La mano per gioco, o fanciullo,
non por sui miei occhi,
lascia ch’io miri ancora la tua innocenza;
a te muove il riso dell’età tua verde.
Un’ape d’oro, una farfalla, un fiore…
Per noi nonni, un anno passato
pesa come pietra sulle spalle
ma sapremo sempre dirti:
“Vieni, figliolo, ti mostrerò la via
che da solo feci
fra un canto e un pianto.
Andrai tu innanzi,
lesto come un capriolo,
io, dietro, stanco ma non affranto,
sull’erba poi mi adagerò,
e tu proseguirai solo.
E se il dubbio
la tua certezza fa tremare,
guarda e vedrai una nube rosa.
Allora potrai accarezzare il mio volto
e mentre scherzi, o bimbo,
l’anziano piange tra il vel
delle tue rosee dita.