N° 10 - Novembre 2016
Storie dei lettori
  Dal Santuario
di P. Mario Villafuerte, rettore.



 

Carissimi, vi giunga come sempre il mio più caro augurio di pace e bene nel Signore!
Mi trovo ancora in terre centroamericane, da qui ho colto, insieme a padre Carlos, la triste notizia del decesso di Walter, anche se eravamo consapevoli dell’avanzamento della malattia comunque la notizia ci ha colti impreparati, anche perché il giorno prima avevamo parlato telefonicamente con lui e la sua voce dava segni di speranza, di qualche piccolo miglioramento.
Gli ultimi giorni della vita terrena di Walter, come sapete, sono coincisi con i giorni del Capitolo generale della nostra Fraternità, e così durante la messa di ogni giorno abbiamo pregato per lui affinché il suo passaggio non fosse più doloroso di quello che già ne era e poi, appena saputa la notizia della sua morte, abbiamo offerto la Santa Messa in suo suffragio e lo stesso padre Fabian, ex Generale della Fraternità, volle essere vicino alla famiglia di Walter e alla comunità di Ortonovo con il messaggio che è stato inviato a nome di tutti i padri Capitolari.
Ringrazio la famiglia di Walter per invitarmi a scrivere un pensiero di lui in questo giornale a cui, come tutti sapete, teneva tanto e per il quale ha lavorato fino all’ultimo giorno della sua vita terrena; queste non sono parole di circostanza, lo testimonia il fatto che abbia curato l’ultimo numero addirittura dal suo letto di malattia!
Posso dire che è questa l’immagine che mi rimane di lui: una persona tenace, perseverante fino all’ultimo anche se fosse quasi l’unico a credere in alcune iniziative; penso al pellegrinaggio mariano mensile, all’adorazione eucaristica in seminario o quella interparrocchiale e, certamente, a questo stesso giornale.
In ogni caso era molto “sanguigno”, cioè credeva fino in fondo, con anima e cuore, e cercava di trascinare gli altri, a volte, purtroppo, con poca risposta; per questo talvolta rimaneva male, ma poi ripartiva alla carica consapevole che  era questa la sua missione: contagiare gli altri di quell’ardore che sperimentava nel suo cuore per Gesù Cristo e per la sua Chiesa, così come anche per il Santuario del Mirteto dove saliva ogni sabato mattina per unirsi a noi sacerdoti nella preghiera del mattino e poi partecipare alla Santa Messa in onore a Maria Santissima. Era in quei pochi minuti prima della Messa, che spesso rimanevamo io e lui in sacrestia che parlavamo un po’,di tante cose ed è stato proprio lì che mi ha confidato i nuovi problemi di salute che doveva affrontare, ma lo ha fatto come sempre con parole di fede, infatti mi ha detto a grandi linee così: “Devo affrontare un altro pezzo del mio Calvario personale, ma non sono preoccupato per me, io accolgo quello che Dio vuole da me, mi preoccupa la mia famiglia, ho paura che non reagiscano bene”. Infatti ha scritto nel libro del pellegrino del Santuario e ha chiesto al Signore e alla Madonna aiuto e sostegno per lui e per i suoi.
Sicuramente ci sono tanti ricordi su Walter e tanti di voi ne avranno molti più di me, ma io ho voluto ricordarlo in questo modo e ringrazio il Signore per avermi  permesso di trascorrere un pezzo della mia vita e del mio ministero sacerdotale insieme a lui.
Ora che gode già della visione beata di Dio e del sorriso materno della Madonna, possa essere intercessore tenace presso Dio per la crescita spirituale di questo suo caro Ortonovo!


  E’ l’attesa la misura di tutte le cose
di Romano Parodi



 

Dopo la morte di mia moglie, andai a trovare la Anna d’ Gidio, madre di Walter, da tempo inferma. Mi abbracciò, le chiesi come stava, mi rispose: “Sono in attesa, la Rosanna si è tolta il pensiero”.
Tanto tempo fa, ho avuto un orologio da taschino, che da mio nonno è arrivato a mio padre e poi a me: una “cipolla”. Lo aprivo in continuazione.
Volevo sincronizzarmi con il tempo che passava inesorabile. Mi faceva meditare. C’è più tempo che vita. Il tempo non finisce mai, mentre la vita, ogni suo atto, è legato allo scorrere dell’orologio. All’attesa anche dell’inevitabile. Una persona importante per te che viene ricoverata. La lunga attesa di qualcosa che non vogliamo immaginare, di cui non possiamo parlare, il momento nel quale lei diventerà per sempre inafferrabile, e saremo irraggiungibili l’uno per l’altro. Cinque anni fa, dopo un’allucinante attesa, mia moglie si spegneva nel suo letto, fra le mie braccia. La malattia l’aveva spolpata, come un cane fa con un osso. Ha combattuto fin che ha potuto, “come un leone”, dirà il prof. Spinelli, poi si è arresa, perché la lotta era impari. Ma… “Se saprete ricordarmi io sarò sempre con voi”. E noi ti ricordiamo sempre Rosi. Tuttavia, nonostante il dolore, il senso di smarrimento, i grandi o piccoli sensi di colpa che ci devastano l’anima, la vita intorno a noi non si ferma un solo istante. E, anche se viene a mancare il punto di riferimento, a non fermarsi non è solo la vita degli altri, ma anche la nostra. 
E gli anni continuano a passare inesorabili. Siamo oramai sentinelle avanzate su un terreno incognito. Assistiamo sempre più dolenti alla scomparsa di tanti amici.
Walter, Walter, quanti ricordi ci hai lasciato. Quella colonna bianca parla più di cento articoli. “Scusatemi tutti voi, cari lettori, se non sono riuscito a portare termine a questo mio diario”, così finiva la tua vita terrena. Il giorno dopo ci lasciavi. Stanne certo caro Walter, quella pagina la riempirà la nostra Madonna del Mirteto. Lei conosce bene, dalla nascita alla morte, la trama della tua vita. Nel suo grembo materno ha raccolto tutte le opere tue e le consegnerà al suo figlio Gesù.
Novembre è il mese dei morti. Le foglie cadute dagli alberi, sospinte dal vento ai margini della strada, raccontano a tutti la fragilità e la transitorietà della vita vissuta sulla terra. Sapevo, attendevo, ma non riuscivo a crederci… come Doré. Quando mi telefonasti la sua morte, rimasi annichilito, eppure lo sapevo, e così anche la tua mi è giunta come un pugno nello stomaco.
Eppure Gianni mi aveva messo in attesa.
Come ha detto don Andrea, per la nostra comunità la tua presenza non sarà facile da sostituire (Luciano Muracchioli, mi ha riferito che lo ha detto anche il vescovo), ma in cielo, ne sono sicuro, suoneranno a festa, lieti di averti in mezzo a loro. Ma più che il dolore e la profonda nostalgia di te, ti rende vivo e presente a tutti noi la fede in Cristo Gesù, sulle cui tracce tu, non ti stancasti mai di camminare. “Io sono la risurrezione e la vita, chi crede in me non vedrà la morte in eterno”. Tu dunque sei.  Non avviciniamoci alla sua tomba piangendo. Non c’è. Non dorme lì. La morte non ha trionfato sulla sua persona ma solo sul suo corpo.
“Quando non ci saremo più, non cercateci dietro il freddo marmo di una tomba; cercateci fra le cose che amavamo e che curavamo di più, perché solo lì ci troverete”,  così, insieme, ragionammo un giorno. Li sopravvive la sua anima, e un giorno sarà ancora a Lui ricongiunta nella gloria di Dio immortale. Tu caro Walter, vivi ancora per la fede in Cristo da te lealmente professata. Dio, un giorno, soffierà sulla tua polvere dispersa e dirà: “Alzati e cammina, la mia Chiesa ha ancora bisogno di te”. E da questo cimitero sorgerà tutta una legione di amici e fratelli. Perciò noi oggi, non addio ti diciamo, ma arrivederci. Tu intanto veglia sulla tua meravigliosa famiglia, affranta, sui tuoi cinque splendidi nipotini. Veglia su di noi perché continuiamo il tuo cammino, fatto di volontariato e di fede: sempre al servizio della Tua Chiesa. Aiutaci ad avanzare ogni giorno di più lungo la strada che tu ci hai tracciato. Prega anche tu per noi, come noi ora preghiamo per te.
Amen
Fiorenza, Laura, Elena, dice sant’Agostino che Walter non è sparito, è solo invisibile, e continuerà a tenere i suoi occhi pieni di luce, fissi nei vostri pieni di lacrime: sempre, sino a  quell’Alba che mai avrà tramonto.


  Caro Walter,
di La comunità di Luni mare



 

La chiesa di San Lorenzo, il piazzale, la collina erano gremiti attorno a te, che ci lasci e ti riunisci a Colui che per anni hai reso reale e vivente con la tua azione semplice, sorridente ed efficace.
Da Luni Mare eravamo almeno in cinque o più, perché tu ci hai fatto partecipi della testimonianza cristiana, che rende saporita la realtà, la vita, l’ambiente.
Se il nostro dolore è sentito, quanto più grande quello dei tuoi cari e del tuo mondo, che tu hai sempre arricchito mettendo in pratica la parola di Gesù.
A Gesù ho chiesto di lasciarti pregare per i tuoi cari e per tutti, mentre noi ti sentiremo presente e vigile, perché non sempre siamo così pronti e attenti come sei stato tu.
Dobbiamo farcela, dobbiamo continuare la via che tu hai concretizzato. Ora con Doretto, testimone di fede, restiamo vigili e non lasciamoci sopraffare dalla facile via del lasciar perdere, tanto è così che va. Ma non è così che va, infatti testimoniando la luce che Dio mette in noi, rendiamo migliore la famiglia, l’ambiente, il paese, la vita.
Ora Walter, ti ringraziamo con tutto il cuore, ricordando la tua presenza, il tuo rendere vivo anche la chiesa San Pietro e noi che andiamo contro corrente.
Ti pensiamo sereno nella luce di Dio mentre non perdi i tuoi cari e tutti noi.
Ci auguriamo di rivederti quando Dio ci chiamerà …..ed ora…..avanti con fede!

 

La comunità di Luni Mare

1 ottobre, 2016

Santa Teresa di Gesù Bambino

  Mio fratello
di Giuseppe



 

Mi è stato chiesto di ricordare mio fratello Walter, su questa pagina del Sentiero, utilizzando quanto ho detto in chiesa il giorno del suo funerale. Quelle parole mi sembravano poca cosa già dette così, a voce e non credo che la forma scritta possa migliorarle ma le riporto come le ricordo e in quella forma perché a voler aggiustare qualcosa, spesso non si fa che peggiorarla.
Mi capita spesso, quando devo dire di qualcuno o qualcosa, di rimanere, dopo, con l’amaro in bocca per non avere saputo esprimere non soltanto l’essenziale di quella persona o di quella pagina, per esempio, ma neppure l’essenziale di quanto mi stava a cuore di dire.
Una delle rare volte che questo non è successo è stato, per fortuna, a proposito di Walter. Eravamo insieme ad un convegno a Sarzana, organizzato da Paola Gari e alcuni suoi amici per ricordare la figura di padre Damarco e, tra gli altri, erano stati chiamati a intervenire padre Giovanni Cereti il cui libro “Per un Rinnovamento della Chiesa” (Marcianum Press, Venezia, 2015) è stato l’ultimo che Walter ha letto con entusiasmo e che ha cercato di diffondere.  Da quel libro Walter ha tratto il brano che è stato letto da padre Milton e che ci ha lasciato come un ultimo saluto e conforto nel numero del Sentiero di settembre. Insieme a Giovanni Cereti è intervenuto il professor Gaettano Lettieri, titolare della cattedra di Storia del Cristianesimo e delle Chiese all’Università La Sapienza di Roma. Con il professor Lettieri avevo passato la serata del giorno prima del convegno e parte della mattinata seguente.
A seguito delle conversazioni con lui, il professore mi attribuiva una competenza sulla scrittura sacra del tutto immotivata e lasciamo stare. In ogni caso, quel giorno Lettieri aveva fatto un bellissimo intervento che non poteva non trattare anche della parola, quella che “era in principio ed era presso Dio ed era Dio” e avendo la possibilità di fargli incontrare una persona che mi stava tanto a cuore, ne ho approfittato per presentargli Walter e l’ho fatto con queste parole: “Vede, professore, io non sono tuttalpiù che un glossatore della parola ma mio fratello Walter vive la parola, vive nella parola”.
Ecco in quell’occasione e senza prepararmi, credo di essere riuscito a esprimere non soltanto quello che mi stava a cuore di dire di Walter ma anche la sua essenza di credente e praticante.
Don Andrea e Enzo Mazzini hanno già detto tanto e tanto bene di Walter e altrettanto potrebbero fare molti qui presenti, della corale, degli amici del Sentiero così come dei volontari dell’AVIS ma meglio di tutti potrebbero dire i nipotini di Walter, perché mio fratello non era soltanto il miglior nonno del mondo ma soprattutto il nonno preferito dai suoi nipoti che facevano a gara per stare con lui e sedersi sulle sue ginocchia. In un’ipotetica prova del nonno, con rispetto per gli altri nonni, per Walter non ci sarebbe stata partita.
Ho detto di Walter credente e nonno e per dirne più in generale, basterebbe ricordare, a chi ha conosciuto mio padre, che di tutti i suoi sei figli, quello che assomigliava di più a Olimpio era proprio lui. Walter gli somigliava tanto oltre che nella forza fisica, anche nella fortezza morale e lo ha dimostrato soprattutto nella sopportazione della malattia sempre e particolarmente durante gli ultimi giorni. I giorni della pena e della coscienza quando cadono tutte le scorie e il superfluo e dell’individuo rimane, quando c’è e nella misura in cui c’è, un nucleo incandescente e luminoso che rimarrà nella memoria dei cari per sempre. Walter, come trentaquattro anni fa mio padre, ha mostrato, nei giorni che hanno preceduto la sua morte, la capacità di mantenere intatti tutta la fortezza, l’altruismo e tutta la sua mitezza, la virtù a me e, credo, a lui, più cara e più cara a Norberto Bobbio che dedica ad essa un libretto meraviglioso.
Durante i giorni della malattia e dell’agonia di mio padre ho avuto il privilegio di avere tanto tempo per stargli vicino e in quell’occasione tutto è stato reso più straziante e nello stesso tempo più denso e prezioso dalla conoscenza, fatta da poco, di Camillo Sbarbaro che da allora è diventato non soltanto il poeta a me più caro ma anche una vera presenza come lo sono Dante e mio padre, Piero e Pascoli e d’ora in avanti, Walter per fin che campo.
 Di Sbarbaro si può leggere, nelle pagine centrali di questo numero del Sentiero la poesia “Padre che muori tutti i giorni un poco” di cui, in chiesa, ho letto alcuni versi, immaginandoli pronunciati dalle sue figlie.
Infine devo ringraziare tutti i presenti qui in chiesa e chi gli è stato vicino durante quest’ultimo periodo e sempre e devo ringraziare in particolare Gianni, Elena e Laura che mercoledì hanno assecondato il folle proposito di Walter di attingere all’ultima riserva delle poche energie che aveva, per scendere a Casano, mettersi alla macchina e curare l’edizione del numero del Sentiero di ottobre  di cui ha potuto tenere tra le mani la prima copia e che costituisce una sorta di suo testamento spirituale.
Infine un grazie tutto particolare a Fiorenza che, come un vero angelo custode, gli è rimasta a fianco durante questi ventitré anni a lottare contro quell’altro angelo che soltanto dopo tutto questo tempo e nei limiti che gli sono propri, ha potuto imporre a Walter la morte corporale. Da parte mia e di tutta la mia famiglia un grazie di cuore a Fiorenza, per tutta la vita.

                                                                                             
Giuseppe

 

P.S.  Approfitto di questo spazio per ricordare ancora Piero; le parole sulla generosità e l’altruismo che ho usato per Walter e mio padre valgono anche per lui così come valgono per Marcella, quelle sulla dignità dimostrata fino all’ultimo nella sopportazione della malattia.

  Fraternidad Misionera de María
di I reverendi padri Capitolari


Fraternidad Misionera de María

Instituto Superior de Estudios Misioneros  “Pablo VI”

9ª calle 1-91, Zona 3 Mixco, Guatemala

24320292, 24320575

 

 

 

 

I reverendi padri Capitolari della Fraternita Missionaria di Maria si uniscono al dolore della famiglia Pedroni per la perdita del caro Walter, al tempo stesso, rivolgono la loro preghiera al Dio della vita affinché accolga l’anima del fratello Walter e doni a Lui il premio dei  giusti quale compensa per aver portato con fede e con pazienza il dolore e la sofferenza fisica, lasciando a tutti noi un esempio di vita cristiana e di fedeltà al Vangelo fino all’ultimo momento.
Il fratello Walter fin da subito si è sentito identificato con i sacerdoti della Fraternita, collaborando fin da subito con i padri del santuario, manifestando pure il suo desiderio di approfondire la spiritualità della fraternita fino a consacrare, insieme ad altri tre, a Maria aiuto dei cristiani e dando vita cosi alla seconda fraternita laicale presente in Italia.
La spiritualità della Fraternita ha tra i suoi pilastri l’adorazione eucaristica e la devozione a Maria, ecco perché è molto significativo che il Signore abbia chiamato Walter alla sua presenza di giovedì,  giorno della adorazione eucaristica alla quale Walter partecipava devotamente ; e’ altrettanto significativo che le sue esequie vengano celebrate di sabato, giorno che la chiesa dedica a Maria e giorno nel quale Walter saliva puntualmente al Santuario per pregare insieme ai padri e altri fedeli.
Caro Walter, ora che sei al cospetto di Dio e lo adori in spirito e verita, ora che la cara Madonna ti accoglie tra i suoi figli prediletti, ti chiediamo di continuare insieme a noi il cammino cristiano accompagnandoci con la tua preghiera e il tuo incoraggiamento a non perdere la speranza e a scoprire, nelle piccole cose della vita, la presenza di un Dio che ci vuole bene. Amen.
I padri dell’ottavo Capitolo Generale della Fraternita Missionaria di Maria.

  Walter è…
di Anna



 

Walter è una persona speciale.
Uso il presente perché lui continua a vivere negli occhi  di chi gli vuole bene, di conseguenza, quando mi guardo allo specchio, riesco a rintracciarne un frammento…
Walter è presente in ogni gesto caritatevole ed affettuoso, in una stretta di mano, in un orecchio in ascolto, in un’attenta risposta, in un consiglio mai negato, in due braccia sempre aperte…
Walter è una voce mai alterata, in un sorriso sincero, in una spalla su cui appoggiarsi, in un favore reso ancor prima di esser chiesto, nella gioia delle piccole cose, nella speranza, nella fede…
Il suo amore verso il prossimo è racchiuso in ogni gesto che compie, in ogni sorriso che regala a chiunque sia triste, in una parola buona in un momento di sconforto…
Chiunque si ritrovi a compiere anche solo una di queste semplici e nobili azioni, possiede il potere di mantenerlo in vita, quindi diamoci da fare!!
Per lui “la morte non è una luce che si spegne, è mettere fuori la lampada perché è arrivata l’alba”.
Ovunque tu sia, sono convinta che userai la lampada per far luce su di noi.    

  Grazie Walter
di I professori dell'istituto comprensivo di Ortonovo


Io sono il pane vivo disceso dal cielo“. Se vuoi mangia questo pane, vivrà in

eterno…” (Gv 6,51)

 

Grazie Walter, per tutto quello che hai dato alla nostra scuola in questi anni; grazie per l’esempio di umiltà e moralità che hai donato ai nostri ragazzi, con amore e generosità, come solo chi è molto vicino a Dio può fare.
In questo momento di dolore immenso, siamo vicini con tutto il nostro affetto alla tua famiglia, che tu tanto amavi e che il Signore ricolmerà di benedizioni.
Con gratitudine, sarai sempre nei nostri cuori.

                                     

                                      Prof.ssa F. Bassani, Prof.ssa A. Barion, Prof. G. Guiso

                                                                  Istituto Comprensivo di Ortonovo

  Ciao Walter,
di Stefania


Ciao Walter,

è stampata, dentro di me , la tua voce e il momento quando mi telefonasti prima di tornare da Milano, perché tu sapendo che la mia lettera l’avrei consegnata all'ultimo momento , con tanta delicatezza ed amore mi hai informato che la stampa del Sentiero sarebbe avvenuta prima.
Non avendo ancora scritto nulla ti ho ringraziato  del tuo gesto premuroso e ti ho promesso di consegnarti per tempo la lettera per il mese successivo. Il 16 di settembre anche per mantenere la promessa fatta e per evitare di scrivere come sempre all'ultimo momento , il giorno del compleanno di mio nonno la scrissi; il tema era la Festa dei nonni. Ed io ho raccontato del mio nonno e  del grande tesoro che mi ha lasciato; l’amore, il sentirmi amata ... e tu Walter che grande nonno che sei stato e lo sei sempre da lassù; quanto amore lasci a tua moglie, alle tue figlie e l'amore non muore ma vive.
L'Amore di chi si dà e che ritorna quando ci si dona gratuitamente agli altri senza avere il pensiero di ricevere qualcosa in cambio.
Terminata la  lettera ti ho telefonato Walter, ma mi ha risposto Fiorenza che purtroppo mi ha avvisato che la malattia era precipitata, che stavi dormendo e che purtroppo eri alla fine della tua vita terrena: quanto ci manchi, e quanto ci mancherai Walter ma mi ripeto quanto amore hai lasciato a ciascuno di noi, alla tua famiglia, quale padre , marito , nonno, fratello, cognato e figlio che ognuno desidererebbe avere accanto.
Quanto amore hai lasciato anche al nostro Sentiero, quanto tempo hai speso per questo bollettino interparrocchiale, forze che hai consumato fino all'ultimo adoperandoti con tutta la tua volontà per farlo uscire anche  questo mese. Il numero del tuo Sentiero, di cui noi di Ortonovo dobbiamo andare fieri, cercando di farlo continuare, perché non sono tanti i luoghi in cui le parrocchie si uniscono facendo qualcosa assieme, aprendo una luce sul nostro primo annuncio di credibilità del nostro Vangelo, la vera unità; lo sappiamo tutti: tante sono le parrocchie ma sappiamo anche che solo una è la Chiesa e se anche tu Walter tenevi al "tuo" Santuario e a San Lorenzo ma tanto tenevi anche, attraverso questo bollettino, a diffondere questo messaggio di unità tra parrocchie e quindi tra di noi.
Grazie Walter per averci donato un pezzo della tua eredità, di un valore immenso, indistruttibile e che soprattutto  non divide ma ci unisce : l'Amore.
Grazie Walter arrivederci tutti assieme quando anche noi ritorneremo da dove siamo partiti, chiudendo il nostro cerchio alla casa del nostro unico Padre Dio dell'Amore. Grazie  e arrivederci


  Una carezza
di Marta



 

La portiera dell’ auto, che si chiudeva, un fischiettare molto tenue, a modo tuo; annunciavi la tua visita.
Doretto, riconosceva subito chi fosse e gli brillavano gli occhi, come ad un bambino, a cui portavano un dono. Impaziente di vederti, già cominciava a parlarti dalla camera, ancor prima che vi giungessi. Presa dalle mie faccende, mi recavo in cucina e da lì… sentivo il vostro parlottare, soprattutto le risate di Doretto, che amava scherzare e scommettere su ogni cosa, curioso di sapere come andavano a finire i suoi pronostici.
Sai Walter? Sono certa che, quando vi siete incontrati lassù nel cielo, lui ti ha detto: “Ecco! Tu, caro Walter ce l’hai fatta a morire nel tuo letto, con tutta la tua famiglia attorno, amato e coccolato. Con la Madonna che ti sorrideva, proprio come avrei desiderato io, ma…
Queste visite portavano letizia nel suo cuore e Doretto mi ripeteva sempre: “Che grande amico è Walter, sento che mi vuole bene”. Portavi conforto a tutti coloro che andavi a trovare, ti stimavano anche per questo tuo modo di renderti utile; lo facevi discretamente, in punta di piedi.
Ricordo sempre come ti sei preso a cuore il nostro caro amico Ferruccio. L’hai preso per mano e accompagnato nel percorso critico, ospitandolo in casa tua assieme alla tua famiglia, assistito con affetto e calore, restandogli vicino fino alla fine.
Nel sociale ti sei reso presente in tutte le manifestazioni che ti vedevano impegnatissimo nei molteplici interessi. Incarico AVIS, per citarne uno, ma… il giornalino interparrocchiale “Il Sentiero” che seguivi con un piacere speciale… che poi hai onorato fino alla resa del tuo corpo al Signore.
Hai sempre donato la tua disponibilità al tuo prossimo, senza mai una imprecazione negativa né un lamento emotivo.
Grazie Walter, così diceva sempre anche Dorè, quando gli portavi il giornalino appena stampato. Anche questa volta, ne è uscito un buon numero.
Grazie Amico Walter, per il tempo che hai trascorso con noi.
Grazie per aver continuato anche dopo… nelle tue visite alla nostra famiglia per informarti di come andassero le cose.
Grazie amico Walter per il bene che ci hai voluto.
Anche questa è una carezza del Signore.

  Da Luni mare
di Paola Vitale



 

E’ morto Walter- questo Santo Rosario è dunque tutto per lui”. Così si è concluso in grande mestizia un pomeriggio sereno, in visita Maria S.S. di Montenero in Livorno . E’ l’ultimo giovedì di settembre, penultimo giorno del mese. E’ l’ultimo giovedì di settembre, penultimo giorno del mese.
Personalmente mi sento in colpa. Non gli avevo più telefonato perché, come una bambina, ero un po’ imbronciata dopo il suo richiamo a Milano, per verifiche e cure. “Walter, coraggio, tutti vogliamo che stai bene”, così lo avevo salutato. Lo avevo visto sereno e giovane, con la piccola nipotina in braccio, su in Ortonovo, sotto lo storico torrione. Ora se chiudo gli occhi lo rivedo così, sorridente e sereno. Arrivata a casa mi ha aperto mio figlio Davide dicendo: “Purtroppo  mamma c’è una brutta notizia; è morto Walter”.
“Lo so”, ho risposto io e ne sono molto addolorata; e vedo che ne siete addolorati pure voi”. Ci ha dato molto Walter ed il vuoto che lascia è grande.
Penso al dolore e sgomento dei familiari. Penso alla sua presenza al Santuario, per la preghiera, per il coro. Penso al suo diario del mese su “Il Sentiero” che tanto lo ha impegnato, proprio da una dei “pochi ma buoni”.
Ora in cuor mio, spero che tutto l’impegno di lui risorga, con tanto amore per la sua persona.
Penso che continueremo a volergli molto bene, a sentirlo e ad accompagnarlo presso il Signore con la nostra preghiera, insistenti come lo sono state le sue, per tutti i familiari e per il bene della chiesa.
Ora mi stringo ai suoi cari e neanche loro potrò dimenticare nella preghiera. Con tutto il mondo che consegna perdite su perdite, rialziamo il capo e la nostra vita, per dire grazie a chi ci è stato di esempio generoso e fedele, per Ortonovo e per tutti, anche qua a Luni mare.
Con affetto e dolore grande, la famiglia e Paola Vitale
I Santi Arcangeli Michele Gabriele e Raffaele
29 settembre 2016

  Ortonovo:una festa contadina nel segno dei bambini
di il fratello Gianni



 

 

Nella due giorni della festa contadina del 12 e 13 agosto  hanno vinto i bambini. Sono stati i veri protagonisti di una maratona che ha avuto il merito di riportare alla memoria usi e costumi di un secolo come il 900 ancora così vicino per molti e lontanissimo agli occhi dei piccoli.
Come i grandi, i bimbi indossano vestiti del secolo scorso, pantaloncini, calzettoni e fazzoletto in testa o cappellino in paglia, fieri, sorridenti, calati in un mondo fiabesco e divertente, una sorta di paese dei balocchi dove per due giorni si gioca, si tira tardi e si balla.
Attorno a loro i grandi;  genitori e nonni  impegnati con fatica a cambiare volto al paese,  spostando il tempo e pronti a farci vivere un'altra storia, un tuffo nel passato.
Hanno accolto la gente offrendo il meglio della nostra cucina e delle nostre tradizioni.
Mi trovavo alla piazzetta, nella bella terrazza  di Fiammetta e Marco;  Enry serviva i taglierini ai fagioli, buonissimi -   ascoltavo curioso le impressioni  di alcuni  Massesi ; erano stupiti per la bellezza della festa,  e di come fosse così ben organizzata. Poco importa se per arrivare hanno dovuto tribolare –dicono- non si sarebbero mai aspettati una roba così!
Bello sentire questi apprezzamenti, bello rivedere un paese unito anche nella gioia,  bello sarebbe che tutti possano sentirsi utili.
Alle associazioni della Proloco e dell’ANSPI   tutti i nostri ringraziamenti, quelli veri e sentiti. Hanno lavorato come matti, ripulito vecchie cantine e stalle, recuperando antichi ricordi, dagli attrezzi da lavoro dei campi sino ad antiche fotografie, un lavoro davvero straordinario.
Un pensiero infine personale, un ricordo di quella serata che mi porterò sempre nel cuore che mi porta a Walter, alla sua felicità nel vedere il suo paese in festa, con i bambini Elia, Adele, Gianma , Emma e la piccola Anita incollata alle spalle di Laura o sul collo di Gabriele,  uno sguardo ad Elena sempre di corsa con i volontari della festa con il suo Gabri che c’è sempre anche se si nasconde, la Fiò che dall’uscio non lo perde un secondo di vista e lui ricambia con occhiate che dicono più di molte parole… e poi noi, con Giuseppe a finire un buona birra seduti sulla panchina a raccontarci le cose che possono raccontarsi tutti i fratelli del mondo.
Ci manchi tanto                                               
il fratello Gianni

  Gruppo amici di Padre Damarco
di Paola Gari



 

 Mi commuove far parte del grupamicpo di amici che si raccolgono attorno a Walter per testimoniare la sua vita generosa, discreta e totalmente disponibile.
E non so immaginare una “celebrazione” più adatta di quella espressa da “Il Sentiero”, per il quale si è speso sino all’ultimo giorno della sua vita.
Io vorrei ricordare gli ultimi mesi di un’amicizia tessuta di tanti incontri...
Due giornate sono state particolarmente significative: il convegno dell’11giugno scorso dedicato, in Sarzana, a“Dignità della persona e apertura agli altri”, per la riedizione del libro “Commento ai Vangeli” di padre Vincenzo Damarco, “sacerdote del Concilio Vaticano II morto nel 1974; e l’incontro ecumenico dell’11 settembre presso il Santuario di Ortonovo.
Nella prima giornata Walter ha potuto confrontarsi con il teologo don Giovanni Cereti, del quale aveva apprezzato il libro “ Per un rinnovamento della Chiesa” libro che farà poi circolare fra tutti gli amici.
Nella giornata di incontro ecumenico, l’ultima passata nel "suo" Santuario, era stato particolarmente coinvolto e partecipe di quel clima di comunione e pace interiore.
Poi le sue condizioni di salute si sono molto aggravate, ma questo non gli ha impedito di dedicarsi con passione alla redazione del Sentiero.
In quel periodo mi chiese di interessarmi per la stesura di un articolo, da parte dell’amico Egidio Banti, sull’attività del gruppo “amici padre Damarco” rivolta ad attualizzare il suo pensiero profetico sul tema cruciale dei migranti. 
Ed Egidio ha subito risposto, con grande soddisfazione di Walter.
Negli ultimi giorni mi ha ricordato spesso la necessità, secondo le continue indicazioni di papa Francesco, di aprire il suo paese, la parrocchia, il Santuario all' accoglienza di una famiglia di profughi.
E' bello, ci conforta, ricordare  la sua grande apertura verso gli altri, soprattutto verso i più piccoli e indifesi, sempre attento ai loro bisogni; e il suo ricordo ci sarà di sostegno nel cammino che, come "gruppo amici padre Damarco", abbiamo intrapreso per la difesa dei nostri fratelli più deboli, spesso senza voce.


  La tua valigia, Walter era pronta…
di Giuliana Rossini



 

Quel giorno io non c’ero. Non c’ero, caro Walter, a darti l’ultimo saluto, perché ero su, a Bruxelles, dai miei.
E’ stato per me un grande dolore. Mi hanno detto che la chiesa era gremitissima (e come avrebbe potuto essere altrimenti) e che tutt’intorno aleggiava un’aria che sapeva di soprannaturale, che quasi si poteva toccare con mano, un anticipo di paradiso. Una cara amica mi ha confidato che, nel corso della cerimonia funebre, ha avuto come la certezza che si stesse facendo una grande festa in cielo per il tuo arrivo.
Sì, Walter, perché la tua valigia era pronta da tempo, piena della tua lunga sofferenza sopportata con una dignità, un coraggio, un abbandono alla volontà di Dio che non facevano trapelare nulla e di tanti atti d’amore, perché tu ti preoccupavi di donarti agli altri.
Non ti faceva paura la fatica, eri sempre presente nelle più importanti manifestazioni religiose e non della nostra vallata e della nostra diocesi e, anzi, ti facevi cura di organizzare un trasporto efficiente perché tutti potessero parteciparvi.
Già gravemente malato, l’otto settembre, hai voluto andare a salutare personalmente la Madonna che amavi tanto. Mi hanno riferito che, giunto con grande fatica sul piazzale del Santuario, avendo saputo che una persona era in difficoltà per tornare giù al piano, ti sei prodigato, come hai potuto, per aiutarla.
E che dire del tuo prodigarti in favore dell’AVIS a cui hai dedicato tempo ed energia, coinvolgendo in una gara di generosità tantissime altre persone?
Nella tua valigia, però, campeggia il tuo capolavoro, il tuo fiore all’occhiello: l’impegno che hai profuso per portar avanti e rendere sempre più interessante e piacevole il nostro giornalino interparrocchiale, “Il Sentiero”.All’inizio, forse, neanche tu pensavi ad una attività così coinvolgente. Poi, piano piano, sei cresciuto alla scuola del nostro caro preside, il professor Franciosi, dal quale (dicevi) avevi imparato tutto, cosicché, al momento opportuno, avevi potuto assumere la direzione del nostro bollettino. Sono stati tanti la dedizione e l’entusiasmo che gli hai dedicato da poter affermare, senza timore di essere smentiti, che “Il Sentiero” eri tu !! mi piaceva chiamarti redattore- capo (te l’ho mai detto?) e, in realtà, lo eri veramente, perché seguivi la realizzazione di ogni numero del giornalino dall’inizio alla fine.
Ti preoccupavi di contattare noi, tuoi collaboratori, per sapere se quel mese avremmo scritto qualcosa in modo da lasciare gli spazi necessari, ci incoraggiavi se eravamo un po’ titubanti, passavi a ritirare gli articoli scritti a mano (gli altri ti venivano inoltrati via e-mail), li stampavi, li impaginavi, li assemblavi (si dice così?) e… infine il giornalino compariva in tutte le parrocchie fresco di stampa e prezioso per l’impegno di tutti.
Trovavi anche il tempo di redigere la rubrica ‘Il diario di un parrocchiano’ (adeguatamente ereditata dal prof. Franciosi) in cui riferivi e commentavi gli avvenimenti religiosi più importanti del mese.
Mi commuove leggere l’ultimo tuo articolo, dove chiedi scusa per non essere stato in grado di terminarlo!!  Ma, insieme, mi consola sapere che Gesù ti è sempre stato vicino nelle persone dei sacerdoti che, illuminati dallo Spirito Santo, sanno trovare le parole che giungono fino al cuore, donandoti Gesù stesso che tu hai ricevuto con tanta solennità ed emozione.
Caro Walter, credo che tu abbia saputo aderire e realizzare nel modo migliore, con semplicità e modestia, il Disegno che il Padre Celeste aveva su di te e cioè di contribuire a far conoscere la bellezza e l’attualità del Vangelo e, nello stesso tempo, dar vita ad una grande famiglia dove ognuno poteva trovare il proprio posto e avere voce, valorizzando e incoraggiando le capacità di ciascuno.
Spero che un giorno ci si possa incontrare in Paradiso e chissà che, tutti insieme, non si riesca ad imbastire un “Sentiero” anche lassù!


  Il “Sentiero” di Walter
di Rosa Lorenzini



 

Non  è  facile  salutare  un amico,  doverlo salutare per sempre,
accettare di perderlo  per sempre e  nello stesso tempo volerlo per sempre ricordare.
E’ quel  “per  sempre”, che frena ogni tua scelta, fino al punto  di pensare che ogni tua iniziativa,  per  non fare si che il “per sempre”  si  trasformi in definitivamente, risulti inopportuna, insufficiente  e arrivi a soffocare ogni tua volontà’.
Così è successo  a me  ……..  ho pensato  che ogni cosa avessi fatto non avrei potuto cambiare ciò che era successo……
Impossibilitata a  modificare il  mio scoraggiamento ho pensato di fare  quello  che a Walter piacerebbe:  scrivere  una  pagina da inserire nel SENTIERO per  condividere con gli altri  il mio stato d’animo,  i miei  pensieri ……..
Quindi  eccomi ……..
a  scrivere, come sempre,  quando Walter me lo chiedeva, con quel suo  sorriso fraterno  che riuscivo  a visualizzare  anche ascoltandolo al telefono;
con  la sua  dolcezza “paesana” impastata  di  saggezza ed umiltà  mi convinceva ad  accettare  sempre le sue richieste per  fare  in modo che il bollettino uscisse ogni mese con “qualcosa” che  valesse la pena di  condividere con i lettori, verso  i  quali  Walter aveva un rispetto reverenziale e per i quali, secondo lui,  gli impegni profusi non sarebbero  sicuramente mai stati né ’vani né  sufficienti.
La sicurezza  di Walter,  alimentata dalla  sua fede granitica,  abbracciava  chi collaborava  con lui, nel  servire “Il Sentiero”, fino a sentirsi protetti, per tutto il tempo  che  si  dedicava  alla creazione del bollettino,  da   un abbraccio  unico e speciale:  l’abbraccio  di Maria, Madre del  Servizio.
Tutto  ciò  è stato  possibile grazie al sentiero che Walter percorreva quotidianamente, al richiamo  delle campane  del mattino,  salendo verso  il  suo santuario  per  abbracciare  con la preghiera  tutta la nostra comunità interparrocchiale e metterla sotto la  protezione di Maria, Madre  della Chiesa, nostra Madre per sempre ….. e tutto ciò continua ancora ……  la “Grazia” si  ripete proprio ora mentre sto scrivendo per il bollettino…… Walter  sorridendo mi gratifica e mi rincuora confermandomi che con la  fede il “per sempre” non è definitivamente negativo ma eternamente positivo …….
 ciao Walter….. 


  ARRIVEDERCI
di Tonino Ratti



Quale parola o aggettivo possono dare la misura esatta di Walter?
Quale espressione può dare conforto al dolore della sua grande e splendida famiglia?
Un improvviso terremoto ha sconvolto la quotidianità serena di un microcosmo speciale: la sua famiglia e la sua operosità nei tanti impegni rivolti sempre verso gli altri con disponibilità e mitezza.
Ho perso l’amico, il confidente, l’esempio inarrivabile.
Nel nome della fede che ci ha accumunato tanti anni addietro, quando Il Sentiero (sempre lui !) ci ha fatto incontrare per caso e poi camminare insieme, arrivederci Walter.      

  Quella mezza pagina bianca, l’ultimo regalo di Walter
di Egidio Banti



 

Oggi, come ogni prima domenica del mese, in tutte le parrocchie di Ortonovo viene distribuito “Il sentiero”, giornalino realizzato da molti anni a livello interparrocchiale e coordinato da Walter Pedroni.
C’è però una particolarità; l’ultima mezza pagina è bianca. Walter, chiudendo il suo solito “Diario” nell’altra mezza pagina, si è scusato di questo inconveniente.
Oggi, alla messa, lui non ci sarà; stroncato dal male, ha chiuso gli occhi a questa vita giovedì scorso.
Prima però, benché già fortemente provato, aveva voluto farsi portare in redazione, a Casano, per finire il giornale, e stamparlo; la scadenza di oggi non poteva essere mancata.
Tornato a casa dopo poche ore si è spento sereno circondato dall’affetto dei familiari.
Nella sua vita, sempre illuminata dalla luce di una grande fede, tutto ha sempre avuto un posto preciso; e in questo tutto, un ruolo molto importante lo aveva “Il sentiero”.
Walter, con il buon senso di ogni autentico testimone cristiano, ha sempre creduto nella forza pastorale, formativa e informativa, del giornale ”comune” delle parrocchie, esempio tuttora unico in diocesi.
Non bastava “per lui” predicare bene, bisognava rimboccarsi le maniche e realizzare in concreto, con umiltà, quello che il Papa, i vescovi e gli esperti indicano come un dovere. E così ha fatti sinché ha potuto, davvero sino in fondo. Un esempio grande per tutti noi che operiamo nei “mass media” e per quanti ne fruiscono.
Quella mezza pagina diventa così un invito, a che ora siano altri a scriverla e ad essere testimoni, a Ortonovo, come altrove nel segno della speranza cristiana.
Alla moglie Fiorenza, alle figlie e ai familiari tutti, le nostre più sentite condoglianze.

Da Avvenire SP 7   

  ULTIM’ORA
di La Redazione



Dopo aver impaginato e assistito, il giorno 28, con immensa sofferenza fisica, ma grande determinazione, alla stampa de IL SENTIERO di Ottobre, nel pomeriggio del giorno 29 Walter ha chiuso la sua intensa vita terrena, lasciando un vuoto incolmabile nella sua bella famiglia ed uno immenso nell’intera comunità di Ortonovo.
 Il Sentiero, la sua creatura prediletta, lo ricorda con affetto e lancia un appello forte, forte, perché, nel nome di Walter, tutti i lettori ed amici si sentano impegnati, nel modo a ciascuno più congegnale, a sostenere la voce della comunità: è il modo migliore e più gradito per fare ogni mese memoria di Walter e del prof. Franciosi, senza i quali Il Sentiero non sarebbe mai diventato un punto di riferimento mensile per molti, sia nella versione cartacea, che in quella web.


  Ricordo di Walter
di Egidio Banti



Walter era legato in modo indissolubile ad Ortonovo, che per lui rappresentava un’unica grande comunità. Il suo impegno per il “Sentiero”, come tante altre attività, spesso condivise con i familiari, ne danno una testimonianza davvero molto bella. Il suo però non era, non è mai stato un “campanilismo”, per lo meno nel senso deteriore del termine. La visione di Walter – spesso ispirata, come per tanti altri amici, dall’esperienza di Chiara Lubich e del movimento dei Focolari – era una visione profonda di unità.
Le divisioni, di qualunque genere, non le comprendeva e non le approvava.
Unità in famiglia, prima di tutto, e profonda. Unità nell’ambiente di lavoro.
Unità in parrocchia. Unità nel Comune ortonovese. Unità, e poi mi fermo ma si potrebbe andare oltre, a livello diocesano. Per questo, Walter non solo partecipava e faceva partecipare alle diverse iniziative diocesane, dalle celebrazioni con il vescovo ai pellegrinaggi mariani del primo sabato del mese, ma credeva davvero nell’unità della diocesi: una unità, per lui, senza centro né periferie, e che considerasse, in una visione armonica come di un corpo umano composto dalle varie membra, tutte le diverse componenti, parrocchie, movimenti e così via. Ci sono due episodi abbastanza recenti che mi piace raccontare qui, perché siano anche di esempio. Se c’è un “giornale” nel senso più completo del termine, questo è il “Sentiero”. Ma nessun responsabile del “Sentiero” era stato mai chiamato a partecipare all’incontro che ogni anno il vescovo diocesano – sin dai tempi di monsignor Silvestri – tiene con i giornalisti delle diverse testate spezzine a fine gennaio, in occasione della festa di san Francesco di Sales, patrono appunto dei giornalisti. Avendo letto l’ennesimo resoconto di tale incontro su “Spezia 7”, la pagina diocesana di “Avvenire”, Walter, forse un po’ amareggiato, mi fece presente questa incongruenza. Gliene spiegai il motivo: i giornalisti del “Sentiero” lo sono in tutti gli aspetti, tranne uno, l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Ma aggiunsi che ritenevo fondata la sua osservazione e che l’avrei trasmessa al segretario del vescovo, il quale, a sua volta, la condivise.
Così, nel gennaio scorso, Walter in persona poté rappresentare tutti i collaboratori del “Sentiero” alla Messa ed al successivo incontro del vescovo con gli operatori della comunicazione. Al di là del suo carattere schivo, era palpabile la sua gioia: non per sé, ovviamente, ma per la testimonianza che quel gesto dava all’esperienza del “Sentiero” e, quindi, ad una sempre più completa “unità” diocesana, anche a livello di mass media. Secondo episodio.
L’11 giugno scorso, a Sarzana, è stata presentata la ristampa dei “Commenti ai Vangeli” del religioso vincenziano padre Vincenzo Damarco.
Nell’occasione, il gruppo degli amici di padre Damarco aveva invitato come relatore don Giovanni Cereti, illustre teologo romano, di origine genovese.
Tra i presenti c’era Walter, che appunto era sempre molto attento ad ogni testimonianza che, partendo dal Vangelo, potesse rappresentare un arricchimento per tutti, credenti e non credenti. Nell’intervallo di quella giornata aveva avvicinato don Cereti per scambiare con lui alcune riflessioni, mostrandosi molto interessato all’esperienza della fraternità degli Anawim, un gruppo romano di spiritualità che si richiama agli “umili” della Bibbia, che vivevano incarnando le Beatitudini . Anche nelle settimane seguenti, mentre purtroppo il male stava cominciando l’offensiva finale, era tornato sull’argomento, e sull’impegno che gli amici di Damarco avevano ricavato da quella giornata, sul tema così urgente e “strategico” dell’accoglienza ai migranti, nelle case, nelle parrocchie, nei santuari. Come si vede, un ulteriore impegno di unità e per l’unità, anche tra popoli diversi: unità delle persone, in primo luogo, credenti e non credenti, e dunque anche per l’unità dei credenti in Cristo. Per lui erano inconcepibili le divisioni, le gelosie, le chiusure preconcette. Una testimonianza, la sua, che merita davvero di essere considerata e non dimenticata ….


  Caro Walter,
di Marene



ti scrivo come se fossi partito per un lungo viaggio, per parlarti come non ho potuto fare prima perché non sono mai stata brava con le parole, e ho sempre preferito scrivere.
Ti scrivo per raccontarti il vuoto che hai lasciato, pur sapendo che questo non ti riporterà tra noi.
Vorrei vedessi la disperazione delle tue ragazze, le lacrime di Laura che non si rassegna, la solitudine di Fiorenza che ti vede in ogni angolo, la forza di Elena che cerca di fare coraggio a tutti anche quando non ne ha.
Ognuno reagisce secondo il proprio carattere e secondo i propri mezzi, ma saresti fiero di loro nel vedere la forza che hanno dimostrato, prima quando eri malato ed oggi che non ci sei più. Quando ci si dedica anima e corpo ad una persona cara succede che, quando questa viene a mancare, ci si senta inutili e senza più uno scopo.
E’ come se la vita si fosse fermata con lei, ed andare avanti sembra assurdo ed impossibile.
Vorrei raccontarti di Gianni, di quanta paura aveva di accompagnarti quell’ultima giornata alla sede del Sentiero, anche se non ti reggevi in piedi, solo per farti contento, fingendo che tutto fosse normale e che non fossi agli ultimi istanti della tua vita; con quanta ostinazione hai programmato questo viaggio! Un compito da terminare e consegnare ad altre mani.
Saresti contento di sapere che Elena se ne è fatta carico, e che tutta la tua famiglia sta scrivendo sul giornalino; quell’ultima copia, con l’articolo scritto di tuo pugno, è andata a ruba il mese scorso: hanno dovuto mandarlo in ristampa.
Vorrei dirti dei bambini che alla sera portano allegria in casa, unica traccia della vita che va avanti, tranne quando la vocina di Anita cerca e chiama Nonno.. allora potresti vedere i visi impallidire e le lacrime che gli adulti cercano di ingoiare per non deludere e non fare male ad altri.
Vorrei dire alle tue donne di continuare la propria strada  sapendoti ancora accanto, perché l’amore non termina con la vita, ma continua oltre.  
L’amore che hai saputo donare è stato talmente grande che rassegnarsi alla perdita è difficile, ma il coraggio di cui hai dato prova deve servire da esempio per chi rimane.
Vorrei terminare con un grazie: per esserci sempre stato, per la tua famiglia e per tutti gli altri; per non aver mai parlato e pensato male, anche quando avresti potuto; per aver cresciuto due figlie così in gamba; per essere stato il punto di riferimento di tanti; per la dignità ed il coraggio che hai dimostrato nella malattia, anche quando la rabbia sarebbe stata più che giustificata; per non aver mai dimostrato paura e non esserti mai fatto prendere dallo sconforto; grazie per tutti gli sguardi che dicevano tutto; grazie per avermi cercato quell’ultima volta.
Aiutaci a sentirti vicino; non più con gli occhi, ma con il cuore.


  Miracolo a Milano
di Elena



 

Avevo diciassette anni quando, tra bisbigli, andirivieni dei miei zii, referti ospedalieri e ricerche sulla Treccani, ho capito che avrei potuto perdere mio babbo… ma Qualcuno ha voluto che non andasse così.
L’anno successivo per il suo compleanno gli abbiamo regalato una videocassetta di un famoso film, “Miracolo a Milano”, perché per noi quello era successo…
Oggi di anni ne ho quaranta e mio babbo mi è stato accanto fino a qualche giorno fa.
In questi ventitré  anni la “malattia” non lo ha mai abbandonato, ci sono stati ospedali, analisi, operazioni, paura di non farcela… lacrime…
Ma c’è stato anche molto di più… e quelle sono state solo delle parentesi a cui lui dava poca importanza non lamentandosi mai, non risparmiandosi mai e vivendo fino in fondo ogni momento.
Ci sono stati diplomi, lauree, matrimoni, nascite, battesimi, vacanze…gioia, risate, amore…lui è stato presente con i suoi silenzi e le sue carezze in ogni momento della nostra vita, non solo in quelli importanti ma anche nella più semplice normalità. Perché per noi la normalità era un’eccezione, perché averlo ancora con noi non è mai stato dato per scontato.
Due anni fa abbiamo fatto una bellissima vacanza in montagna con un gruppo di focolarini; una delle escursioni è stata più dura del previsto, abbiamo scalato un monte altissimo, soprattutto per noi non allenati.
Io , mia mamma e Francesca abbiamo faticato, ci siamo lamentate e più volte abbiamo pensato di rinunciare… noi più giovani di lui e più sane. Mio babbo invece era davanti a tutti noi, con solo un bastone e con tutti i suoi problemi…
non ha detto una parola ed è arrivato sulla cima prima di noi. Quando finalmente sono arrivata anch’io, distrutta e con l’unico scopo di riposarmi, ho trovato lui ad attendermi con il suo solito sorriso pacifico sulle labbra e pieno di soddisfazione per essere lì assieme.
La nostra vita è stata come quella camminata… tutta in salita… apprezzando ancor di più le gioie, sorreggendoci l’un l’altro nei momenti più duri… ma la nostra forza più grande era vedere lui sempre un passo avanti a noi che ci incoraggiava a non mollare mai.
E’ dura lasciare andare un babbo così… anche se ho la certezza che mi ha dato ciò che di più bello e profondo poteva darmi: tutto se stesso fino all’ultimo istante… e ora continuerà a mandarmelo da lassù.


  Ciao Walter
di Bebi



 

Ho conosciuto Walter, quando sono andata come insegnante alla Scuola Media “C.R. Ceccardi” di Ortonovo, diretta dal grande Preside Franciosi e popolata da una miriade di insegnanti estremamente attivi, che hanno reso questo Istituto all’avanguardia non solo dal punto di vista didattico, ma anche per le attività extrascolastiche che lo hanno caratterizzato.
C’erano tra queste la settimana bianca, il campeggio estivo, il mercatino e i genitori  degli alunni che collaboravano con la scuola tramite l’Associazione genitori, di cui Walter faceva parte. Ho così passato assieme a lui, a Fiorenza e alle sue ragazze, Elena e Laura, molte settimane bianche, fatto tante risate lungo le piste  e nei momenti del pranzo e della cena negli alberghi delle varie stazioni sciistiche. Ha allacciato con  noi tanti scarponi ai ragazzi che dovevano imparare a sciare, ci ha aiutato sempre in ogni occasione, perché eravamo in tanti a sciare, praticamente sulle piste si trasferiva mezzo paese.
E lui aveva sempre un sorriso per tutti, la battuta pronta per sdrammatizzare, una parola buona per chi si alterava.
Era una animatore anche delle altre attività della scuola, è sempre stato rappresentante dei genitori nelle classi delle sue figlie, Presidente del Consiglio d’Istituto.
Ho saputo poi che era anche impegnato nel sociale, consigliere dell’AVIS e attivo in questo settore che con la sua presenza ha visto l’incremento delle donazioni.
Era anche molto credente  e partecipava attivamente alla stesura de “Il Sentiero”, giornale di parrocchia a cui aveva sempre collaborato anche il Prof. Franco Marchi. Un uomo come pochi: attivo con gli altri e presenza affettuosa per la sua famiglia.
Di lui ho un bellissimo ricordo: mi chiamava un po’ con mio nomignolo, un po’con il cognome e mi sorrideva sempre anche nei momenti più tristi per lui.
Molti anni fa gli era stato diagnosticato un brutto male da cui credevo fosse guarito. Invece non era così, ma lui non si è mai lamentato, anzi al mio – come stai?- di qualche tempo fa, ha risposto –bene-.
Caro caro caro Walter, sei rimasto nel mio cuore per le tua gentilezza, per il tuo sorriso, per la tua disponibilità e oggi posso dire anche per il tuo coraggio e per la dignità con cui hai saputo portare avanti un peso così grande qual è stata la tua malattia. Sarai per tutti noi sempre un bel ricordo e per i tuoi cari un esempio di bontà e di rettitudine.
Ciao, caro amico, un saluto dalla tua amica Bebi

 

Castelnuovo Magra 18 ottobre 2016

<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti