Quando le lunigiane montagne
aprono il balcone sulla valle
e la Magra distende le sue rive
Santo Stefano è sulla collina
a indicare la prossimità del mare.
Nato fra castagni, cerri e pini
come un cardo selvaggio
fiorì paese con le sue case
recinte di fossi e di mura.
Cresciuto guardiano di fiumane
eresse argini ai pantani gorghi
rendendo fertili ghiarroni, paludi,
folte macchie di giunchi ed ontani.
Sotto i tetti bruni sbocciarono gli amori
le culle ricamate.
Orti, vigneti, ulivi alle colline.
Furono callose mani a rendere vivi
i sassi levigati della Magra
innalzando sulla primitiva pieve
l’eccelsa barocca chiesa
ora prestigio nostro e gloria.
Sono ancora queste le tue rive,
che già in epoche lontane,
divennero crocevia di torme
saracene, lombarde, spagnole,
francesi e teutoniche hitleriane.
Ma Santo Stefano fibra resistente
dalle orride invasioni e pestilenze
con leggiadre fronde rinasceva
vicino a Serazana.
Così veloci sono corsi i tempi
come le fiumane sotto gli archi dei ponti
Santo Stefano ancora si distende
tra il fiume e le colline
sferzato dai suoi venti