N° 5 - Maggio 2011
I nostri poeti
  LE SETTE FAVE BIANCHE (Filastrocca di primavera)
di M.G. Perroni Lorenzini


 

 

Prendi sette fave bianche

ed un bambino con le ali;

poi la ruota d’un mulino,

un piccione verde e grigio,

il giardino d’un curato,

un vestito d’anni trenta

e la giovane cantante

pazza sol di pazze storie.

Gira il tutto nella ruota

con le sette fave bianche.

Ne vien fuori una canzone

spumeggiante e capricciosa.

E la intona la cantante

pazza sol di pazze storie,

col vestito d’anni trenta;

tuba in coro il piccioncino

nel giardino del curato;

mentre, in tondo, il bambinetto

vola come un colibrì.

E le sette fave bianche?

Dan settanta frutti d’or.

                                        

 

 

 


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  MADRE
di A.M. De Ghisi (dal libro”Fra incantevoli silenzi)


 

 

Nell’arcano silenzio

è l’immagine delle mani tese

in un dono di luce.

Al primo albore mi fermo

a cercar quello sguardo

che penetra la più lieve ala di farfalla

per dire:

Tu vedi ogni fragilità,

capisci le ferite che dentro fanno male,

vedi la mente che smarrisce il vero,

come l’odio, la violenza

deturpano la faccia della terra.

Per tutto questo,

MADRE,

riaccendi l’amore materno

in ogni donna,

la gioia di trasmettere la Vita.

 

 

 

  SE CHIUDO GLI OCCHI
di Ugo Ventura


 
 

Se chiudo gli occhi

sogno il mio paese

vedo il mio passato

di vita dorgalese.

 

Se chiudo gli occhi

vedo in lontananza

felicità sparita

dominio di arroganza.

 

Se chiudo gli occhi

vedo tutto nero

e l’Italia disunita

diretta al cimitero.

 

Se chiudo gli occhi

vedo sol macerie

e insieme i responsabili

…intenti per le ferie.

 

Rovina per rovina

aprirli più non posso

è meglio ormai morire

e riposar nel fosso.

 

Dall’alto del bel Cielo

guardando sulla Terra

invocherò la pace

la fine di ogni guerra.

 

La pace tornerà

son certo Buon Gesù

e in terra resteranno

i fior di gioventù.

 

Riaperti gli occhi al mondo

oh Dio Onnipotente!

è tutto come prima

nessuno può far niente!

 

                                                             

 

  SUL CALVARIO
di Padre Maurilio Montefiori


 
 

 

M’inginocchio

sulle pietre insanguinate

del Monte.

Cerco

il mistero irresistibile

che crea

e che salva

e l’eccelso potere

di dare

un prezzo eterno

a ciò che non ha valore.

 

                                                  

 

  TULILEN
di Mario Orlandi, dal libro: “Pane per la memoria”


 
 

Spingend pian pian

‘nt’l coro afiatà

s’nseriv Tulinen

che, senza esitazion,

i cantev la nostra canzon.

‘Na vota, p’r controlar l’efeto,

han smis d’ boto

e lu, con la man al’orech’o

e i och’i s’rà,

gh’à continuà a dire:

pà-pà, pà-pà, pà-pà.

 

 

 

 

Tulilen (Tulo Cervi) – Spingendo piano piano nel coro affiatato s’inseriva Tulilen che, senza esitazione, cantava la nostra canzone. Una volta, per controllare l’effetto, abbiamo smesso di botto e lui, con la mano all’orecchio e gli occhi serrati, ha continuato a dire: “Pà-pà, pà-pà, pà-pà.  

 

 

 

  PREGHIERA
di Anna Maria Venturini


 
 

Riflessa nello specchio

vedo il mio volto:

gli occhi sembrano i tuoi.

Questo onore donatomi

dalla natura, da Dio

vorrei che col Suo santo aiuto

non venisse mai intaccato.

Tu buono, sincero,

a volte un po’ rude, puro.

Prego affinché lassù

Ti venga dato il posto che meriti:

 tra gli Angeli;

 così quando potrai verrai da noi

a proteggerci nel bisogno.

Soprattutto prega per tua figlia:

come una pecorella smarrita

gira in cerca della giusta via.

Aiutaci, babbo, ti prego!

 

 

 

  TU, IMPERATRICE DEL MONDO
di Maria Angela Albertazzi


 

 

Figlia di Dio, Madre divina,

ai tuoi piedi ogni credente s’inchina.

Tu, sovrana dell’universo,

alla ricerca di ogni disperso.

Voce sulla folla e nel deserto,

sole lucente nell’aperto,

delle gioie e delle serenità

ci doni la tua bontà.

Sei raggio di luce nelle tenebre,

nelle incertezze e nei pianti;

noi, su questo mondo erranti,

ti chiediamo pietà

per tutta la nefanda umanità.

Regina di ogni cuore

che elargisci a piene mani

il dono tuo d’amore,

quanti artisti quelle mani

quel volto, quel cuore,

degli occhi il tuo fulgore

e lo sguardo tuo dolce e delicato

hanno immaginato!

Quel mite sguardo

ha un solo grande traguardo:

accogliere ogni tuo figlio peccatore,

aiutare chi soffre nel dolore,

asciugare le lacrime di chi piange,

dare coraggio a chi in un letto langue.

Sei rifugio per coloro che si smarriscono

E in te l’amaro leniscono;

sei l’ausilio di ogni cuore

per chi in te spera con puro amore.

In tante cose ti addoloriamo,

ma poi pentiti, con umiltà,

perdono ti chiediamo.

Madre nostra,

ascolta la voce di tanti disperati,

dona a tutti loro la pace:

a chi urla e a chi, disperato, tace.

 

 

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