Gesù entrò nel tempio e
scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei
cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: “La scrittura
dice: La mia casa sarà chiamata casa di
preghiera, ma voi ne fate una spelonca di ladri”.
Dal Vangelo secondo Marco (11,
15-17, 27-33)
Giunsero intanto a Gerusalemme. Ed entrato nel
Tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano e comperavano nel Tempio;
rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e non permetteva
che si portassero carichi attraverso il Tempio. Ed insegnava loro dicendo: “Non
sta forse scritto: La mia casa sarà
chiamata casa di preghiera per tutte le genti? Voi invece ne avete fatto
una spelonca di ladri!”… E mentre egli si aggirava nel Tempio, gli si
avvicinavano i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: “Con
quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farlo?”. Ma Gesù
disse loro: “Vi farò anch’io una domanda
e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il Battesimo di
Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi”. Essi discutevano
tra sé dicendo: “Se rispondiamo ‘dal cielo’ dirà: perché allora non gli avete
creduto? Ma se diciamo ‘dagli uomini’? Essi temevano la folla, poiché tutti consideravano
che Giovanni fosse stato un vero profeta. Allora diedero a Gesù questa risposta:
“Non sappiamo”. E Gesù disse loro: “Neanch’io
vi dico con quale autorità faccio queste cose”.
Dal Vangelo secondo Luca (19, 45-46)
Entrato nel Tempio, cominciò
a cacciare i venditori, dicendo: “ Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una
spelonca di ladri”.
Dal
Vangelo secondo Giovanni (2, 13-17)
Egli trovò nel Tempio venditori di buoi, di
pecore e di colombe, e cambiavalute seduti ai loro tavoli. Fatta una sferza di
cordicelle, li scacciò tutti dal Tempio, con le pecore e i buoi; sparpagliò il
denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i tavoli; poi disse ai venditori di
colombe: “Portate via di qua queste cose;
e non fate della casa del Padre mio una casa di mercato”.
1)Non sempre i quattro Evangelisti riportano gli stessi episodi. Questo
evidentemente ha un effetto mediatico, una risonanza e un alto valore
spirituale da non poterlo non ricordare all’unisono.
2)Giovanni, quasi certamente presente, essendo sempre al seguito di Gesù, a
maggior ragione con l’approssimarsi della Pasqua, è l’Evangelista che ci
fornisce il particolare della preparazione della frusta con cordicelle per
sottolineare il vigore e la forza posti in essere nel cacciare i venditori dal
tempio, luogo sacro per eccellenza, perché dimora di Dio.
3)Influenzato dalla stesura degli elaborati sui primi Concili, dove si discute
duramente sulle due nature di Gesù, mi è parso che per un attimo in Lui abbia
prevalso quella umana, tanto era indignato e sferzante davanti ad uno spettacolo
indecoroso, che evidenziava tutto lo svilimento della fede verso il Creatore, Re
dell’universo.
4)Immediatamente Gesù riprende il suo atteggiamento pacato e sereno, specie
quando gli scribi e i sommi sacerdoti gli chiedono: “Con quale autorità fai queste cose e chi te l’ha data?”. Gesù, con l’ironia
quasi impercettibile di chi la sa lunga e conosce il pensiero dei suoi
interlocutori, ribatte: “Vi farò anch’io
una domanda. Se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio”.
Accortisi del tranello e del rischio che ogni risposta poteva avere davanti
alla folla, i Giudei scelgono ciò che ritengono il male minore: “Non sappiamo”. “Neanch’io
vi dico con quale autorità faccio queste cose”, conclude Gesù con distesa
fermezza.
5)Morale: con le cose di Dio non siamo autorizzati a scherzare, a svalutarle e
ad asservirle alle nostre voglie. In altre parole, non si può abusare della
misericordia divina, che è un dono gratuito.
6)Non è necessario sottoporre la nostra intelligenza ad alcuno sforzo per
comprendere quanto il racconto degli Evangelisti sia cronaca di oggi. Il
malaffare e la corruzione sono una piaga diffusa ovunque senza eccezioni: anche
in Vaticano, scandisce papa Francesco sull’aereo che lo riporta a Roma dal suo
viaggio in Africa, e non solo.