N° 5 - Maggio 2013
Storie dei lettori

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  Perchè la Madonna ci parla ininterrottamente da 32 anni attraverso i veggenti?
di Un’assidua lettrice


 
 
 

 

            Messaggio del 04.12.1986. “Cari figli, anche oggi vi invito a preparare i vostri cuori per questo giorno in cui il Signore desidera in modo particolare purificarvi da tutti i peccati del vostro passato. Voi, cari figli, non potete fare da soli: perciò sono qua io ad aiutarvi. Pregate, cari figli; solo così potrete conoscere tutto il male che sta in voi e affidarlo al Signore, in modo che il Signore possa purificare del tutto i vostri cuori. Perciò, cari figli, pregate senza sosta e preparate i vostri cuori nella penitenza e nel digiuno”.

            Messaggio del 25.08. 1989.  “Cari figli, vi invito a pregare, figlioli. Tramite la preghiera ricevete gioia e pace. Per mezzo di essa siete più ricchi di grazia divina. Perciò, figlioli, la preghiera sia vita per ognuno di voi. Vi invito in particolare a pregare per tutti coloro che sono lontani da Dio, perché si convertano. Allora i nostri cuori saranno più ricchi, perché Dio regnerà nei cuori di tutti gli uomini. Perciò, figlioli, pregate, pregate, pregate. La preghiera regni in tutto il mondo. Grazie, per aver risposto alla mia chiamata”.

            Dio ci ama così tanto che, essendoci perduti perché abbiamo il Vangelo di suo Figlio Gesù fuori della nostra vita, ci ha mandato Maria in quel benedetto 1981, per guidarci e per invitarci alla conversione individuale, perché solo così arriveremo alla vera pace. Ma ognuno di noi non si deve sentire escluso e iniziare questo benedetto cammino di conversione in mezzo agli altri con i fatti, amandoci uno con l’altro, riportando veramente Gesù nella nostra vita cioè, ognuno di noi riconoscendosi peccatore ha bisogno di chiedere la misericordia del Signore. Penso che la cosa più bella è quando inizi realmente questo cammino: avere la consapevolezza della grande fortuna di avere un Gesù che è misericordioso prima che giusto; però dobbiamo avere anche la consapevolezza che per poterlo incontrare e continuare quotidianamente questo cammino, dobbiamo anche noi metterci qualcosa, ossia la nostra ferma volontà per volerci cambiare ed essere, nelle nostre azioni quotidiane, veri cristiani, in tutti quei ruoli che ognuno di noi riveste ogni giorno. Essere cristiani credibili nella famiglia, nella scuola, nella politica, nel lavoro…

            Ma in questo periodo di Grazia per ognuno di noi, Dio non ci ha dato solo sua Madre, ma abbiamo anche un altro ponte tra noi e Lui, il santo padre Francesco, il quale essendo un Cristiano, ci vuole guidare perché ognuno di noi sia un vero figlio di Dio, camminando insieme nel mondo che Dio ha creato seguendo il Vangelo di Gesù. Gli aiuti che abbiamo, in questo periodo di Grazia, non sono pochi, sta solo a noi crederci e fare inversione di marcia facendoci aiutare dai nostri santi sacerdoti.

            Voglio trascrivere nuovamente la bella riflessione e consiglio per la nostra salvezza di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo! Dio opera nelle vicende concrete e personali di ciascuno di noi. Non permettete che il tempo che il Signore vi dona trascorra come se tutto fosse un caso!” .

Buon cammino, quindi, per ognuno di noi e non dimentichiamoci mai che se siamo uniti, non ci perderemo mai; abbiamo tutti bisogno uno dell’altro. Trascrivo di seguito una bella preghiera del santo padre Francesco:

“Camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri, prendetevi cura tra di voi, non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani… Che il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca. Papa Francesco.

 

                                                                                             

 


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  DON LIVIO E’ TORNATO ALLA CASA DEL PADRE
di Paola G. Vitale


 
 
 

DON LIVIO E’ TORNATO ALLA CASA DEL PADRE

 Ieri, nel mattino del 22 aprile 2013, ho partecipato alla cerimonia di accompagnamento al Cielo del sacerdote Livio Beatini, parroco di Falcinello, lettore attento de “Il Sentiero”.

L’enorme afflusso di popolo e la presenza totale del clero, presieduto dal vescovo Luigi Ernesto, hanno dato la percezione di una festa composta e commossa, nella bella chiesa dei santi Fabiano e Sebastiano. Davanti all’altare, la cassa chiara su cui spiccava un rosso tulipano, faceva stringere nella commozione il mio cuore e mi ha ridestato la visione del vasto salone adiacente la chiesa, in cui, alcuni anni fa, sono stata ricevuta da don Livio.

Mai potrò dimenticare la dignità, la semplicità e compostezza delle parole di lui, mentre teneva le mie mani. Con tanta amabilità mi aveva invitata a tenere fermo controllo sul mio temperamento cos’ acceso e pronto ad affrontare ogni contrasto spirituale e sociale.

Mai sarai lontano da noi, caro don Livio, né noi ti dimenticheremo.

 

                                   Luni Mare, 21. O4.2013
 
 
 


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  25 Aprile – Festa di San Marco e della Liberazione.
di Doretto


 
 
 

, festa della liberazione, con una manifestazione presso il parco dell’asilo nido di Caffaggiola e per l’occasione intitolare il medesimo parco a Don Tito Bassi, parroco di Nicola dal 1941 al 1977.

Un plauso a chi ha avuto questa importante intuizione.

Il nostro Don Tito in quei tempi tragici di guerra, dal1942 al 1945 infatti è sempre stato vicino alla popolazione, anche con atti eroici.

La manifestazione si è svolta con la celebrazione della Santa Messa all’aperto alla presenza di tutte le autorità comunali e di un folto pubblico.

Don Andrea nell’omelia ha parlato di quanto sia importante questo senso di appartenenza ad una comunità che da sempre è stata unita da valori cristiani, che corrispondono infine anche ai valori essenziali dell’uomo.

Valori cui si è riferito poi anche il presidente del C.F.d.R. Danieli Luciano, citando anche il Papa Francesco.

Poi è stata scoperta la targa con l’intestazione del parco: “Parco Don Tito Bassi. Parroco di Nicola dal 1941 al 1977. Amministrazione comunale. 25-4-2013”.

Madrina la nipote di Don Tito.

E’ stato bello quando Don Andrea ha benedetto la targa e poi, essendogli vicino il Sindaco, si è rivolto verso di lui e gli ha impartito una abbondante benedizione.

Subito è scoppiato un fragoroso applauso beneaugurante per il nostro Sindaco, visto i grossi problemi che ha da affrontare
 
 
 

  Le parole che non ti ho detto…
di Renato Bruschi


 
 
 

Il giorno del funerale avrei voluto prendere il microfono e dirti le parole che ho scritto qui sotto. Me lo avevano chiesto in diversi. L’emozione era troppa e forse in quel momento, sopraffatti dal dolore, nessuno le avrebbe ascoltate. Eccole. Non sono un panegirico. No. Sono solo la testimonianza di un amico che, a suo modo, ti ha voluto bene, come tutti i paesani ai quali hai lasciato impresso nel cuore un ricordo originale e indelebile.

Caro Paolino,

te ne sei andato in punta di piedi, nel mese di Aprile, quando la natura esplode di vita, anche se quest’anno il cielo è sempre grigio. Ci hai sorpreso con questa «uscita di scena» silenziosa, non prevista e non prevedibile: tu che sei sempre stato l’espressione della vitalità, ti sei spento in pochi giorni, in una stanza di ospedale. Ora Ortonovo non sarà più come prima. Gli mancherà una figura chiave: la «mascotte» più amata e ricercata.

Tu, anima candida e buona, eri per tutti, l’amico e il fratello, la «carezza di Dio» su questa comunità. Tutti gli ortonovesi, e non solo, ti sentivano parte del loro ambiente, come uno di famiglia, un parente lontano, e vicino nello stesso tempo, che fa sempre piacere incontrare perché ti mette il buon umore.

Dentro quel corpo robusto e panciuto, che è rimasto sempre lo stesso, quasi che il tempo non potesse scalfirlo, custodivi un eterno bambino, allegro e giocoso. E mentre noi siamo cresciuti, maturati e invecchiati, perdendo freschezza e creatività, diventando seri e imbronciati, tu sei rimasto laggiù, nel fiore della fanciullezza, nel paese dei sogni, dove tutti vorremmo abitare, perché lì la luce è più limpida e i profumi più intensi.

Da quel mondo incantato arrivavano le tue parole: una sinfonia di dialetti e costrutti verbali, che si sono sedimentati nel tempo, e che tu modulavi con la voce a seconda di chi avevi di fronte, toccando i registri dell’ironia o della provocazione.

Ci mancheranno i tuoi «siparietti» improvvisati in piazza o lungo le strade del paese: sempre uguali eppure sempre nuovi, come «pagine» di un libro inedito. Ci mancherà la tua presenza in chiesa, intorno all’altare, dove per tanti anni hai suonato il campanello, hai sussurrato frasi a Gesù, hai pregato e cantato messe, ritornelli, vespri e rosari.

Dotato di un talento eccezionale, la tua memoria conservava parole e melodie che si perdevano nel tempo. La musica ce l’avevi nel sangue: era ritmo allo stato puro, un’energia che dominava il corpo e la mente, fino alle lacrime. Collezionavi spartiti, senza conoscere una nota musicale, solo per il gusto di averli a portata di mano e tirarli fuori al momento opportuno. Schitarravi, e non sapevi un’acca di accordi e giri tonali. Ma che importa? Sopperivano talento e  sensibilità, gli strumenti che ti permettevano di intuire la bellezza. La musica ti entrava dentro e si propagava nella tua anima: era l’eco di una voce divina.

«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio»: l’ha detto Gesù. Tu sei stato «un puro di cuore» e ora, ne siamo certi, contempli Dio, faccia a faccia, come già lo vedevi quando eri in mezzo a noi.
 
 
 


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  DON BARBIERO LASCIA SASSELLO
di Un tuo “ragazzo”


 
 
 

 

La notizia arriva il giorno di San Valentino quando la Tatiana chiama don Barbiero a Sassello per i soliti auguri di compleanno, siamo oltre i 90: don Barbiero ed il Vescono di Acqui di comune accordo decidono che finisca l'attività pastorale che il “don” faceva a Maddalena di Sassello come parroco e quindi deve lasciare Sassello per ritirarsi nella casa di riposo degli Orionini vicino a Padova. Subito con il solito tam tam la voce si sparge in Ortonovo paese dove la presenza di don Barbiero negli anni 1972-1978 ha lasciato un segno indelebile in una intera generazione di giovani. Ci informiamo subito di quando ci sarà il commiato per essere anche noi presenti alla cerimonia, la cerimonia con il Vescovo viene fissata per domenica 7 aprile alle ore 15. Parte un gruppo di 13 persone da Ortonovo. Arriviamo alle 13 circa e subito andiamo nella Colonia degli Orionini per salutare don Barbiero. Rimaniamo un po' colpiti dall'aspetto del “don” che sebbene come fisionomia è sempre lo stesso ma il colore e gli occhi un po' spenti ci hanno messo subito in preoccupazione per la sua salute e ci è apparso chiaro del perché il “guerriero” doveva posare le armi.

Dopo questo primo saluto ci siamo recati nella chiesa di Maddalena e mentre si aspettava il Vescovo e il “don” assistiamo ad un arrivare continuo di persone da tutto il circondario. Arrivano anche  i “ragazzi” di don Barbiero da Genova con un furgoncino accompagnati da un sacerdote. Ci riconoscono subito e ci salutano come dei vecchi amici. Noi, infatti, siamo sempre tornati una o due volte l'anno a Maddalena, frazione di Sassello, dove gli Orionini hanno degli edifici capaci di ospitare sino a 30 persone. La generazione degli allora ventenni che il “don” in quei sei anni aveva coltivato non voleva perdere colui che aveva rappresentato una vera svolta nella loro vita sociale e religiosa. A questo punto i ricordi riaffiorano. Appena arrivato a Ortonovo, ha aperto il Santuario ai giovani chiedendoci di frequentare assiduamente il Santuario e di organizzare subito una corale. Si organizzavano giochi ci si discuteva, si facevano assemblee per prendere decisioni su come organizzarci. L'iniziativa, forse la più importante era stata la Via Crucis preparata da noi giovani che attirava tanta gente del Comune e la chiesa di San Lorenzo a stento riusciva a contenere quanti venivano ad assistervi. Alcuni di noi in queste frequentazioni hanno trovato l'anima gemella e convolando a nozze hanno voluto come officiante don Barbiero.

Ecco sono le ore 15: arriva il Vescovo di Acqui e subito dopo il “don”. Si avverte in tutti i presenti una commozione che ci accompagnerà per tutto il rito della Messa. Il Vescovo parla di don Barbiero con toni che ci riscaldano il cuore, poi interviene un Sacerdote Orionino missionario amico del “don” che ricorda episodi di quando erano seminaristi proprio a Sassello durante la guerra e come la generosità e l'altruismo di Valentino Barbiero sia stato di aiuto a molti di loro in quel periodo molto duro e dicendo questo si emozionava sino alle lacrime. Poi ha preso la parola il “don” che neppure in questa occasione si è smentito, ma tra un sospiro e l'altro dovuti all'emozione, ci salutava con parole semplici, ricordando tutti anche noi di Ortonovo e molto dispiaciuto di non poter continuare la sua opera nel luogo, ma garantendo che sarebbe stato sempre presente con la preghiera.

Poi inizia la lunga coda per salutare don Barbiero in sacrestia. Prima che arrivasse il mio turno ho visto che tutti coloro che uscendo incrociavo avevano tutti le lacrime agli occhi; mi sono avvicinato, l'ho abbracciato e baciato, ma non sono riuscito a dire tutto quello che avrei voluto; chiedergli perdono per quando l'abbiamo deluso, quando lo abbiamo trattato con poco rispetto, quando, nel bisogno, non gli siamo stati abbastanza vicini e altre cose ancora. Spero di potergliele dire presto perché ci siamo proposti di andarlo a trovare presto nella casa di riposo dove si trova, e avremo l'occasione di trovare anche don Giovanni Dalla Mora.

Ciao “don” sarai sempre con noi perché con Te abbiamo vissuto i momenti più belli della nostra giovinezza e oltre. GRAZIE GRAZIE DI TUTTO SARAI SEMPRE NEI NOSTRI CUORI.

                                                                                                                                    

 

 

  Diario di un "Altro parrocchiano"
di Walter


 
 
 

DIARIO

Prima di iniziare il diario di questo mese devo precisare alcune cose. A causa di un problema neurologico alcuni avvenimenti sono scomparsi dalla mia memoria per cui so cosa ho fatto, perché mi è stato riferito, ma non posso riportare le mie impressioni ed emozioni su tali fatti. Ero rimasto nell’ultimo “diario” al Giovedì Santo, parlando della Messa “In Coena Domini”, giorno in cui si ricorda  l’istituzione dell’Eucaristia. Del Venerdì Santo ricordo vagamente di aver partecipato al rito dell’Adorazione della Croce, nel pomeriggio; poi più nulla. La domenica di Pasqua sono stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Carrara, dove mi hanno fatto una TAC alla testa e hanno evidenziato un ematoma abbastanza esteso che andava a comprimere parte del cervello, per cui mi hanno inviato, con un’ambulanza, al “neurochirurgico” di Pisa dove (martedì 2) mi hanno operato rimuovendo l’ematoma e dopo tre giorni mi hanno dimesso. Sono stato ricoverato ancora per dieci giorni in neurologia a Carrara sotto osservazione e finalmente il rientro a casa.

Giovedì 11 aprile 2013 

Sono in ospedale a Carrara; al mattino mi telefona padre Victorio dicendomi: “Volevo venire a trovarti e, se vuoi, ti porto l’Eucaristia”. “Come no, rispondo, mi fa tanto piacere”. Verso le 11, mentre ci sono i medici in visita, vedo sulla porta padre Victorio che mi fa un cenno di saluto, poi mi dice: “C’è anche padre Mario, lo vado a chiamare”. E dopo poco, usciti i medici, ecco che entrano in camera e, sorpresa, assieme a loro c’è anche padre Gabriel. Dopo i saluti padre Victorio estrae da una borsina, dove c’è tutto l’occorrente del caso, una piccola stola viola, un libretto con le preghiere, la teca con l’ostia consacrata ed inizia una breve liturgia penitenziale seguita da una breve Lettura e quindi il rito della Comunione con la consegna dell’Eucaristia e la benedizione finale. Durante il rito non potevo non notare ciò che succedeva intorno: sia medici che infermieri facevano capolino sulla porta per vedere cosa stava succedendo in quella stanza; vedendo questi tre giovani preti attorno ad un letto chissà che strani pensieri avranno avuto. Non capivano, forse, che per me stava avvenendo una cosa sublime: Gesù in persona, del quale avevamo appena celebrato la Risurrezione,era venuto a trovarmi e sarebbe rimasto con me!

In serata, invece, mi telefona da Gerusalemme mio fratello Paolo (Piccolo fratello di Charles de Foucauld); si informa del mio stato di salute, poi mi dice: ”Sai, la Ghitta (una sua cara amica appartenente alla chiesa ortodossa che anch’io conosco perché è venuta qui a Ortonovo) ha fatto accendere un cero nella sua chiesa e hanno pregato in tuo favore, e così ha fatto fare nella sinagoga da un suo amico rabbino: pensa come sei importante!”. Davvero devo essere riconoscente verso quanti mi hanno dato testimonianza della loro vicinanza con telefonate,  messaggi e altro, ma altresì ringrazio quanti, in silenzio ma con la preghiera, mi sono stati vicini. Grazie a tutti di cuore.

Domenica 21 aprile 2013

Oggi, dopo quasi un mese, faccio ritorno nella mia chiesa parrocchiale per la Santa Messa. E’ sempre una bella emozione riprendere il proprio posto e il proprio servizio  dopo un periodo di assenza, e non per una vacanza, ma per seri problemi di salute.

Mercoledì 24 aprile 2013

Oggi, alle ore 15,30, nella chiesa parrocchiale di S. Lorenzo, a Ortonovo-centro storico, abbiamo dato l’ultimo saluto al “mitico “ Paolino. C’era tutto il paese presente, più tanti ragazzi come lui della “Missione” di Sarzana e tanti altri amici di fuori. Addirittura due chitarre erano accanto alla bara, a significare quanto era amante della musica. Anche la corale ha voluto rendergli omaggio rendendo più solenne il rito funebre presieduto dal parroco, padre Victorio, con i di padri Onildo e Mario, col vicario don Andrea, don Romano  e il diacono Agostino. Anche il vescovo Luigi Ernesto si è recato all’obitorio per  recitare una preghiera al capezzale del caro Paolo. Quel ragazzo (queste persone, anche se già in età matura, sono per tutti sempre dei ragazzi) era veramente benvoluto da tutti, e come non volergliene, lui era sempre interessato su tutti: se rimanevi in casa per qualche problema di salute, stai certo che appena ti vedeva ti veniva incontro dicendo: “Com’al và, com’al và…”. Paolino era solito, ai funerali, portare lui la croce davanti al corteo; questa volta si è addossato questo compito la Bernardina che, scherzosamente, diverso tempo fa, gli aveva detto: “Ma quando muori te, la porto io la croce!”. E lui: “E no, è: muori prima te!”. Ciao, Caro Paolino!

Giovedì 25 aprile 2013

Oggi è la festa di S. Marco evangelista e la festa della Liberazione. Stamani, presso l’asilo nido di Dogana, si ricorda la festa della Liberazione e nell’occasione verrà dedicato il parco adiacente all’asilo a don Tito Bassi, parroco di Nicola dal 1941 al 1977 che si prodigò molto per salvare persone e mitigare le sofferenze provocate dai ripetuti rastrellamenti nazifascisti e dagli altri eventi bellici. Anch’io vi partecipo: è il primo giorno che parto dal paese dopo il periodo della malattia. Nel parco c’è tanta gente e io sono frastornato e commosso nel vedere quanti mi vengono incontro per salutarmi e baciarmi: grazie ancora a tutti. Don Andrea celebra quindi la Santa Messa e al termine è stata scoperta la lapide di don Tito e quindi la commemorazione dell’anniversario della Liberazione.

Domenica 28 aprile 2013

Oggi - alle ore 18 - con Marco, Luca e Agostino (mio cognato) ci troviamo in casa di quest’ultimo per un incontro con padre Mario (cosa che abbiamo già fatto diverse volte) per approfondire la conoscenza della spiritualità della Fraternità Missionaria di Maria e costituire, se sarà il caso, un gruppo laicale con questo scopo. A conclusione dell’incontro abbiamo insieme deciso di dare a questi incontri una forma più concreta.: ci ritroveremo la seconda domenica di ogni mese, alle ore 18, al Santuario per la recita dei Vespri  e Adorazione. Gli incontri  sono aperti a quanti vogliono partecipare e conoscere meglio questa iniziativa.  Il primo incontro, pertanto è previsto per domenica 12 maggio, alle ore 18.

Tra qualche giorno avrà inizio il mese Mariano; i Padri del Santuario hanno messo a punto un nutrito ed interessante programma  (vedi in ultima pagina). Invito quindi tutta la comunità interparrocchiale a partecipare a  questi importanti appuntamenti, sarà senz’altro un momento di arricchimento per noi e un omaggio alla nostra Madre Celeste.

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