Arven Nadalo, la fescta di crisctiani!
Jen domil’ani chi è nado n’ mezo al fen,
n’tna grepia d’n paesin luntan,
pr’ n’sgnare a la genta a voler ben.
No an gan mai dato reta al Redentore:
e sempr pegio… catii com srpenti!
Pnsangh almeno l’ghjorno d’l Scignore….
Lvan l’odio dal cor, presr contenti.
Auguri, genta!
A tutti, vechj e gjon, a tut l’mondo;
ai bianchi, giai e neri…
fan n’sema n’voto d’dvntar pu bon;
volans
sempr ben da fradei veri.
Auguri a chi sofre n’ti oscpdai,
a chi è luntan da ca pr n’pezzo d’pan,
a quei ch’è n’guera, ai popoli nti guai;
anch’ai nmighi dangh la nosctra man.
Discelo a tuti, com’ja fato Lu...
Ci zigo, nado domil’ani fa,
arpnsan a la parola d’Gesù…
pr prdonar a chi, lev n’chjodà!
TRADUZIONE. Ritorna Natale, la festa dei cristiani! Sono
duemila anni che è nato in mezzo al fieno, dentro una mangiatoia di un paesino
lontano, per insegnare alle genti a voler bene. Non hanno mai dato retta al
Redentore: e sempre peggio… cattivi come serpenti. Pensateci almeno il giorno
del Signore…. Leviamo l’odio dai cuori per essere contenti. Auguri, gente! A
tutti, vecchi e giovani, a tutto il mondo: ai bianchi, ai gialli, ai neri….
Facciamo insieme la promessa di diventare più buoni; vogliamoci sempre bene da
veri fratelli. Auguri a chi soffre negli ospedali, a chi è lontano da casa per
un pezzo di pane, a quelli che sono in guerra, ai popoli nella sofferenza; anche
ai nemici diamo la nostra mano. Ditelo a tutti, come ha fatto Lui…. Così
piccolo, nato duemila anni fa;
ripensiamo alla parola di Gesù……per perdonare chi l’ha inchiodato.
( La Redazione rivolge i suoi complimenti
all’autore e si scusa di non poter indicarne il nome, che non è riuscita a
trovare)