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AMICIZIA
di Anna Maria De Ghisi
Tu, che in trascorsi anni mi desti la gioia di vedere con i tuoi occhi e di vivere del tuo palpito, ti nascondi. Ed io ti cerco ovunque, nello sguardo di chi passa, ma non vedo mani amiche, né odo le tue parole ora che mi pesa nell’anima il cammino. Forse fondata sulla sabbia è la tua essenza. Eppure darei tutto per riaverti e non essere sola ad ascoltarmi
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IL TRENO DEI RICORDI
di M.G. Perroni Lorenzini
Talvolta prendo il treno dei ricordi.
Son tanti i passeggeri; e son perduti
sul filo d’un ritmato sferragliare;
immersi fra gli sbuffi del vapore;
intenti a un solitario rimembrare.
Io scorgo ora una casa, ora un ruscello,
nel paesaggio che, rapido, si muta.
E tanti visi che, per un istante,
si riaffacciano agli occhi della mente.
Li ravviso, gioisco e poi li perdo.
Ma il treno corre, corre eternamente.
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ISOLA BIANCA (OLBIA)
di Ugo Ventura
Se l’azzurro tuo mare
spesso si increspa,
non dar la colpa al vento
che sibilante s’ode
nella tua baia,
nella tua scogliera.
La colpa è mia,
soltanto mia,
che verso le lacrime
di gioia e di dolore
ad ogni arrivo,
ad ogni mia partenza.
Da trent’anni il tuo porto
è casa mia,
ed è per questo
che tanto ti amo
e tanto ti disprezzo.
Chissà se un giorno
quella “Isola Bianca”
che ha forgiato il mio amore
non possa accogliermi per sempre
a rimembrar dal molo
recondita giovinezza,
incanto e fantasia
di figlio innamorato.
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LE MADRI DEGLI ALTRI CROCIFISSI
di Padre Maurilio Montefiori
Sotto quelle croci,
vicino a quella di Gesù,
c’eravate anche voi,
o madri degli altri due morenti.
Quando si fece buio sulla terra,
voi saliste lassù,
sulla pietra nuda del teschio.
E la sentiste a voi vicina
la Senza Macchia
assieme alle Marie.
Muta era
e voi mute;
nessuno aveva voce.
Parlarono i suoi occhi
e voi capiste:
“Venite qui con me!
Son nostri figli!
Accostiamoci insieme
al lor morire”.
E poi vi sorrideste
a Pentecoste.
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UN BIMBO E L’ANGELO
di Adriana Polla Luciani
Un bimbo è caduto.
L’angelo suo, distratto,
per un attimo ha lasciato la sua mano.
Signore, non castigare
né il bimbo né l’angelo;
Il bimbo è piccino
e spesso sbadato.
L’angelo, sai,
vorrebbe afferrare troppi bambini
in un solo momento;
ecco perché è caduto.
Signore,
un bimbo o un angelo
che differenza c’è?
Stendi la Tua bontà su loro;
fa che il bimbo cresca;
fa che l’angelo lo accompagni.
Sarzana, 26 novembre 1977
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‘L BEN DI MORTI
di Mario Orlandi
‘L BEN DI MORTI
Er picolo, ma l’omo
i m’è semp’r ar’mast ‘n menta:
v’stì d’ nero,
giacheta e cape’o,
i paseev’ ca p’r ca
p’r ‘l ben di morti.
‘N po’ d’ farina d’ gran o d’ granon,
quarc fasjioli sechi,
d’la patata o d’il vin
chi pasev po’ a pigh’ar con calma
e Spartan, ‘l b’chin d’ Nicola
gh’ascicurev pù che ‘na pr’ghiera,
‘na bela pulizia d’l camp’santo,
di vialeti fra la lapida
e…bidon pien dacqua
p’r mant’nir i fiori.
E, prima d’ partir
P’r n’altr ben di morti,
‘n bich’er d’ vin
Gh’er semp’r gradì,
i gh dev ‘n po’ d’ forza
p’r lung’ gir d’l pian.
IL BENE DEI MORTI- Ero piccolo, ma l’uomo mi è sempre rimasto in mante: vestito di nero, giacchetta e cappello, passava casa per casa a cercare il bene dei morti. Un po’ di farina di grano o di granturco, fagioli secchi, delle patate o del vino che passava a ritirare con calma e Spartan (Narciso Del Punta), il becchino di Nicola, assicurava, più che una preghiera, una bella pulizia del camposanto, dei vialetti fra le lapidi, e…bidoni pieni d’acqua per mantenere i fiori. E, prima di partire per un altro bene dei morti,un bicchiere di vino era sempre gradito, gli dava un po’ di forza per il lungo giro della pianura.
P.S.) ‘L ben di morti venne praticato per molto tempo, mi ricordo il periodo di Spartan becchino. Venne man mano abbandonato tanto che non mi risulta praticato da Ballotto (Cornelio Cervia), becchino succeduto a Spartan. ‘L ben di morti è stato invece “resuscitato” in questi ultimi anni a Castelpoggio dove, quanto raccolto tra la popolazione come ben di morti, viene dato in beneficenza o consumato dagli alunni delle scuole elementari, in comunità con i genitori e parenti nel ricordo dei cari defunti che ci hanno lasciato.
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