N° 6 - Giugno-Luglio 2013
Storie dei lettori
  La roccia e l’uccellino
di Elvis Felici


 

 

Caro Babbo,

quando se ne vanno gli uomini come te, che hanno vissuto sempre uguali a se stessi, dobbiamo essere loro grati, perché ci ricordano, fortemente, la transitorietà della nostra condizione umana. Tu sei stato, per noi e per tutti coloro che ti hanno conosciuto, una salda e solida roccia. Abbiamo bisogno di punti di riferimento, di persone vere sulle quali poter contare in ogni situazione e ti abbiamo sempre trovato. La roccia, il promontorio che protegge, l’isola dietro alla quale abbiamo trovato riparo durante le tempeste della vita, questo sei stato per molti di noi e ci mancherai.

Ma sei stato anche un uomo tenero e libero e mi piace immaginarti come un piccolo uccellino, capace di muoversi senza confini, ma anche fragile, delicato e sensibile. La roccia e l’uccellino, due immagini che possono sembrare incompatibili, ma che in te si sono fuse in modo esemplare. Il tuo pensiero libero, senza condizionamenti e preconcetti andava ben oltre la ripetitività della vita di ogni giorno. Un viaggio perenne nell’esplorazione dei meandri del pensiero umano e dei suoi comportamenti sociali.

Hai sopportato con fermezza le numerose traversie che hanno segnato la tua esistenza, sempre trovando spunti per ripartire con ottimismo verso il futuro, un futuro che non hai mai smesso di inseguire. E futuro sono quelle giovanissime generazioni verso le quali hai sempre dimostrato particolare affetto e tenerezza.

Serietà e riservatezza hanno caratterizzato fortemente il tuo percorso di vita. Un rigore morale inattaccabile, saldissimo e sempre presente che non ha mai significato intransigenza o, peggio ancora, integralismo. Il vivere civile, la convivenza tra gli esseri umani passa attraverso la serietà dei comportamenti e il rispetto degli altri significa anche rispetto di se stessi. Lo hai ripetuto tante volte e noi abbiamo cercato di trasmetterlo ai nostri figli.

La tua idea di famiglia, solida e solidale ci appartiene pienamente. Sarebbe impossibile pensarla diversamente. Tanti, ognuno con la propria identità e il proprio pensiero, ma uniti nel segno del vincolo familiare che non deve conoscere esitazioni.

La tua voglia di vivere appieno l’esistenza che ci è concessa ti ha portato a stringere nuove amicizie e nuovi affetti che ti hanno fatto trascorrere momenti di gioia. Ci rimane l’insegnamento che non ci sono limiti di età per la tenerezza e il sogno. La tua fede religiosa ti ha certamente aiutato nei momenti critici. La preghiera è stata di conforto nelle situazioni più disperanti, ma anche nei momenti lieti che la vita ti ha regalato non ti sei dimenticato di rivolgere lassù un ringraziamento sincero.

Ringrazio, perché so che lo avresti fatto anche tu, tutti coloro che ti sono stati vicino in questi ultimi anni, che ti hanno voluto a pranzo, ti hanno aiutato in tantissimi modi anche nell’affrontare da solo la quotidianità.

Ora, noi, dobbiamo continuare a vivere. Ciao ciao.


  Alviso Diamanti ci ha lasciati
di Enzo Mazzini


 

 

 

 

Io ero a Roma da mia figlia quando Alviso è volato in cielo. Infatti solo al rientro, attraverso i manifesti funebri affissi nel comune, ho appreso con profondo dolore la triste notizia. L'unica consolazione è stata quella di partecipare ad una bella Messa di suffragio, celebrata una settimana dopo nella chiesa di San Martino, una Messa che ha richiamato moltissimi fedeli ed amici di Alviso. Ma perché tanti amici? Alviso è stato un autentico protagonista della vita di relazione in tutto il Comune di Ortonovo. Io lo ricordo quando, ancora fanciullo, correvo insieme ai miei amici per raggiungerlo mentre lui con la sua tromba annunciava a tutti noi che avremmo potuto consumare il più gustoso dei gelati. Era molto cordiale ed anche generoso nel distribuire una dose del suo prezioso prodotto, ben al di sopra di quanto forse ci sarebbe spettato per quei pochi spiccioli di cui disponevamo.  Un sorriso era sempre pronto per tutti e la sua cordialità era toccante. 

Poi gli anni sono passati ed Alviso, con i risparmi fatti a seguito di impegnativo lavoro e notevoli sacrifici è riuscito a coronare il suo sogno: edificare una bella casa ed una moderna gelateria con bar e pizzeria. Possedeva una caratteristica molto importante: grande cordialità e profonda conoscenza dei segreti professionali che rendevano il suo gelato il più buono che avessi mai assaggiato. E se, per puro caso, tu passavi da casa sua appena spuntava l'alba, vedevi Alviso che era già dedito alle sue attività: un lavoratore veramente instancabile. Ecco perché la sua partenza ha lasciato un vuoto incolmabile in tutti noi. Quando una comunità perde un componente così significativo, il vuoto si fa sentire.

Lo ricordo anche in occasione della celebrazione del 50'  anniversario di matrimonio, accanto alla sua Ivana, adorata compagna di una vita, nella chiesa di San Martino, attorniati da tanti parenti  ed amici.  Che bella cerimonia religiosa e di comunità !

Ed allora sorge spontanea una domanda: perché i nostri genitori ed anche noi di una certa generazione eravamo (e siamo ancora) disposti  a superare le possibili incomprensioni che potevano capitare in una lunga vita in comune, mentre oggi assistiamo a tanti fallimenti matrimoniali e separazioni facili? Non sarà che questo grave fenomeno sia dovuto anche ad un grave allontanamento dalle pratiche religiose? Speriamo che il buon Dio ci venga incontro e che riesca a ricreare le condizioni di vita che hanno caratterizzato tante sante unioni matrimoniali come quella fra Alviso ed Ivana. Speriamo che questi comportamenti servano da modelli per spingerci ad imboccare la retta via. Ne abbiamo un immenso bisogno.

            Ecco perché quando il Signore chiama a sé persone di questo valore ne deriva un grande vuoto, ma anche una certa consolazione: la certezza che il nostro caro è andato a stare meglio. Sicuramente ora Alviso è accanto alla sua adorata Ivana che due anni fa è andata a preparargli un posto in cielo, così come ha sempre cercato di essergli vicina e premurosa compagna in vita, provvedendo alle cure delle faccende di casa nella loro lunga e serena vita matrimoniale. Ecco perché le due figlie, i nipoti e i cognati che tanto lo hanno amato Alviso e Ivana e tanto hanno sofferto per la loro dipartita, ora possono contare su di loro perché dal Paradiso li possano assistere ed aiutare.


  Caro Sentiero : I Papà
di Mila Catalani


 

 

 

 

            Ultimamente non sono riuscita più a scriverti per i miei troppi impegni con figli e nipoti, ma oggi, domenica, festa di “Pentecoste”, ho voluto proprio regalarmi un po’ di tempo per esternarti alcune mie riflessioni nei confronti dei papà.

            Ti dirò, quando vedo un papà che accompagna il figlioletto o figlioletta alla Santa Messa della domenica  mi si allarga il cuore e mi commuovo. Mi ricordo sempre di mio padre che non perdeva mai una Messa e sempre con noi ragazzi, soprattutto con me che ero la più grande. Mi sentivo proprio serena e fiduciosa quando entravo in chiesa insieme a lui, infatti perché mai avrei potuto dubitare di quello che ci insegnava la Chiesa se anche mio padre  ci credeva?

            Le mamme sono importanti, importantissime in tutte le cose della vita e quindi a maggior ragione nel cammino di fede che i figli intraprendono. Noi catechisti e anche i sacerdoti possiamo fare ben poco se alle spalle non abbiamo le famiglie dei nostri bambini che ci aiutano. La famiglia, la mamma e il papà, la mamma che dice e il papà che conferma, che la Fede in Dio è la cosa più importante del mondo e che bisogna osservare i comandamenti e i precetti della Chiesa.

            Io penso che i figli diano per scontato che le mamme li portino in Chiesa, ma i papà no, i papà hanno cose molto più importanti da fare…però…se anche loro ci vengono…chissà che non sia questa la strada giusta da percorrere, la strada che porta alla Fede! Cari papà, credo che Gesù, quel  Gesù del quale io tante volte ho indegnamente parlato ai vostri figli, un giorno vi renderà merito per l’impegno dimostrato nel seguire la loro preparazione al loro primo incontro con Lui.

            Il perché di queste riflessioni proprio in questo momento? Quest’anno ho preparato i bambini della prima Comunione, la riceveranno il due giugno, per il “Corpus Domini” nella nostra chiesa di Luni Mare. Quindici giorni fa siamo andati in ritiro, bambini, famiglie e marito al seguito per me. C’era anche il gruppo di Fiumaretta e naturalmente don Roberto con Andrea, il ”nostro” seminarista. E’ stata una bellissima giornata. Prima di tornare a casa io stavo ringraziando le mamme per il supporto che mi avevano dato in quel giorno e anche per la comprensione e per la partecipazione che ho sempre avuto da loro. Lì vicino c’era un papà, uno di quelli che porta spesso il figlioletto a Messa. Mi ha guardato e mi ha detto:”Le mamme,  sempre le mamme, e i papà?” E allora io cosa devo fare! Qui, pubblicamente, dalle pagine del Sentiero, ho voluto ringraziare i papà dei “miei bambini” e riconoscere loro tutta l'importanza che si meritano: GRAZIE “RAGAZZI”, SIETE FANTASTICI!

 

 

 

  Tre domeniche speciali
di Doretto


 

 

 

Lunedì 20 maggio 2013Sto transitando sul ponte di Isola (il ponte della Solidarietà) per andare verso casa. Sui parapetti del ponte si muovono al vento grossi fiocchi di tulle bianco: ce ne sono tanti, arrivano fino all’ingresso della scuola, lì adiacente. Quei fiocchi stanno a significare un avvenimento: un gioioso avvenimento. Infatti il giorno prima, domenica, ci sono state le Prime Comunioni nella chiesetta di Isola. Come attirato da una calamita, mi dirigo verso la chiesa. La porta è aperta (è sempre aperta); entro e… un silenzio eremitico mi accoglie; la chiesa è deserta; sull’altare un lumicino illumina il tabernacolo dove, dentro, ci sei Tu, Gesù, nell’ostia consacrata! Ti guardo; nessuno intorno: solo io e Te. In questo silenzio posso scrutare il mio povero cuore e, dal profondo di esso, posso parlarti.

            La prima parola che mi viene è: grazie. Grazie per tutto il bene che ci vuoi e che mi vuoi! Ora siamo soli: ma ieri? Quanta gente! La chiesa era strapiena e lì, davanti all’altare i dodici bambini che si accingevano a riceverti per la prima volta. E questa era già la terza domenica: in tutto 32 bambini. Nel loro percorso di preparazione sono stati aiutati dalle catechiste Silvia e Sara, con l’aiuto anche della Francesca e della Anna.

            Cari bambini, non voglio aggiungere niente a quello che vi hanno insegnato queste brave catechiste, ma posso darvi un consiglio? Vi dico: siate curiosi, cercate di saperne di più su Gesù. Egli è così immenso e infinito che non si finisce mai di conoscerlo. Quando sarete più grandi, prendete in mano la Bibbia e cominciate a leggerla. E continuate ad andare a Messa la domenica e fare la Comunione; a nutrivi di Lui sempre, e chiedetegli di aumentare la vostra fede. Lui ha detto: “A chi mi ama, mi manifesterò”. Chiedete col vostro cuore puro e innocente e Lui vi esaudirà. E la vostra vita sarà Vita vera, l’ha detto Lui: “Io sono la Via, la Verità e la Vita!”. Affronterete tutte la difficoltà senza paure; supererete tutti i dolori con serenità, e la pace e la gioia sarà sempre con voi.

            E ricordatevi che non siete soli. Fate parte di quella grande famiglia che si chiama Chiesa. Su questo pianeta siamo più di un miliardo, ma Gesù ci ha insegnato ad essere come UNO solo: uniti nell’Amore. E non aspettate settant’anni per capirlo come ho fatto io!


 

 

  Un cagnolino di nome Rocky
di Marisa Lisia


 

 

Oggi vi vorrei presentare un “personaggio” importante con tanto di carta d’identità e collarino anti zecche: si chiama Rocky, è un bellissimo meticcio bianco e nero di circa tre anni. Lo paragonerei a certi ragazzacci di mia conoscenza! Non saprei dirvi se è intelligente oppure no, so solo che vuole per lui tutte le attenzioni possibili e immaginabili, perciò io e lui siamo sempre in competizione.

Vi dirò, senza tema di essere una pettegola, tutti i suoi numerosi difetti: prima cosa è opportunista, perché quando sono in casa tutti i miei, lui non mi degna di uno sguardo, tutt’al più mi dà un’annusatina e via. Poi è solidale con la sua amatissima padrona e, visto che io ne sono la suocera, sono sempre in netto svantaggio; ma quando rimaniamo soli, allora sì, che si degna di darmi le zampette! Terzo, rincorre sempre Billo, un bellissimo gatto soriano che quando gli si avvicina Rocky butta fuori la zampina a difesa: è sempre baruffa continuata…

Dite un po’, è un cagnino per bene? Io dico di no, è molto birichino, e poi taccio per pudore… Sono sempre del parere che, per metterlo in riga, ci voglia un buon psicologo. Mi avvicino a lui che naturalmente non può parlare e ciò mi rende triste; ma le mie coccole non si fanno attendere per molto tempo ancora.


  Un ricordo di Roberto Felici
di Enzo Mazzini


 

 

 

 

Qualche giorno fa io e Giovanna siamo andati a far visita a Roberto presso l'ospedale della Versilia dove era ricoverato. E' stato un incontro molto affettuoso e niente faceva immaginare che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui ci saremmo incontrati. La visita gli ha fatto un immenso piacere e siamo rimasti a parlare con lui molto a lungo, andando molto al di là dell'orario consentito. Non saremmo mai venuti via ed anche lui sembrava gradire molto la nostra presenza. Quante cose ci siamo dette e quanti momenti della nostra vita abbiamo ripercorso!

     Io sono stato sempre molto legato a Roberto anche nel lungo periodo della mia vita politica. Lui era sempre a disposizione per tutte le iniziative di partito. Come non ricordare le numerose feste dell'Amicizia? Era sempre a disposizione: il primo a raggiungere il campo delle feste per riorganizzare le varie iniziative programmate per le giornate successive. Quanta soddisfazione in particolari circostanze, come quelle che hanno visto per due volte la partecipazione di Luciano Tajoli e più volte quella dell'Orchestra Casadei! La gente invadeva il campo della festa e doveva addirittura salire sulle piante perché non c'era più spazio.  

Accanto a lui sempre la sua adorata Velina che se n’è andata in punta di piedi lasciandolo nel più completo sgomento. Gli sono stato accanto il più possibile in quei momenti: momenti veramente terribili. Quando due persone si amano per un'intera vita, come hanno fatto loro, il momento del distacco è terribile. La domanda è una sola: perché il buon Dio che ci ama tanto e che per noi ha mandato il proprio Figlio unigenito a morire sulla croce, permette che uno solo dei due coniugi lasci il proprio compagno a soffrire? Lo so che non ho il diritto di argomentare sui piani della Divina Provvidenza, ma la nostra miseria terrena ci porta anche a queste conclusioni blasfeme. Di questo chiediamo perdono al buon Dio.

Ora io sono sicuro che Roberto riposa in pace accanto alla sua amata sposa e di lassù forse ci guarda con tanta tenerezza, pensando a quando potremo tutti riunirci e magari rifare una bella festa dell'Amicizia, anzi la festa dell'Amore.  Certo, sicuramente, tu Roberto ora stai bene, ma la tua partenza ha procurato molto dolore in noi  ed in tutti coloro che ti hanno conosciuto ed amato e che sono corsi così numerosi nella Chiesa del Preziosissimo Sangue per darti l'ultimo saluto. Abbiamo cercato di rendere la cerimonia religiosa come tu l'avresti voluta: tanti amici sono corsi per mettere a disposizione le loro doti canore per dar vita ad una Messa più solenne. L’amico Giuseppe ha diretto il coro: un coro improvvisato formato anche da molti componenti di quella che e' stata la grande Corale di Caffaggiola che ha riscosso successi in tutta Italia e di cui noi eravamo fieri di far parte. Ti ricordi quando abbiamo partecipato alle numerose rassegne corali e tu mi guardavi inorgoglito quando noi "bassi" davamo l'affondo nell’esecuzione dell' Alleluia di Handel? Quanti bis ci venivano richiesti! Non avrebbero mai smesso di ascoltarci e gli applausi erano sempre più fragorosi. So bene che nella Messa che ti abbiamo dedicato forse non abbiamo ottenuto lo stesso risultato dal punto di vista canoro, ma tu ci devi capire: la voce spesso non usciva ed i nostri occhi spesso erano bagnati dalle lacrime.

E' naturale che fosse così, come durante la bella omelia di don Andrea, nella quale ha sottolineato  molte tue virtù  e soprattutto la tua grande fede e la tua devozione alla nostra Madre celeste. Ha ricordato il tuo impegno insieme a tuo fratello Nino per la Madonna di Medjugorje nel cui Santuario troneggia la bella statua che nel vostro studio avete scolpito.

       Sono sicuro che Maria  Santissima ti sarà stata vicina nel tuo cammino verso il Paradiso. Ora tocca a noi di seguire il tuo esempio, cercando di fare del nostro meglio per rendere gloria a Gesù ed alla Sua  Madre Celeste. Certo tu camminerai sempre accanto a noi e ci fornirai il conforto di cui avremo bisogno,non solo a noi ma soprattutto ai tuoi adorati figli, nipoti, cognati e congiunti che tanto ti hanno amato e tanto continuano ad amarti e che sono rimasti nel dolore per la tua partenza.

Proprio alcuni giorni or sono, in occasione di una visita al Santuario di N.S.del Mirteto, ho voluto ripercorrere la galleria scavata nella roccia, sotto il Santuario perché ho voluto rivivere l'emozione che avevi suscitato in me pochi mesi or sono. "Vedi", mi dicevi, "questa piccola nicchia era il mio ripostiglio, quando noi ortonovesi ci si riparava dai bombardamenti dell’ultima guerra mondiale. Ognuno di noi aveva il suo posto assegnato e, quando infuriavano i bombardamenti, ognuno raggiungeva la sua postazione e la nostra Madre celeste pensava a tutto il resto".

Roberto ha sempre avuto una particolare devozione per la Madonna, come la maggior parte degli ortonovesi che sono cresciuti respirando un'aria mariana. Ora finalmente potrà vivere fino in fondo questo suo "innamoramento" per Maria.



Clicca sulla foto per ingrandirla
  Leggendo “Avvenire”
di Paola G. Vitale


 

 

 

            Passo davvero una buona domenica, leggendo “Avvenire”: arricchisco la mia cultura e mi riempio di buone notizie che mi donano ottimismo. Circa la cultura, ho appreso per la prima volta chi  è adesso e che fu nei secoli lontani, l’ordine dei Mercenari.

            La bellissima storia di N.S. di Bonaria (in Sardegna) e l’omaggio che Papa Francesco Le farà prossimamente, poiché da Bonaria deriva il nome di Buenos Aires, la capitale dell’Argentina. Così il 22 settembre il cuore grande del Papa Francesco, sarà in Sardegna.

            Tornando ai Mercenari, furono grandi riscattatori del Cristiani rapiti dai Mori nelle loro scorribande via mare.

            Sempre in nome di Cristo esiste la resurrezione al male.


<-Indietro
 I nostri poeti
 Storie dei lettori
 Spiritualità
 I nostri ragazzi
 La redazione
 Galleria Foto
 E Mail
Lunae Photo
Archivio
2022
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2021
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Settembre-Ottobre
n°6 Giugno/Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2020
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°6 Settembre-Ottobre
n°5 Giugno
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2019
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2018
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2017
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Settembre
n°7 Luglio-Agosto
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2016
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2015
n°11 Dicembre
n°10 Novembre
n°9 Ottobre
n°8 Agosto-Settembre
n°7 Luglio
n°6 Giugno
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2014
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2013
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2012
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2011
n°11 Dicembre
n°10 Numero speciale
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2010
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
2009
n°11 Edizione speciale
n°10 Dicembre
n°9 Novembre
n°8 Ottobre
n°7 Agosto-Settembre
n°6 Giugno-Luglio
n°5 Maggio
n°4 Aprile
n°3 Marzo
n°2 Febbraio
n°1 Gennaio
 
     
 Copyright 2009 © - Il Sentiero. Bollettino Interparrocchiale di Ortonovo (SP) Crediti