Eran
tante casette dai tettucci spioventi
dislocati
lungo i corsi dei fiumi e dei torrenti
quei
simpatici mulini dalla gran porta d’entrata
atte a
scaricar le some degli asini bardati.
Un
ampio rivol d’acqua il bottaccio alimentava
che
nella chiusa gora il verricello scaricava…
Scendeva
precipitosa quell’acqua scarcerata
azionando
una ruota a pale di legno, ben dentata.
Di
quercia, cigolanti, ronzavano gli ingranaggi,
e i palmenti
andavano rosicchiando la tramoggia;
ma
quello sfarinar scorreva lentamente,
che
sfogliava il grano inalterando i componenti.
Leggera
la farina, candida come il latte,
sfilava
tra le mani al labile contatto.
Il pane
era saporito soffice, croccante…
Ancor
più le tagliatelle eran del palato il vanto.