La preghiera di un poeta
(silloge di poesie
religiose)
Ci
è pervenuto in questi giorni un nuovo volumetto di poesie della nostra
collaboratrice Maria Giovanna Perroni Lorenzini, fresco fresco di stampa. Sono
tutte poesie su tema religioso, quindi molto pertinenti col nostro bollettino,
per cui ne iniziamo subito la pubblicazione. In questo numero, però, vogliamo
proporre anche la bella ‘Introduzione’ del marito, Carlo Lorenzini e la poesia
‘La preghiera di un poeta’, tratta da ‘Il Diamante’ della stessa Autrice. Terni
1991.
La
Redazione
“Ma com’è la preghiera di un poeta? Certo, un
poeta, proprio perché è poeta, non prega come tutti gli altri mortali; il suo è
un pregare semplice, ma nobile ed elevato, un pregare tutto personale. Non è
una ripetizione di formule, ma è l’espressione della creazione di situazioni
psicologiche. Intanto il poeta dice a Dio “Tu, o Dio” e gli dice anche: “Se io
ho fatto questo per Te, Tu fai questo per me”; cioè il poeta è in totale
confidenza con Dio, tanto da parlargli con la spontaneità del ‘bussate e vi
sarà aperto’.
Il pensiero del poeta che prega è elevato, ma lo spirito è semplice; e anche i
modi di esprimersi sono semplici. La sua preghiera è come la preghiera di un
bambino, piena di pretese, ma anche di fede: Tu che “puoi fare rinverdire un
ramo”, Tu che hai fatto “varcare il mare Rosso”. La preghiera del poeta è
chiara e piena di sicurezze, come quella che ci ha proposto Gesù nel Vangelo,
quando ci ha detto: pregate così: “Padre, dacci ogni giorno il nostro pane
quotidiano”. Le parole del poeta, quando prega, non sono scritte “su foglie di
quercia sparse al vento”, lusingatrici e ingannatrici, ma hanno la sicurezza
della voce veritiera degli angeli, che promette “gioia viva, amore e pace vera”.
Pace in terra agli uomini di buona volontà.
Perché la preghiera del poeta ha come ‘humus’ l’amore ed è tutto un
invito all’amore, amore per questa umanità disastrata, per la quale il poeta
vorrebbe essere balsamo che lenisce ogni ferita; vorrebbe essere pungolo che è
stimolo al bene; vorrebbe essere fiamma che incendia i cuori d’amore; e faro
vorrebbe essere, cioè, luce che guida gli uomini verso porti sicuri; e voce
vorrebbe essere, per mettere la sua parola a disposizione degli infelici che
non hanno difesa; e, inoltre, perché l’amore prolifichi e non rimanga sterile;
colore e profumo per rendere sempre più bella la vita; e infine vorrebbe essere
ala, quell’ala, certo, di dantesca memoria, ala dell’angelo del Purgatorio che
conduce le anime alla vita di beatitudine.
La preghiera del poeta è la preghiera di una religione che è soprattutto
umanesimo, dove chi prega è un poeta, cioè colui che è portavoce degli uomini,
nella loro povertà esistenziale e nella loro infelicità. E se il poeta, in un
momento di scoramento, si rivolge a Dio esprimendosi in un moto di protesta
(sì, o mio Dio, tutto è bene, ma non possiamo rassegnarci al fatto della
morte), questa protesta fa parte, come il volgersi delle sue pupille ad altra
luce fredda, distante, come il guardare dell’anima sua non più con gli occhi di
bambina, fa parte di quella presunzione di razionalismo, che sembra far luce
sul nostro cammino esistenziale, mentre invece lo riempie di tenebre e di
smarrimento.
Questa silloge è un ‘itinerarium’ dell’anima verso la redenzione. Ottenuta
tramite la confessione della nostra nullità. Poesia dopo poesia, la Poetessa,
con lo scalpello dell’umiltà, riuscirà a scolpire ‘angelo, e a presentarlo
nella sua armoniosa purezza, senza più scorie che ne deturpino la bellezza,
Tramite questo cammino di piena fiducia in Dio, essa potrà guardare nuovamente
alla divinità con quegli occhi con cui la guardava da bambina, grandi
occhi trasparenti e luminosi, ricchi di fede e vivi di speranza”.
Carlo
Lorenzini
La
preghiera di un poeta
Signore, io vorrei farmi immagine:
balsamo, per addolcire ogni ferita;
pungolo, per scuotere le coscienze assopite;
fiamma, per incendiare i cuori con l’amore;
faro, per segnalare il porto nelle tempeste;
seme, per riprodurmi nella terra calpestata;
voce, per difendere chi non ha difesa;
oro, per incastonare i valori spregiati;
colore e profumo, per restituirne alla vita;
ala, per trasportare fino a Te.