta scrivendo sul giornalino; quell’ultima copia, con l’articolo
scritto di tuo pugno, è andata a ruba il mese scorso: hanno dovuto mandarlo in
ristampa.
Vorrei dirti dei bambini che alla sera portano allegria in casa, unica traccia
della vita che va avanti, tranne quando la vocina di Anita cerca e chiama
Nonno.. allora potresti vedere i visi impallidire e le lacrime che gli adulti
cercano di ingoiare per non deludere e non fare male ad altri.
Vorrei dire alle tue donne di continuare la propria strada sapendoti ancora accanto, perché l’amore non
termina con la vita, ma continua oltre.
L’amore che hai saputo donare è stato talmente grande che rassegnarsi alla
perdita è difficile, ma il coraggio di cui hai dato prova deve servire da
esempio per chi rimane.
Vorrei terminare con un grazie: per esserci sempre stato, per la tua famiglia e
per tutti gli altri; per non aver mai parlato e pensato male, anche quando
avresti potuto; per aver cresciuto due figlie così in gamba; per essere stato
il punto di riferimento di tanti; per la dignità ed il coraggio che hai
dimostrato nella malattia, anche quando la rabbia sarebbe stata più che
giustificata; per non aver mai dimostrato paura e non esserti mai fatto
prendere dallo sconforto; grazie per tutti gli sguardi che dicevano tutto;
grazie per avermi cercato quell’ultima volta.
Aiutaci a sentirti vicino; non più con gli occhi, ma con il cuore.
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Miracolo a Milano
di Elena
Avevo diciassette anni quando,
tra bisbigli, andirivieni dei miei zii, referti ospedalieri e ricerche sulla
Treccani, ho capito che avrei potuto perdere mio babbo… ma Qualcuno ha voluto
che non andasse così.
L’anno successivo per il suo compleanno gli abbiamo regalato una videocassetta
di un famoso film, “Miracolo a Milano”, perché per noi quello era successo…
Oggi di anni ne ho quaranta e mio babbo mi è stato accanto fino a qualche
giorno fa.
In questi ventitré anni la “malattia”
non lo ha mai abbandonato, ci sono stati ospedali, analisi, operazioni, paura
di non farcela… lacrime…
Ma c’è stato anche molto di più… e quelle sono state solo delle parentesi a cui
lui dava poca importanza non lamentandosi mai, non risparmiandosi mai e vivendo
fino in fondo ogni momento.
Ci sono stati diplomi, lauree, matrimoni, nascite, battesimi, vacanze…gioia,
risate, amore…lui è stato presente con i suoi silenzi e le sue carezze in ogni
momento della nostra vita, non solo in quelli importanti ma anche nella più
semplice normalità. Perché per noi la normalità era un’eccezione, perché averlo
ancora con noi non è mai stato dato per scontato.
Due anni fa abbiamo fatto una bellissima vacanza in montagna con un gruppo di
focolarini; una delle escursioni è stata più dura del previsto, abbiamo scalato
un monte altissimo, soprattutto per noi non allenati.
Io , mia mamma e Francesca abbiamo faticato, ci siamo lamentate e più volte
abbiamo pensato di rinunciare… noi più giovani di lui e più sane. Mio babbo
invece era davanti a tutti noi, con solo un bastone e con tutti i suoi
problemi…
non ha detto una parola ed è arrivato sulla cima prima di noi. Quando
finalmente sono arrivata anch’io, distrutta e con l’unico scopo di riposarmi,
ho trovato lui ad attendermi con il suo solito sorriso pacifico sulle labbra e
pieno di soddisfazione per essere lì assieme.
La nostra vita è stata come quella camminata… tutta in salita… apprezzando
ancor di più le gioie, sorreggendoci l’un l’altro nei momenti più duri… ma la
nostra forza più grande era vedere lui sempre un passo avanti a noi che ci incoraggiava
a non mollare mai.
E’ dura lasciare andare un babbo così… anche se ho la certezza che mi ha dato
ciò che di più bello e profondo poteva darmi: tutto se stesso fino all’ultimo
istante… e ora continuerà a mandarmelo da lassù.
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Ciao Walter
di Bebi
Ho conosciuto Walter, quando
sono andata come insegnante alla Scuola Media “C.R. Ceccardi” di Ortonovo,
diretta dal grande Preside Franciosi e popolata da una miriade di insegnanti
estremamente attivi, che hanno reso questo Istituto all’avanguardia non solo
dal punto di vista didattico, ma anche per le attività extrascolastiche che lo
hanno caratterizzato.
C’erano tra queste la settimana bianca, il campeggio estivo, il mercatino e i
genitori degli alunni che collaboravano
con la scuola tramite l’Associazione genitori, di cui Walter faceva parte. Ho
così passato assieme a lui, a Fiorenza e alle sue ragazze, Elena e Laura, molte
settimane bianche, fatto tante risate lungo le piste e nei momenti del pranzo e della cena negli
alberghi delle varie stazioni sciistiche. Ha allacciato con noi tanti scarponi ai ragazzi che dovevano
imparare a sciare, ci ha aiutato sempre in ogni occasione, perché eravamo in
tanti a sciare, praticamente sulle piste si trasferiva mezzo paese.
E lui aveva sempre un sorriso per tutti, la battuta pronta per sdrammatizzare,
una parola buona per chi si alterava.
Era una animatore anche delle altre attività della scuola, è sempre stato
rappresentante dei genitori nelle classi delle sue figlie, Presidente del
Consiglio d’Istituto.
Ho saputo poi che era anche impegnato nel sociale, consigliere dell’AVIS e
attivo in questo settore che con la sua presenza ha visto l’incremento delle
donazioni.
Era anche molto credente e partecipava
attivamente alla stesura de “Il Sentiero”, giornale di parrocchia a cui aveva
sempre collaborato anche il Prof. Franco Marchi. Un uomo come pochi: attivo con
gli altri e presenza affettuosa per la sua famiglia.
Di lui ho un bellissimo ricordo: mi chiamava un po’ con mio nomignolo, un
po’con il cognome e mi sorrideva sempre anche nei momenti più tristi per lui.
Molti anni fa gli era stato diagnosticato un brutto male da cui credevo fosse
guarito. Invece non era così, ma lui non si è mai lamentato, anzi al mio – come
stai?- di qualche tempo fa, ha risposto –bene-.
Caro caro caro Walter, sei rimasto nel mio cuore per le tua gentilezza, per il
tuo sorriso, per la tua disponibilità e oggi posso dire anche per il tuo
coraggio e per la dignità con cui hai saputo portare avanti un peso così grande
qual è stata la tua malattia. Sarai per tutti noi sempre un bel ricordo e per i
tuoi cari un esempio di bontà e di rettitudine.
Ciao, caro amico, un saluto dalla tua amica Bebi
Castelnuovo Magra 18 ottobre
2016
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