N° 1 - Gennaio 2012
Spiritualità
  19 SEGNI E SIMBOLI CRISTIANI
di Ratti Antonio


 
 

Luce. 

La luce, per le sue proprietà di illuminare e riscaldare, pertanto, fonte di vita, è da quasi tutte le religioni riferita alla divinità, se non è essa stessa una divinità. “ Dio disse: Sia la luce! E la luce fu.”(Gn 1,3). Da questa irradiazione che squarcia la tenebra del nulla, si dipana per la Bibbia intera (V. e N. Testamento) un filo luminoso che ne pervade ogni pagina: “Dio è luce” dichiara Giovanni nella sua prima lettera, svelando il valore simbolico altissimo di questa realtà fisica. La Bibbia evidenzia quanto sia grande la considerazione da parte degli israeliti verso la luce, considerata origine della vita e manifestazione del divino. Difatti Dio spesso si manifesta al suo popolo attraverso la luce. Alcuni esempi. Durante l’esodo dall’Egitto, “il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce.” (Es 13,21); Isaia afferma che ”il Signore sarà per te la luce eterna, il tuo Dio sarà il tuo splendore.”( Is 60, 19) I Salmi appaiono, e sono, insuperati inni alla luce: “Il Signore è la mia luce e la mia salvezza, di chi avrò paura?” (Sal 27,1); “E’ in te la sorgente della vita, alla tua luce vediamo la luce.” (Sal 36,10); “Beato il popolo che ti sa acclamare e cammina, o Signore, alla luce del tuo volto.” (Sal 89,16); “Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande ! Rivestito di maestà e di splendore, avvolto nella luce come di un manto.” (Sal 104,1-2) Nel Nuovo Testamento, Gesù è la luce vera che illumina le tenebre degli uomini portando a compimento la promesse fatte ai padri del Vecchio Testamento: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.”( Gv1,9) E’ lo stesso Gesù a presentarsi in modo inequivocabile:”Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita.” (Gv 8,12) Nel prologo del suo Vangelo, Giovanni scrive: “Questo è il messaggio che abbiamo udito da lui ( Gesù ) e che ora vi annunciamo: Dio è luce e in lui non ci sono tenebre.” (1Gv1,5) Se tutta la liturgia cristiana è la celebrazione della luce di Cristo presente in mezzo al suo popolo che prega, essa stessa è fonte di luce, perché ci fa incontrare la Luce. E i Cristiani devono esserne i testimoni efficaci per irradiarla nel mondo con l’esempio della loro vita, così come propone Gesù: “Voi siete la luce del mondo, non può restare nascosta una città posta sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa.” (Mt 5,14-15) San Paolo è fin troppo esplicito nell’ammonire la comunità di Efeso: “Se un tempo eravate tenebra, ora siete la luce nel Signore. Comportatevi perciò come figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.”(Ef 5, 8-9). Gesù, attraverso lo Spirito Santo, donatoci con i sacramenti del battesimo e della cresima, offre ai cristiani la forza di essere autentici testimoni della luce per diffondere il regno di Dio. La parola di Dio, quale punto di riferimento, è luce che illumina i passi di ogni uomo. Due Salmi aiutano a comprendere il concetto: “Lampada per i miei passi è la tua parola di luce sul mio cammino.” (Sal 119,105); “ La tua parola nel rivelarsi illumina e dona saggezza.” (Sal119,130) In tutte le religioni il buio delle tenebre è sintomo di ogni sorta di male e di infelicità, compresa la morte, vissuta come privazione definitiva della luce; solo il cristianesimo offre all’uomo di trascendere dalla luce terrena del sole, alla luce senza spazio e senza tempo, promessa e resa concreta realtà dal sacrificio della Croce.

 
 

  E NELL’ORA DELLA NOSTRA MORTE
di Giuliana Rossini


 

 

            La recente e prematura scomparsa di persone amiche e conoscenti, mie coetanee o quasi (nonché la recente ricorrenza del 2 novembre), mi ha indotto a compiere alcune riflessioni sul senso della morte.

            Di solito si tende ad allontanare dalla nostra mente questo fastidioso pensiero che turba il normale andamento della nostra esistenza. Non c’è posto in essa per queste considerazioni, immersi come siamo nelle nostre occupazioni quotidiane.

            Per noi cristiani, però, la morte non è la fine di tutto, ma un passaggio da una vita all’altra. Gesù risorto ne è la garanzia. Le sue parole, poi, non lasciano dubbi in proposito. Devo tuttavia ammettere che quando ero più giovane il pensiero della morte mi era piuttosto estraneo, ma, man mano che sono cresciuta negli anni, mi sono sforzata e mi sforzo tuttora di vedere la vita come “un santo viaggio” la cui meta è la visione luminosa di Dio, l’incontro con Gesù, Maria e tutti i miei cari che mi hanno preceduta. Vorrei giungere a questo incontro come le vergini sagge, pronta, con la luce accesa, avendo sempre cercato di vivere bene il momento presente e non avere sprecato la mia vita ad accumulare beni, come lo stolto padrone che si accinge a godere dei suoi averi, ma al quale il Signore dice: “Stolto, oggi ti sarà richiesta la tua vita!...”.        Vigiliamo e vegliamo dunque, perché non sappiamo né il giorno, né l’ora.

Un pensiero mi è di grande sollievo: Maria Santissima. Mi piace immaginarla che viene incontro ai moribondi, prendendoli per mano per accompagnarli a Gesù. Non a caso nell’Ave Maria recitiamo: “Prega per noi… nell’ora della nostra morte”. E ancora: mi auguro che le preghiere della Vergine mi ottengano la grande grazia di potermene andare munita dei conforti religiosi (ancora Maria che porta a Gesù).

Talvolta capita di farsi condizionare dal rispetto umano e dire pietose bugie al moribondo. No, no: per me vorrei che il sacerdote (o chi per lui) mi prendesse la mano e mi dicesse: “Coraggio, non avere paura. Stai per tornare alla Casa del Padre. Là sarai nella Luce!”.

 

                                                                                                         
 

  PAROLA DI VITA
di Chiara Lubich


 
 

 

“Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3,1).

            Queste parole, rivolte da San Paolo alla comunità di Colossi, ci dicono che esiste un mondo nel quale regna l’amore vero, la comunione piena, la giustizia, la pace, la santità, la gioia; un mondo dove il peccato e la corruzione non possono più entrare; un mondo dove la volontà del Padre è perfettamente compiuta. E’ il mondo al quale appartiene Gesù. E’ il mondo che egli ha spalancato a noi con la sua risurrezione, passando attraverso la dura prova della passione.

“Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3,1).

            A questo mondo di Cristo, dice San Paolo, noi non soltanto siamo chiamati, ma già apparteniamo. La fede ci dice che mediante il battesimo noi siamo inseriti in Lui e perciò partecipiamo della sua vita, dei suoi doni, della sua eredità, della sua vittoria sul peccato e sulle forze del male: siamo infatti risorti con Lui. Ma, a differenza delle anime sante che hanno già raggiunto il traguardo, la nostra appartenenza a questo mondo di Cristo non è piena e svelata; soprattutto non è stabile e definitiva. Fino a che ci troviamo su questa terra noi siamo esposti a mille pericoli, difficoltà e tentazioni, le quali possono farci tentennare, possono frenare il nostro cammino o addirittura deviarlo verso false mete.

“Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3,1).

Si comprende allora l’esortazione dell’Apostolo: “Cercate le cose di lassù”. Cercate di uscire non già materialmente, ma spiritualmente da questo mondo; abbandonate le regole e le passioni del mondo per lasciarvi guidare in ogni situazione dai pensieri e dai sentimenti di Gesù. “Le cose di lassù”, infatti, stanno ad indicare la legge di lassù, la legge del Regno  dei cieli che Gesù ha portato in terra e vuole che realizziamo fin da ora.

“Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio” (Col 3,1).

            Come vivere allora questa Parola di Vita? Essa ci sprona a non accontentarci di una vita mediocre, fatta di mezze misure e compromessi, ma a conformarla, con la grazia di Dio, alla legge di Cristo. Ci spinge a vivere e a impegnarci a testimoniare nel nostro ambiente i valori che Gesù ha portato sulla terra: potrà essere lo spirito di concordia e di pace, di servizio ai fratelli, di perdono, di onestà, di giustizia, di correttezza nel nostro lavoro, di fedeltà, di purezza, di rispetto verso la vita, ecc.

Il programma, come si vede, è vasto come la vita; ma per non rimanere nel vago, attuiamo in questo mese quella legge di Gesù che è un po’ il sunto di tutte le altre: vedendo in ogni fratello Cristo, mettiamoci al suo servizio. Non è poi questo che ci verrà chiesto al termine della nostra esistenza?

                                                                                                         

 
 

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