Quando,
o mio Dio, contemplo la tua opera,
imitando
il tuo Santo Poverello,
anch’io
vorrei poterti alzare un cantico,
non
nuovo certo e neanche così alto.
Ma
tuttavia… “O Signore, ti ringrazio,
e lodo
il verde cupo delle selve,
il blu
del mare, l’oro delle stelle,
il
bianco misterioso della neve
e il
rosso porporino dei bei fiori;
poi il
chiaro verde della primavera,
il
giallo paglierino dell’estate,
il
colore castano dell’autunno,
il grigio della nebbia nell’inverno…
Grazie,
o mio Dio, per tutti i tuoi colori,
per la
luce del sole che li esalta
e lo
splendore di fratello fuoco;
vorrei
lodarti inoltre per i suoni,
quali i
canti canori degli uccelli,
per gli
odori che esalano i tuoi fiori,
la
terra lavorata ed anche il mare;
ma
grazie soprattutto per la vita
delle
infinite forme di animali,
che con
le piante allietano la terra…
Ma
quella vita è breve e minacciata;
qui
chino il capo e, reverente, accetto
il tuo
imperscrutabile volere:
ma non
posso lodare, come il Santo,
perdonami,
non trovo quella forza,
che
entro tanta impensabile bellezza,
si
nasconda, impietosa, sora morte”.
(da ‘La preghiera di
un poeta’)