Caro Bambin Gesù,
dall’universo tutto terso
ogni anno scendi giù.
Tra la paglia sempre ti mettiamo;
con le braccine aperte sempre ti vediamo.
Le tieni aperte per il mondo intero:
un abbraccio alla vita e alla morte,
il più grande mistero.
Tu, umile, mite, ma potente:
a te si prostrano il povero e il possidente;
ti chiedono tante cose,
ma spesso non fanno niente,
come fanno l’egoista e il prepotente.
Sparse per il mondo
tante pozze di sangue d’ogni razza e colore:
piccoli e grandi muoiono trucidati
da uomini senza cuore.
E malattie, e fame, e stenti,
tanti atroci dolori per colpa di certi potenti.
Noi ci smarriamo in questo mondo
divenuto una Torre di Babele:
un triste girotondo dove
non ci riconosciamo più come “frateli e sorelle(1)”.
Caro Bambin Gesù,
anche certi preti -lo vedi anche tu-
che dal pulpito predicano l’onore,
dicendone di ogni colore,
danno un esempio rabbrividente al mondo e a te, Signore.
Su bambini e bambine scandali di pedofilia:
la cosa più orrenda che ci sia.
Sono malati, forse non lo sanno
e quella parte della Chiesa
che non li protegge da loro stessi,
fa di se stessa, di loro e dei bambini un danno.
Vedi, Bambin Gesù, quante discriminazioni;
poi, per peccati forse meno gravi, scomuniche a iosa,
ma tu, da grande, hai predicato un’altra cosa:
i peccati contro i piccoli sian pieni di maledizioni;
però in molti han tradito la Santa Sposa.
Caro Bambin Gesù,
tra le tue braccine, sempre più,
mettiamo il disappunto del nostro cuore
e la nostra povera vita,
supplicandoti di accoglierci con la tua bontà infinita.
E che dal tuo santo dolore
e dal nostro orrore
rinasca una serena vita.