E, ogni
tanto, mi accade di pensare:
senza
di Te, che mai sa fare l’uomo?
I più,
solo l’inferno più feroce,
inferno
che si oppone ad altri inferni
sempre
in lotta fra loro, senza tregua.
Qualcuno,
un po’ migliore, da se solo,
arriva
a costruirsi intorno un nido,
un’isola,
un rifugio, quasi un limbo;
ed a
quel limbo io ho fatto l’abitudine.
Ma, Tu
lontano, il limbo è già un inferno:
me lo
fanno capire gli occhi assenti
di chi
vive ormai senza illusioni.
Apriamo
il nido e possa entrarci il Raggio,
e
vestirci del Sole che più splende,
a
trasformare il limbo in paradiso.
(da ‘La preghiera di un poeta’)