Il
poeta è un Arlecchino
dalle
pezze variopinte;
ma le
pezze son cangianti,
vivo
specchio dell’umore.
Se
gioisce, egli ha sul viso
la sua
maschera più rosa.
E le
pezze sono vive;
lieti splendono i colori.
Anche
imbianca, nella fede;
e
s’annera, nel dolore;
vivo è
il rosso, nell’amore;
la
speranza brilla in verde.
Muta
pelle come un serpe;
si
trasforma ogni momento:
fa come
il camaleonte.
E poi
danza l’Arlecchino!
Pur se
intorno ha poca folla,
mai non
cessa di danzare;
ché la
danza è la sua vita,
come il
cambio della pelle.
Ma, se
vede d’esser solo,
si
rallentano le mosse,
la sua
maschera s’abbuia,
ogni
pezza gli si smorza.
Non
lasciate l’Arlecchino
Senza
un pubblico ammirato:
lo
distrugge l’abbandono,
soffre
allora ogni tormento;
sente
freddo, fame e sete:
muore,
se non c’è nessuno!