Eri svanito nel tempo...
Ti credevo lontano:
ripartito per terre
ove non cresce l'olivo
e la nebbia nasconde l'azzurro,
tra gente che non ti capisce,
sospinto da un povero sogno,
lo stesso di sempre,
che nasce fatale
in sperduti sobborghi
d'antica miseria.
Ora so che non eri lontano.
Eri già qui,
nel silenzio di questa collina
battuta dal vento di mare
e arsa dal sole
che spacca le pietre:
qui vicino ai cipressi,
tra erbe e selvatici fiori seccati
che nessuno più taglia,
ad attendere i bianchi gabbiani
che tornano a sera;
a vegliare le stelle nei cieli infiniti
di limpide notti;
a sfogliare in silenzio
l'ingiallita corolla del tempo.
Caro amico di scuola,
nei dolci ricordi lontani
di quando in classe
portavi la prima mimosa,
questa sera qui ti ritrovo;
ora che è tardi:
ai piedi d'una povera croce di legno;
seduto sulla vecchia valigia
consunta di sogni e di pene,
ad attendere l'alba che nasce
dall'ultimo giorno.