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NOTTE DI FERRAGOSTO
di Berny (da un letto d’ospedale)
Immobile, la testa fissa
Una goccia cade liscia
Batte il tempo a fortuna
Passa il sole e la luna.
Per l’ago scorre acqua in vena
Finché è piena
Tutto slitta
Il tempo aggiorna la tua vita.
Hai risolto dei problemi
Ma non son quelli a cui tieni
Ridi, scherzi, canti, fai di tutto
Ma per sempre da seduto.
14.08.2009
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DOVE, O PADRE?
di Marisa Lisia
Dove, o Padre,
lo scrigno che custodisce il Tuo cuore
nell’universo in estasi?
Dove, che io lo cerco da sempre?
Oh gioia degli asceti
e canto degli amanti
e spada per i vinti
culmine di perfezione suprema!
Io canto solo in Te.
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FIUME VARA
di Anna Maria De Ghisi
Le intraviste cime
atteggiano tranquille
a tinte chiare
risalgono le nebbie
il loro fiume
Vita quieta
dolcezza che spande
nell’esistenza mutata…
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ESPERIENZA BRUTALE
di Padre Maurilio Montefiori
ESPERIENZA BRUTALE
e volto della fede
Il sole moriva sulla savana di fuoco;
giunsi sulla soglia
di una capanna che pensavo amica.
Tre giorni di stenti,
tre giorni di fame,
la febbre spezzava la tempia,
il cuor martellava nel petto.
Bussai alla porta.
Rispose una voce di donna e pregai:
“Sorella, tu sai;
sorella, tu puoi;
aiutami o muoio”.
Rispose con tono,
con voce di “fisi”:
“Per te non c’è posto;
va’, vecchio infingardo!”.
Or prego il mio Dio!
Per dodici giorni
io attesi
col cuore e le ossa spezzate.
Languivo, tremavo, speravo.
Poi venne il soccorso da lungi:
“Torniamo alla casa, fratello;
su, vieni, io ti porto”.
Era un vecchio ricurvo dagli anni
venuto dal cielo:
aveva il sorriso di Cristo!
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I GIRINI
di M.G.Perroni Lorenzini
Nella piccola pozza cinta d’erba
un’intricata rete, sempre nuova,
segna mille cammini indaffarati:
son fremiti di storie sempre uguali,
pure ciascuna vita è irripetibile.
E ognuno va, sicuro della meta,
per una via che traccia solo a sé;
pienamente accettando la sua sorte.
Non c’è chi voglia uscire dallo stagno.
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‘L GATA
di Mario Orlandi
La gagh’ina contenta
la urleve ‘l su cocodè
e ‘l Gata
sgusciand come ‘na bel’ora
già i sortiv dal pod’aro
con l’ov cald ‘n man.
Nandon ‘i sc’ndev svelto
‘n mezo ala litania d’ cocodè
ma ‘n t’l nido sol d’ind’scio
i spichev bianco e liscio;
la colpa d’l Gata d’er sicura,
manchev sol la sod’sfazion
d’apioparghe quatr sch’afon.
IL GATTA (Romano Verdina, soprannome dato per la sua sveltezza)- La gallina contenta urlava il suo coccodè e il Gatta, sgusciando come una faina, già usciva dal pollaio con l’uovo caldo in mano. Nandone (Montefiori) scendeva svelto in mezzo alla litania dei coccodè, ma nel nido solo l’indice spiccava bianco e liscio; la colpa del Gatta era sicura, mancava soltanto la soddisfazione d’appioppargli quattro schiaffoni.
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IL PANE DEL PERDONO
di Paolo Bassani
Uomo,
apri il tuo cuore alla pace.
Lo so,
non è facile abbattere
confini di secoli,
rancori di millenni;
colmare abissi di sospetti.
Non è facile
porgere l'altra guancia
a chi t'ha percosso,
innalzare l'olivo
e fraterni canti
sulla terra ancora bagnata
di lacrime e di sangue.
Ma tu, uomo,
apri alla luce la tua mente
e il tuo cuore a pensieri di pace.
Raccogli il pane del perdono
e dividilo
perché ognuno ne abbia.
Non chiederti perché
devi essere tu primo a donarlo;
né come sarà possibile
con un solo pane
sfamare tanta gente.
Prima classificata Premio Nazionale
“SS. Croce” 1991 - Taranto
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PALLIDA MAGIA
di M.G. Perroni Lorenzini
Scintillano
i frammenti dell’anima,
cocci rotti
del vaso di rose.
Chi la ricomporrà?
Forse il gran guru indiano,
che me la ridarebbe
un solo istante.
Illusione? follia?
E intanto, incerta,
tra le mani
trema
la pallida magia
della poesia.
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