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APUA VERSILIA MATER
di Padre Alberto Beggi
Mia terra di Luni, Ortonovo!
Augure Aronta
dal Capricorno ebb’io la culla,
versiliano inciso
nel marmo che Ceragiola rosseggia,
della gente apuana ho
maschia dolcezza il canto.
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Il pianto del poeta
di Maria Giovanna Perroni Lorenzini
Nocchiero in mezzo a contrastanti venti,
cerca un rifugio all’’isola felice’.
Non vuole già evitare le tempeste,
che pure aborre. E raramente fugge
dal vento del dolore e della pena.
Ché non s’illude: lui non può evitarlo!
E se, nel sogno, tocca ormai quel porto;
se, in cuore, ha viva fede nel miracolo,
sa che mai giungerà su quella terra…
Così intona il peana a tutta voce,
e si ritrova in bocca un miserere.
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Mi ritrovo
di Anna Maria De Ghisi (1970)
In una
terra viva
con
riverberi di luce,
presso
alberi verdi
e
scorrere di acqua:
tutto
di gioia m’infonde.
Cammino…
E una
visione m’invade
di
pensati cieli
carichi
d’astri
o d’oro
del levante.
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Nonno, nonna
di Silvano Puglia
Vedo i
tuoi capelli bianchi
che
sanno di vita vissuta.
Vedo il
rugato volto
che
parla di stenti passati.
Vedo le
nodose mani
che
parlano di duro lavoro.
Vedo
nei tuoi stanchi occhi
immagini
tristi e liete.
Ma vedo
anche il tuo cuore
che anelita
vita e pace.
Sento
il tuo affetto
che
vuol dire bontà.
Vorrei
capire di più di te.
Perché
un giorno
sarò
anch’io così.
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Pensieri
di Roberto Bologna (Ottobre 1985)
Passaggi
a livello chiusi:
treni
veloci
e
vecchie signore
ai
finestrini.
Una
penna prigioniera
scrive
pensieri.
Strade
dissestate,
pedoni
impolverati
e
vecchie signore
comode
su calessi.
Una
penna si ribella
e
disegna un bambino.
Spiagge
assolate,
canzoni
soavi
e
mitiche signore
del
mare più bugiardo.
Una
penna cade a terra
e i
pensieri affondano
nell’inchiostro.
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Il vento
di Berny, agosto 2009
Muove
le foglie verdi
attaccate
ai rami, le nuove.
Incammina
le vecchie, marroni,
cadute,
in uniche direzioni.
E’
forza intensa: no, prepotenza;
chi
non è in grado
non
oppone resistenza.
Ma
chi ti manda, vento,
a
compiere un così naturale intervento?
Ti
poni come resistenza
che
ogni individuo ritrova
nella
sua quotidiana esistenza.
Trasporti
la sorte
su
chi è toccata la naturale morte.
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Preghiera alla nonna mia
di Adriana Polla Luciani
O cara
nonna mia,
Che di
lassù mi guardi,
Da
quell’infinito cielo
Dove
regna soltanto
La
felicità e l’amore,
Tu che
mi hai sempre
Incoraggiato
ed aiutato
Nel
percorso di questa mia
Illusione
Di
venir grande,
Di
divenir qualcuno.
Ed ora,
giunta alla difficile prova,
Non mi
abbandonare:
Fa che
il coraggio e la forza
Mi
aiutino
Se ci sarà bisogno
Anche
di saper accettare,
Con
fierezza e dignità,
La mia
sconfitta.
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Ho sceso dandoti il braccio
di Eugenio Montale
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un
milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue
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Alla nonna
di Marisa Lisia
Sono ormai vecchia e stanca
per il lungo andare
ed il mio pensiero
ricorre lontano
ad una piccola bimba qual io ero
ai piedi del letto
della mia nonna morente:
povera nonna,
non ho potuto far nulla per te,
proprio nulla!
Ignara, attendevo soltanto
una tua ultima carezza
che la vita mi negava;
mi è rimasta come
una spina nel cuore
che non si rimargina più.
Vorrei sentire una tua carezza,
ultraterrena, cara,
ed io in pace,
in un immortale
dolcissimo abbraccio,
sarò unita a te
per l’eternità.
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