Sabato 4 settembre, nella suggestiva cornice del Santuario, alla presenza di un vasto pubblico, del rettore e di un rappresentante del Comune, è stato presentato il libro “Padre Luigi Fantozzi – il paladino dell’Immacolata”, opera dello scrittore toscano Giuseppe Remo Fantozzi, pronipote del protagonista della biografia. L’iniziativa non ha mancato di suscitare vivo interesse nell’uditorio, che ha dimostrato di apprezzare la figura del personaggio presentato dall’autore della biografia.
L’opera narra la vita di un sacerdote di origine lucchese, Padre Luigi Fantozzi, entrato a far parte della Congregazione delle Sacre Stimate di Nostro Signore Gesù Cristo, meglio conosciuta come Congregazione dei Padri Stimmatini, della quale divenne ben presto un personaggio di spicco, accanto ad altri quali il filosofo Cornelio Fabro, o l’attuale Arcivescovo di Campobasso, monsignor Giancarlo Bregantini, divenuto famoso per il suo contrasto alla criminalità organizzata.
Padre Luigi era un tipo vulcanico, uno che una ne fa e cento ne pensa e le sue realizzazioni erano tutte di alto spessore e di grande risonanza sociale. Nato nel 1870 a Chiesina Uzzanese, nella zona allora ricadente nel comune di Pescia (all’epoca in provincia di Lucca, adesso di Pistoia), da famiglia di agricoltori, poveri ma timorati di Dio, riuscì a compiere gli studi superiori grazie alla protezione del suo parroco che gli permise di entrare in seminario. Svolse il servizio militare, dal 1890 al 1894, a Udine e Verona. A Udine incontrò per la prima volta gli Stimmatini che prese a frequentare assiduamente quando il battaglione si trasferì a Verona nel 1893. Dopo il servizio di leva fu rapidamente ordinato sacerdote, bruciando in due mesi tutte le tappe necessarie. Di lì in poi la sua vita fu tutta una serie di successi, sia in campo civile che religioso: fondatore di scuole professionali (il famoso Patronato Operaio Pio X di Verona, con oltre 1400 studenti), di Santuari (il Santuario di Nostra Signora di Lourdes a Verona, realizzato in occasione del 50° delle apparizioni, nel 1908, e ricostruito dopo essere andato distrutto , sul finire della seconda guerra mondiale), di comunità Stimmatine (grazie a lui la Congregazione, sorta a Verona, si è diffusa nel meridione).
Aprì fondazioni stimmatine in tutta Italia: sul lago di Garda, sul lago di Nemi, presso Roma, a Grottaferrata, e qui ad Ortonovo, dove nel 1923 gli Stimmatini rilevarono la parrocchia ed il Santuario dai Padri Passionisti.
In occasione della presa in consegna del Santuario, in particolare, Padre Fantozzi si sacrificò molto per la nuova fondazione, non risparmiò iniziative e fatiche per rassettare ed abbellire il convento; costruì personalmente i bei terrazzini alle finestre prospicienti il mare e provvide poi, in prima persona, a tutto il mobilio occorrente per la Comunità.
Dopo il rientro dalla Cina, per motivi di salute, Padre Fantozzi rimase addetto alla Casa Generalizia di Roma, alle dipendenze del Superiore Generale, il quale era solito affidargli compiti ardui e delicati, che Padre Luigi accettava di buon grado ed eseguiva alacremente e con entusiasmo, anche quando non si era ancora rimesso del tutto in salute. Nel 1929 fece ritorno a Ortonovo, per ristabilirsi dopo i problemi di salute comparsi in Cina. Gli venne affidato però l’ingrato compito di provvedere al più presto al ritiro della Congregazione dalla gestione del Santuario e dell’annessa parrocchia, compito che egli si accinse ad assolvere con il consueto impegno, pur trattandosi di una Fondazione a lui particolarmente cara. “Non dubiti, Padre – disse al Supriore, Padre Bruno Chiesa – porrò ora per chiudere lo stesso entusiasmo che posi per aprire….” Dopo varie ricerche e trattative riuscì a trovare un accordo con i Padri Domenicani, che già avevano avuto in gestione il Santuario precedentemente.
Don Fantozzi era un oratore nato, con grande capacità persuasiva, come dimostrò, ancora novizio, in una predicazione quaresimale a Gemona nel 1889 (si legge sui giornali dell’epoca che, al termine della missione, una folla entusiasta di oltre tremila persone lo accompagnò alla stazione). Sapeva anticipare i tempi con iniziative che riscuotevano sempre un grande successo, come avvenne per la prima ‘scuola guida’ del Triveneto, da lui fondata nell’ambito del “Patronato Operaio”, per offrire un’occasione di lavoro come “Chauffers” ai suoi studenti. Fu anche fondatore di missioni in Cina. Grazie a lui la Congregazione Stimmatina si cimentò anche in questo campo, riscuotendo un grande successo tra la popolazione ed il clero cinese. Attuò per primo le direttive di Papa Benedetto XV con l’esortazione “Maximum Illud, impersonado” una nuova figura di sacerdote missionario: a Battipaglia rivestì anche il ruolo di parroco moderno e di successo (figura fino allora sconosciuta nel meridione).
Ma il suo capolavoro fu la tenace difesa della veridicità delle apparizioni e dei miracoli di Lourdes che difese sempre a spada tratta (ovviamente con successo) contro i detrattori e gli anticlericali dell’epoca: difesa che gli valse il titolo (attribuitogli “vox populi” ben prima della fondazione della “Milizia dell’Immacolata” da parte di San Massimiliano Kolbe) di “Cavaliere dell’Immacolata”, sicuramente il più bello fra i molti che gli vennero attribuiti a motivo della sua multiforme personalità e della grande operosità e intraprendenza.
Il linguaggio piano e comprensibile del libro, lo stile familiare, facilmente accessibile al grande pubblico, la narrazione agile e al tempo stesso accurata e meticolosa, l’ampia introspezione psicologica del personaggio, tendono a far si che il lettore desideroso di conoscere la vita e l’opera di Padre Luigi Fantozzi ed il contesto storico e culturale in cui esse si collocano, possa agevolmente soddisfare la sua curiosità, andando a fondo, se lo desidera, dell’animus del protagonista, per scoprirne i più reconditi anfratti e le più profonde pulsioni spirituali ed intellettuali.
Remo Fantozzi
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