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Anche attraverso la ‘vera amicizia’ respiriamo l’armonia di nostro Signore
di Stefania
Questa mattina aprendo il Vangelo per nutrirmi della
Parola, il caso ha voluto che capitassi alla lettera agli Efesini dove, al
capitolo quinto, Gesù ci parla di ‘come’ usare bene il nostro tempo nella
famiglia domestica, nel dovere dei genitori a educare i figli, al rispetto
reciproco che ci dev’essere nel proprio lavoro tra datore e dipendente,
ricordandoci che entrambi siamo figli del solito Padre, e quindi uguali ma con
responsabilità diverse: principio che dovrebbe valere in ogni relazione che
quotidianamente incontriamo. In questa pagina Gesù ci consiglia quali sono le
armi di un cristiano per attuare queste relazioni e non cadere, quindi, con i
nostri comportamenti sbagliati, nelle mani degli ‘spiriti maligni’.
Come sarebbe bello se tutti fossimo in grado di mettere sempre in pratica i
suoi consigli, o almeno impegnarci costantemente e con fiducia a farlo! Vivremo
certamente in un mondo migliore; un mondo dove non si respira l’ansia, la
paura, l’angoscia e l’ingiustizia, ma l’armonia, in quanto ognuno di noi non si
sentirebbe né superiore né inferiore a qualsiasi altra persona che incontra.
Ognuno di noi assume così il proprio ‘valore vero’, non per il titolo di
studio, bellezza, ricchezza…, ma per quello che realmente è, per come si
comporta, per la sua lealtà, onestà, bontà… Com’è bello vivere tra noi quando
ci impegniamo reciprocamente in questo: l’amicizia vera ne è una bella prova.
Il mondo odierno ha bisogno di queste ‘vere relazioni’ per essere ‘ripulito’, e
ad ognuno di noi spetta la sua parte se lo vogliamo risanare e saremo così
avvolti da quella pace che ci permette di vivere in armonia con tutti. Penso
inoltre che oggigiorno abbiamo sì bisogno di tante cose per vivere, ma ciò di
cui abbiamo più bisogno è di circondarci di ‘persone vere’ con le quali
condividere le nostre necessità spirituali e, perché no, materiali. E’ anche
vero che il Signore ci ha creati tutti diversi (la nostra bellezza sta proprio
nella nostra unicità) ed è per questo che possiamo godere la ‘vera pace’ solo
lavorando su noi stessi, per essere noi stessi, con la consapevolezza che
abbiamo bisogno uno dell’altro per cui: io ti rispetto, ma tu devi rispettare
me. “Amare e essere amati”. Questo è il ‘regno di Dio’! E come diventa più
bello vivere anche se le difficoltà sono tante, avendo la certezza che il
nostro Dio è un Dio d’amore, che è padre di ognuno di noi. Papa Francesco
qualche giorno fa diceva che la nostra porta del cielo non ci verrà aperta
attraverso il denaro che abbiamo accumulato o per il titolo di studio; non
serve il denaro, lassù, e nemmeno il sapere: la porta del cielo ci verrà aperta
per quanto abbiamo amato. E’ proprio vero, tutto ciò che è essenziale per
vivere non si compra col denaro, ma solo vivendo sani legami, poiché attraverso
questi troviamo l’armonia del vivere quotidiano.
Buon Anno Santo della Misericordia a ciascuno di noi, attraverso la nostra
quotidiana conversione, e Buona Pasqua, vivendo ognuno di noi da veri discepoli
del Risorto.
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Maria, Donna per eccellenza
di Giuliana Rossini
Nel recente viaggio di papa Francesco a Cuba e in Messico,
ciò che mi ha maggiormente colpito è stato vedere la grande devozione e
l’affetto filiale del pontefice nei confronti di Maria, in particolare durante
la sua visita alla Madonna di Guadalupe.
Il suo raccoglimento, la luce del suo volto e anche il dolore in occasione
delle forti parole pronunciate, tutto ha dato all’avvenimento un rilievo
straordinario. Dal canto sua la Vergine “Morenita”, così amata dal popolo
messicano, pareva voler abbracciare col suo sguardo materno tutti i suoi figli,
particolarmente in questo anno della misericordia divina.
Mi è parso che, nella sua apparizione, si sia dispiegata la fantasia di un Dio
che, abituato a farsi l’altro nella Trinità, ha suggerito alla Madonna di farsi
uno con la popolazione locale, india tra gli indios. Solo così Ella ha potuto
conquistare i cuori.
Le parole di Bergoglio, poi, non hanno lasciato dubbi sul messaggio di speranza
e di salvezza che era venuto a portare in quelle terre tanto vicine alla sua
sensibilità.
Un popolo martoriato, devastato da violenza, povertà, droga, soprusi di ogni
tipo, lo ascoltava con amore e, spesso, col volto rigato di lacrime. Francesco
ha sottolineato, in modo particolare, in quel paese bello per colori, sapori,
musiche e una grande gioia di vivere, la drammatica condizione delle donne.
Esse rappresentano un numero elevatissimo tra i “desaparecidos”, probabilmente
trasportate negli Stati Uniti come merce per la prostituzione, ma sono anche considerate
trofei di guerra fra gruppi rivali violenti che uccidono con estrema leggerezza.
Senza contare il loro dolore come madri, spose, figlie, sorelle private dei
loro cari. Francesco, commentando questi fatti, ha ricordato, proprio lì a
Guadalupe, la Madonna della Visitazione che, recandosi dalla cugina Elisabetta,
porta in grembo la salvezza: Gesù. Anche
il Messico ha nel proprio grembo la possibilità di riscatto, ma occorre
l’impegno forte di tutti per uscire da una situazione che appare assai difficile
e puntare lo sguardo su Maria che indica nel suo Figlio l’unica salvezza
possibile.
Mi piace questa fiducia del papa nella “Donna per eccellenza”, ma che si
riversa su tutte le donne del mondo. Nel libro “La famiglia genera il mondo”,
compendio delle catechesi del mercoledì sulla famiglia, mi avevano fatto
riflettere le parole che egli dedica alla donna.
Nell’ultima catechesi, che dà il titolo al libro, Francesco sostiene che
esistono molti luoghi comuni, anche pesanti, sulla donna considerata come la tentatrice
che trascina al male.
Invece nella Bibbia, dopo il peccato originale di Adamo ed Eva, leggiamo parole
forti e significative al riguardo. Dio, rivolgendosi al serpente tentatore,
dice: “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe
(Gen. 3-15). “Mediante queste parole, dice il papa, Dio segna la donna con una
barriera protettiva contro il male… Vuol dire che la donna porta una segreta e
speciale benedizione per la difesa della sua creatura dal Maligno!”. E
continua: “Pensate quale profondità si apre qui!... C’è spazio per una teologia
della donna che sia all’altezza di questa benedizione di Dio per lei e per la
generazione!
(ibid. pag. 107). Parole straordinarie che aprono grandi prospettive. Questa
apertura della Chiesa sprona, non solo le donne, ma tutti quanti a impegnarsi
maggiormente nel campo dell’evangelizzazione e ad andare avanti con entusiasmo
e impegno rinnovati.
Proprio in questo inizio di quaresima, tutti siamo chiamati a rinnovarci, a
cambiare, a capovolgere il nostro modo di pensare. Nella prima domenica di
quaresima, padre Onildo ci invitava a trasformare il nostro cuore di pietra in
un cuore di carne. Per me, ciò significa soprattutto guardare tutti quelli che
mi passano accanto con occhi nuovi, scevri da giudizio; deporre i macigni che
talvolta ci portiamo dentro per parole o fatti che ci hanno offeso: perdonare,
anzi, dimenticare ogni cosa e mettere tutto nel cuore di Gesù. Ma significa
anche credere nell’amore di Dio, abbandonarsi a Lui, al suo sguardo amoroso,
farsi vedere da Lui, come dice Maria nel Magnificat: “Ha guardato l’umiltà
della sua serva…”.
Uno degli autorevoli commentatori del viaggio papale in Messico raccontava un
gustoso aneddoto. Un giorno il Curato d’Ars, entrando in chiesa, vide un
saltimbanco che eseguiva i propri esercizi davanti al Santissimo. Richiesta una
spiegazione, questi, con assoluta semplicità di cuore, rispose: “Sono venuto a
farmi vedere da Lui!”.
Possa questo periodo di preparazione alla Santa Pasqua renderci puri e semplici
di cuore, come quel saltimbanco, veri e propri bambini evangelici!
Buona quaresima e Santa Pasqua a tutti!!
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