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La scelta dei poveri
di Domenico Lavaggi, prete, vostro conterraneo
La comunità cristiana è
oggi continuamente sollecitata perché dica con chiarezza quali sono le scelte
che la comunità stessa deve operare oggi nel mondo e sapere che posto occupano
i poveri, gli emarginati, i debitori, nelle scelte cristiane. E queste, si limitano
allo spirito o hanno anche riflessi di ordine sociale?
Luca, come molti scrittori greci e latini, dedica il Vangelo ad un
personaggio che chiama “Eccellente Teofilo”. Eccellente non perché è ricco o
potente ma perché nella comunità di Luca occupa un posto di rilievo per la
carità e la fede. Notiamo che il nome Teofilo significa amato da Dio o amante
di Dio; ma Luca non intende dedicare soltanto a Teofilo il Vangelo, ma perché
tutti i Teofilo sono i componenti della sua comunità e ora siamo noi amati da
Dio e amanti di Dio.
Luca nel capitolo 7° del suo Vangelo dice: "Tutto il popolo udì Giovanni
ed anche gli esattori delle tasse lo udirono e riconobbero il volere di Dio e
si fecero battezzare da Giovanni ".
Ma i farisei ed i dottori della legge disprezzarono il volere di Dio e
rifiutarono il battesimo di Giovanni . Avendolo saputo Gesù paragona i farisei
ed i dottori della legge a bambini seduti in piazza che si rinfacciano gli uni
gli altri “ vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato; vi abbiamo
cantato canzoni lamentose e non avete pianto…".
Gesù li paragona dunque a bambini capricciosi e viziati.
Poi Luca continua a dire: "Un fariseo invitò Gesù a pranzare da lui.
Gesù entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola". Certamente in quella
casa il clima non era favorevole a Gesù per l'attacco fatto prima. Poi in
quella sala entra una donna in attesa, molto chiacchierata in quella città,
forse un'adultera o una prostituta. Va a sedersi davanti a Gesù e gli lava i
piedi con le lacrime agli occhi poi li asciuga con i capelli e li unge con olio
profumato. Vedendo questo il fariseo pensa: "Se Gesù fosse un vero profeta
saprebbe chi è la donna seduta ai suoi piedi e la scaccerebbe” . Ma Gesù sa chi
è la donna e sa anche chi è Simone il fariseo, conosce tutti e due e risponde
così al fariseo: "Sono entrato nella tua casa e tu non mi hai lavato i
piedi coperti di polvere e non mi hai versato sul capo due gocce di olio
profumato che si dà a tutti gli invitati; per darmi il benvenuto in questa casa
e non mi hai dato il bacio che si dà a tutti gli invitati, invece questa donna
mi ha lavato i piedi con le lacrime asciugandoli con i capelli e profumandoli,
perciò ti dico: - A lei sono stati perdonati molti debiti e li perdono anch'io
-" (Luca adopera un verbo che a quel tempo corrispondeva al nostro passato
prossimo e presente che significa "sono stati perdonati da Dio
e li perdono anch' io").
Carissimi lettori del “Sentiero”,
dopo dieci anni passati a Levanto come curato collaboratore del parroco di S.
Andrea, il Vescovo mi aveva nominato parroco della parrocchia di Santa Teresa
del Bambin Gesù , di Limone-Melara, quartieri popolari o proletari, nella zona
industriale di La Spezia. Lì mi sono trovato davanti ad un bivio perché c' era
l' usanza dei funerali civili senza prete e senza chiesa.
Non sapendo cosa fare e come comportarmi, ho riletto il Vangelo di Luca e
di Matteo che parlano dell' incontro fatto da Gesù con un esattore delle tasse
da versare nelle casse dell'erario. Luca lo chiama Levi e Matteo lo
chiama Matteo. Gesù lo incontra e lo chiama a seguirlo, poi Levi-Matteo invita
Gesù nella sua casa a mangiare con i suoi primi discepoli e lo fa sedere in
mezzo ai suoi amici esattori come lui ed a tutti i peccatori della città.
Questo mi ha fatto decidere: non dovevo starmene in chiesa a riflettere sulla
cosa. Ho indossato la veste talare e mi sono presentato alla casa del defunto e
con la gente mi sono incamminato verso il cimitero recitando il rosario.
Questo è stato il mio comportamento ed oggi saluto con gioia la parola di Papa
Francesco che dice: "In nome di Dio e misericordia: la Chiesa non è al
mondo per condannare ma per permettere l'incontro con quell'amore viscerale che
è la misericordia di Dio. Perché ciò accada è necessario uscire. Uscire dalle
chiese e dalle parrocchie, uscire e andare a cercare le persone là dove vivono,
dove soffrono, dove sperano".
Caro lettore, questo è stato il mio atteggiamento durante i 60 anni di servizio
pastorale, iniziando da Santa Teresa fino ad ora. Nessuno si
scandalizzi! Ero cappellano alla OTO Melara quando, visitando lo
stabilimento come facevo ogni settimana, un sindacalista mi ha detto:
"Dobbiamo fare un'assemblea per tutti gli operai della fabbrica per le
condizioni sanitarie; abbiamo chiesto alla direzione l'uso del salone e ce lo
ha negato”. Io ho risposto al sindacalista: "Perché ti preoccupi? La
chiesa di Santa Teresa è a meno di 100 metri da qui e vi può accogliere tutti.
Io la apro e vi aspetto".
Secondo le regole ecclesiastiche avrei dovuto togliere il Santissimo Sacramento
ma non l' ho fatto. Quando tutti gli operai si sono accomodati in chiesa ho
detto loro: "Avrei dovuto togliere Gesù dall'altare ma non l' ho fatto
perché volevo che partecipasse all'assemblea un ‘Lavoratore speciale’ di nome
Gesù". Alle mie parole è seguito un applauso generale: non a me ma a
Gesù presente in mezzo a loro. |
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Creazione-Preghiera-Adorazione-Pace nel cuore: il Santo Rosario
di Stefania Storti
Stamattina
sono giunta in spiaggia presto; nel più assoluto silenzio contemplavo il
meraviglioso scenario che avevo di fronte, ovunque mi voltavo: il mare (stamane
calmissimo), la costa (da Fiumaretta a Marina di Carrara), le montagne (con le
meravigliose cave di marmo), le colline con i loro paeselli e il nostro
splendido Santuario.
Mi è venuto d’istinto di prendere la coroncina e recitare in quel silenzio il
Santo Rosario, dato che lo faccio tutti i giorni. E’ meraviglioso recitarlo
qui, immersa nella creazione; rendere gloria al nostro Creatore e Padrone della
nostra vita.
Dato che è mercoledì, oggi medito i misteri della Gloria. La mia mente, il mio
cuore si concentrano ora nelle parole della preghiera e nella meditazione di
ogni mistero: Risurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione, Incoronazione
della Vergine; e mi sembra di provare le stesse sensazioni ed emozioni di quando, durante la settimana, mi trovo
davanti al Santissimo durante l’Adorazione e ri-benedico quel sacerdote che nel
2010 a Medjugorie, in confessione, dopo avergli domandato potevo portare a casa
quella pace che sentivo forte nel mio cuore, mai provata prima così intensa e
indescrivibile, egli mi disse solo di pregare ogni giorno il Santo Rosario. Mi
diede anche un altro prezioso consiglio: se non riuscivo a restare concentrata
o avevo poco tempo, di recitarlo anche a pezzetti durante tutta la giornata in
quanto, mi disse, è più importante che ti sforzi ad unire la tua mente e il tuo
cuore in quello che dici in piccoli momenti anziché recitarlo tutto ed essere
con la mente e il cuore altrove.
Quanto mi sono state utili quelle sue parole! Quanto è diventato poi importante
per me recitare il Rosario ogni giorno! Ma ho anche capito che spesso dicevo
una semplice Ave Maria o un Padre nostro in maniera abitudinaria, meccanica,
senza capirne il vero significato. Un po’ come quando durante la Messa
recitiamo il ‘Credo’; in questa preghiera ci sono tutte le risposte ai nostri
interrogativi, sta a noi dare il giusto valore e crederci fino in fondo. Questi
preziosi consigli voglio impegnarmi a metterli in pratica ogni giorno, nei
gesti, nelle azioni che assumo nell’arco della giornata; quanto è importante
essere presenti col cuore e con la mente in quello che svolgiamo e non trasformare quei gesti, azioni in
comportamenti abitudinari.
L’andare a Messa, ad esempio: c’è differenza tra andarci per abitudine o
andarci col desiderio di incontrare il Signore, per guarire le nostre mancanze
e darci la forza di continuare a camminare sulla strada da Lui indicata, con
l’impegno quotidiano di miglioraci e mettere in pratica il Suo Vangelo, non il
nostro tornaconto; quel Vangelo che dobbiamo conoscere sempre di più, se no,
come possiamo discernere.
E’ proprio vero, rischiare di far diventare abitudinari gesti e azioni, non ci
fa mettere nei nostri ruoli la concentrazione e la passione necessarie per
superare gli ostacoli che ogni giorno possiamo incontrare.
Nella recita del ‘Credo’ mi sono soffermata sulla frase “di là verrà a
giudicare i vivi e i morti” e ho riflettuto che siamo liberi (“libero
arbitrio”) ma quando saremo di fronte a Lui, la nostra libertà finisce… non c’è
più tempo. Quante volte Gli ho chiesto: “Ma perché ci hai fatto liberi? Guarda
a che punto siamo arrivati per tutti i nostri peccati! Ma poi capisco che Lui è
il Dio dell’Amore, non può che lasciarci scegliere come e con chi camminare.
Ha mandato sulla terra Suo Figlio per
salvarci tutti, basta volerlo…e sappiamo come fare. Buon
cammino di conversione a tutti noi in questo Anno santo della Misericordia,
sperando che attraverso una bella ‘pulizia’ del nostro cuore, possiamo arrivare
a vivere già quaggiù in terra un po’ di quel Paradiso che tutti bramiamo.San Giovanni Paolo II diceva: “Quante grazie ho ricevuto in questi anni dalla
Vergine Santa attraverso il Rosario!”
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