Non
cercare
gli
abissi dell’anima:
ché,
sul fondo, si sfrenano alla danza
frotte
di lussuriose forme,
novelle
Salomè,
vogliose,
dinnanzi
al truce Erode,
della
nobile testa del Battista.
Poi,
t’impietra, all’istante, una Medusa
coi
rimorsi di serpi furibonde.
Tienti,
ben saldo, in barca.
Ma, se
qui ti lusinga un canto molle,
come
quello di mitiche Sirene,
che
nasconde l’insidia spaventosa
di una
famelica Cariddi;
allora
vola su, verso quei cirri:
da lì
potrai vedere,
anche
solo per poco e da lontano,
la
invano vagheggiata verde Arcadia,
colla
pace di greggi e di pastori.
E,
dopo, forse, senza nostalgie,
leverai
gli occhi a più splendente Luce.
(da ‘La preghiera di
un poeta’)