Anche il computer, scrivendo, si può
sbagliare. Qui si racconta di un errore, felice però, in una mailing list.
Il fatto.
Ai membri di un gruppo giovanile della Diocesi viene diramato un invito:
partecipare, nella sera, al raduno di Pentecoste a Luni. A caratteri grandi se
ne scrive la ragione: “Veglia di Pentecoste”, ma al posto di “Veglia” appare
“Voglia”. Si tratta di una svista o di un inconscio desidero? Chissà. Bello
vegliare in preghiera; più bello è fremere per una “voglia di Pentecoste” che
regali vento che spazza il male e fuoco che brucia il cuore.
Voglia di Pentecoste: fame di sapienza per discernere; di intelletto per
comprendere le “meraviglie” di Dio; del consiglio per distinguere ciò che fa
davvero crescere da ciò che impoverisce. Desiderio di fortezza per difendere piccoli
e deboli. Sete di pietà che poi significa dare a Dio quello che è di Dio, in un
rapporto sempre più filiale. Rispetto per la scienza, un bene di cui l’uomo si
è appropriato quando, invece, è dono di Dio che ci illumina per vivere
responsabilmente il creato. Infine, voglia di timore di Dio che non è paura di
Lui, ma dono sublime che mette nel cuore l’amore trepidante di un vero figlio.
Ecco, anche un errore che fa sorridere, può aiutarci a riscoprire lo Spirito,
“dolce ospite dell’anima”. Con la “voglia” di amarLo.
Anomali?
Parole testuali lette su un sito: “…dopo due episcopati anomali di Martini e
Tettamanzi a Milano…”. Viene spontanea la domanda: perché anomali? Quegli
eminenti arcivescovi hanno forse tradito il Vangelo? Non hanno onorato la
Chiesa? Hanno servito male la loro Diocesi? A occhio e croce non pare. Martini
ha fatto della Parola la via maestra del suo episcopato. Memorabili quelle serate
in Duomo con una folla immensa, a prevalenza giovane, dove si ascoltava e si
meditava la Bibbia in profondità. Il “Cortile dei gentili” voluto dal papa non
“occhieggia con evidenza, è stato scritto, alla ‘cattedra dei non credenti’
inventata da Martini a Milano negli anni ’80?”. E non dimentichiamo quella
famosa processione penitenziale con le “tre pesti”, quasi annunzio profetico,
che andavano debellate con tutte le forze: il terrorismo, le solitudini e la
corruzione.
Tettamanzi è stato investito di vituperi, soprattutto dalla Lega, fino a
definirlo “Imam di Milano”. I suoi ‘torti’: richiamare i valori
dell’accoglienza, della solidarietà e del dialogo.
Perfetti questi cristiani vescovi? Non di certo, ma sicuramente persone da
ammirare e da ringraziare.